CHIÈVRES, Guillaume de Croy, signore di
Terzogenito di Filippo di Croy, della celebre e potente famiglia (v. croy, XII, p. 50), nacque nel 1458. Si segnalò per ardire e bravura già al tempo di Massimiliano d'Asburgo, che lo creò suo consigliere e ciambellano; e il desiderio di avventure e di gloria militare lo spinse anche a partecipare alla campagna d'Italia di Carlo VIII, nel 1494-1495, e più tardi alla conquista del Milanese di Luigi XII. Ma fin dal 1501 all'attività militare cominciò a subentrare quella politica, talché, nel 1506, quando Filippo il Bello d'Asburgo si recò in Spagna per far valere i suoi diritti sul trono di Castiglia, lo Ch. fu da lui investito del governo dei Paesi Bassi. Sostituito poi in questo posto da Margherita d'Austria, fu, nel 1509, nominato governatore e primo ciambellano del giovane Carlo d'Asburgo, il futuro Carlo V. E cominciò così il periodo di vera e grande importanza storica dello Ch., il cui influsso sulla formazione del carattere e dello spirito del futuro imperatore fu senza dubbio grandissimo. La politica estremamente "fiamminga" di Carlo V nel suo primo periodo di regno, la propensione sempre nutrita per uomini e cose dei Paesi Bassi e, più ancora, certi atteggiamenti spirituali e morali di Carlo V hanno a loro origine prima la personalità dello Ch., il quale, assai amato dal suo regale discepolo, agì fortemente su di lui nel periodo di formazione fra il 1510 e il 1516. Divenuto Carlo re di Spagna, lo Ch. stipulò il trattato di Noyon (13 agosto 1516), cioè l'alleanza - d'altronde effimera - tra Carlo e Francesco I di Francia. Era il trionfo degl'interessi dei Paesi Bassi, che reclamavano la pace, per il riordinamento finanziario interno; così come prettamente fiamminga era anche la politica dello Ch. nei riguardi dell'Inghilterra, di cui, nel 1516, veniva assicurato l'eventuale aiuto ai Paesi Bassi.
Ma il soverchio prevalere di questi interessi doveva poi infirmare l'opera dello Ch. quand'egli dovette recarsi in Spagna, col suo sovrano, nel 1517. Nominato subito capo della cancelleria di Castiglia, in sostituzione del cardinale Ximenes, lo Ch. dominò per due anni anche la vita spagnola: ma col risultato, qui, di sollevare l'ostilità degli Spagnoli, irritati contro il predominio dei Fiamminghi a corte, e tanto più irritati in quanto sia lo Ch. sia i suoi connazionali venuti in Spagna approfittavano della loro situazione non solo per fare gl'interessi generali dei Paesi Bassi, ma anche gl'interessi proprî. E l'indignazione salì al colmo quando un nipote dello Ch., un altro Guglielmo di Croy, fu nominato arcivescovo di Toledo. La conseguenza del periodo Chièvres in Spagna fu la rivolta dei comuneros nel 1520.
Lasciata la Spagna, lo Ch. accompagnò Carlo V in Germania, dopo la sua elezione a imperatore; ed era presente a Worms, per la dieta, quando morì all'improvviso, il 18 maggio 1521.
Il periodo Chièvres, dal punto di vista politico, costituisce certo un periodo a sé nella storia del governo di Carlo V: periodo quasi esclusivamente dominato dagl'interessi dei Paesi Bassi, e, nei riguardi della Francia, contrassegnato dalla tendenza all'accordo e alla pace. Perciò l'influsso dello Ch. sul suo allievo, se fu predominante per un certo tempo, se, soprattutto, lasciò traccia profonda in certe caratteristiche della personalità di Carlo V, non si può considerare duraturo per quanto concerne l'indirizzo politico dell'imperatore: gli eventi che seguono la morte dello Ch. sono invece in netta antitesi con le concezioni di lui, e agli interessi "fiamminghi" si sostituiscono gl'interessi "italiani" del decennio 1520-1530.
Da Carlo V lo Ch. ricevette benefizi in copia: fu creato duca di Soria (nel regno di Napoli), marchese di Arschot, conte di Beaumont.
Bibl.: H. Baumgarten, Geschichte Karls V., I, Stoccarda 1885; E. Gossart, Charles-Quint roi d'Espagne. Notes sur l'apprentissage politique de l'empereur, Bruxelles 1910; K. Brandi, Karl V., Monaco 1938.