CHILPERICO I re dei Franchi
Figlio di Clotario I, nacque verso il 539; alla morte del padre ebbe il regno di Soissons (561). Avido, lussurioso, feroce, aveva delle velleità di uomo civile, che lo portavano a occuparsi di teologia e di belle lettere. Tentò di abolire con una semplice ordinanza il dogma della Trinità, ma l'indignazione dei vescovi gli fece ritirare il decreto. Volle occuparsi di poesia, e tentò di riformare l'alfabeto latino, introducendovi quattro lettere nuove per riprodurre suoni della lingua tedesca. Un certo senso politico dimostrò nell'amministrazione finanziaria, cercando di ostacolare l'accrescimento della ricchezza ecclesiastica. Il suo atteggiamento verso la Chiesa era però incerto: perseguitava i vescovi, ma li temeva. Superava tutti i fratelli nell'incontinenza. Costrinse la sua prima moglie legittima Andovera a prendere il velo con sua figlia, per unirsi con una serva della regina, Fredegonda, di grande bellezza ma un mostro di crudeltà. Alla morte del fratello Cariberto, re della Gallia occidentale (567), ebbe le parti settentrionale e meridionale di quel regno. Quando l'altro fratello Sigeberto sposò una principessa visigota, Brunechilde, egli volle la mano della sorella di costei, Galsuminda, alla quale donò le città e terre di Limoges, Cahors, Bordeaux, Béarn e Bigorre. Ma Fredegonda riprese ben presto il dominio su Chilperico: Galsuminda, dopo aver subito le umiliazioni della concubina e gli oltraggi del re, un giorno fu trovata morta sul suo letto. Fredegonda fu elevata al rango di sposa. L'indignazione fu generale. Brunechilde giurò di vendicare la sorella, ma C. placò per il momento la tempesta cedendo le città e terre che già erano state il dono delle fatali nozze di Galsuminda. Ma sei anni più tardi, C. stesso mosse guerra a Sigeberto, che però riuscì vittorioso, e s'impadronì di Parigi. Chiuso in Tournai, C. attendeva la morte, quando l'uccisione di Sigeberto, tramata da Fredegonda, lo salvò (575). Ma anche C. finì tragicamente; fu accoltellato una sera, mentre ritornava dalla caccia. Qualcuno incolpò della sua morte Brunechilde, altri Fredegonda.
Bibl.: v. merovingi.