Chiaramonte
Famiglia fiorita in Sicilia dal sec. 11° al 15° e che forse può ricollegarsi ai Clermont di Francia. I più antichi membri ricordati sono un Edgardo di Capua e un Ugo signore di Colubraro e Policoro (Basilicata), vissuti tra la fine del sec. 11° e il principio del 12°. I figli di Ugo, Alessandro e Riccardo, furono proscritti da Ruggero II, il quale poi restituì la proprietà a Riccardo. Il nipote di quest’ultimo, Riccardo III, ricevette da Carlo d’Angiò il titolo di conte. Il ramo diretto maschile si sarebbe spento nel 1315 con Ugo III; il nome fu continuato da un altro ramo, di non sicura derivazione, che ebbe grande importanza poiché suoi componenti presero parte attiva alla vita politica della Sicilia; tra questi: Manfredi I, signore di Modica e Caccamo (m. nel 1321); Giovanni, detto il Giovane, fiero avversario di Roberto d’Angiò, di cui cadde prigioniero a Lipari, nel 1339; Manfredi II, vicario generale del Regno (m. 1353); Manfredi III (m. 1391) duca di Gerba, grande ammiraglio e, durante il regno nominale di Maria di Navarra, l’effettivo signore della Sicilia; Andrea (m. Palermo 1392), capo dell’opposizione dei baroni siciliani contro Martino I d’Aragona il Giovane, preso e giustiziato dopo un lungo assedio a Palermo. Durante il regno di Pietro II d’Aragona (1337-42) e di Ludovico suo figlio (1342-1355) i C. insieme ai Palizzi capeggiarono la fazione Latina che combatteva quella dei Catalani. A questa famiglia si deve la costruzione di vari palazzi, il più famoso dei quali è quello di Palermo, le cui pitture sono l’unica testimonianza dell’arte decorativa siciliana del Trecento.