Chiesa melchita
La Chiesa cattolica orientale autonoma di rito bizantino e di lingua araba, in comunione con la Chiesa di Roma. Il termine melchita deriva dall’ar. malik, che traduce il gr. basilikós, «imperiale»: così, dopo il Concilio di Calcedonia (451), i monofisiti d’Egitto (➔ ) chiamavano per spregio gli ortodossi, appoggiati dall’imperatore Leone I. L’arabo, oggi la lingua ufficiale della C.m., fu affiancato nei secc. 5°-12° dalla lingua greca e dalla lingua siriaca. Il rito bizantino si impose dal sec. 10° e alla fine del sec. 13° il cambiamento di rito era totale, benché i testi bizantini fossero stati tradotti in siriaco o in arabo. La storia delle relazioni della C.m. con Roma è un alternarsi continuo di periodi di pace e d’opposizione. La creazione di un nucleo cattolico stabile data dalla fine del sec. 16° e si è rafforzato successivamente, fino alla partecipazione dei patriarchi melchiti ai concili della Chiesa di Roma negli ultimi due secoli. La C.m. conta oltre 1.200.000 fedeli, presenti anche nei Paesi dell’emigrazione araba, ed è guidata dal patriarcato melchita di Antiochia; oltre alla sede patriarcale, vi sono due sedi vescovili e due vicariati patriarcali, in Egitto e a Gerusalemme.