Chimerica
s. f. inv. Il rapporto simbiotico esistente tra le economie cinese e statunitense, le più importanti in ambito mondiale.
• In precedenza [...] il direttore di «LiMes», Lucio Caracciolo, avrà invece tracciato la nuova geografia delle superpotenze mondiali soffermandosi sul tema Eurussia, se l’Europa sposa la Russia, cui fa da contrappeso nelle previsioni dei politologi il delinearsi dell’alleanza tra Washington e Pechino riassunta nell’acronimo Chimerica. (Michele Meloni Tessitori, Messaggero Veneto, 6 maggio 2009, p. 13, Cultura-Spettacolo) • L’unica ipotizzabile diversa alternativa di una convergenza fra le due maggiori potenze, Stati Uniti e Cina, in competizione più per il loro status che per le loro ideologie, può diventare terreno di aspri conflitti. In verità quell’entità che [Niall] Ferguson e [Moritz] Schularick hanno chiamato «chimerica», con la crisi del 2008 sembra definitivamente scomparsa. E la concorrenza cino-americana può lasciare intravedere più che un pacifico contrasto ideologico, un vero pericoloso conflitto di potere. (Guido Rossi, Sole 24 Ore, 6 ottobre 2013, p. 1, Prima pagina) • La Cina non manda il suo governatore della banca centrale, occupato da ben altre priorità. Ma la salute dell’economia cinese è balzata in testa ai temi in discussione. Cina e America: Chimerica, secondo il neologismo poco fortunato che lo storico inglese Niall Ferguson tentò di lanciare nel 2007. All’epoca, Ferguson voleva attirare l’attenzione sulla simbiosi un po’ patologica tra le due economie più grandi del pianeta: l’America troppo indebitata, la Cina felice di farle credito per mantenere la propria moneta sottovalutata e invadere dei propri prodotti gli ipermercati Walmart. (Federico Rampini, Repubblica, 29 agosto 2015, p. 10).
- Espressione inglese composta dai nomi propri Chi(na) e (A)merica.
- Già attestato nel Corriere della sera del 7 marzo 2007, p. 15, Esteri (Niall Ferguson, trad. di Rita Baldassarre).