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In VE II XIII 4 D. afferma che di solito ogni rima trova nella stanza almeno una sua corrispondente, ma vi sono alcuni che inseriscono nella stanza una rima o più, che trovano corrispondenza soltanto nelle altre stanze: così fece Gotto Mantovano, che inseriva nelle stanze un verso scompagnato che chiamava c.; e D. conclude: et sicut de uno licet, etiam de duobus, et forte de pluribus. V. Canzone.