Chiese indipendenti africane
Denominazioni cristiane che, pur richiamandosi alla dimensione universale del cristianesimo, si distinguono o distaccano dalle tradizioni d’origine – specialmente quelle protestanti euro-americane, ma anche la cattolica e l’ortodossa – per rivolgersi specificamente agli africani. Un precoce esempio fu il movimento degli antoniani, nel Congo del 18° sec. (➔ Kimpa Vita). L’espansione delle missioni nel 19° sec. fu accompagnata dalla nascita di Chiese indipendenti, in risposta alla distanza dei linguaggi dottrinali degli evangelizzatori rispetto a sensibilità ed esigenze spirituali locali e per volontà di emancipazione da vertici ecclesiali bianchi. Una sottolineatura interetnica, panafricana e antirazzista fu assunta dalle Chiese etiopiste, proliferate da fine Ottocento in Sudafrica, mentre le Chiese zioniste enfatizzavano aspetti carismatici e terapeutici, come anche quelle aladura in Nigeria. Caratteri sincretici (cristianesimo/culti tradizionali) assunse il movimento profetico iniziato nel 1913 in Costa d’Avorio da W.W. Harris. Nella regione congolese degli anni Venti-Cinquanta figure dai tratti messianici come S. Kimbangu e A. Matswa diedero vita a movimenti che assunsero coloriture anticoloniali. Le C.i.a., che sono migliaia, hanno svolto un ruolo cruciale nel radicamento del cristianesimo nella cultura delle società africane.