CHIANA (A. T., 24-25-26)
Il nome di Chiana o Chiani si applicò già a un affluente del Tevere che, dopo la separazione del bacino idrografico dell'Arno casentinese per opera del progressivo interramento che ne deviò il corso, continuò a portare al Tevere stesso le acque della conca, antico lago pliogenico prosciugato, di cui rimane ancora come residuo il Trasimeno La valle della Chiana fu allora una regione agricola ricca e produttiva quale ci appare nell'età etrusca e romana; ma il progressivo interramento della regione, non sorvegliata dall'opera dell'uomo, e forse anche un lento sollevamento ne determinò l'impaludanento, onde la valle della Chiana divenne nel Medioevo tristemente famosa per la malaria e le febbri che la infestavano.
Col progredire dell'interramento medesimo si verificò la cosiddetta inversione della Chiana, per la quale parte del corso del fiume che ne raccoglieva le acque scaricandole nel Tevere piegò invece verso l'Arno, estendendo così il breve tratto di 4 km. che già naturalmente defluiva in questo fiume e che l'opera dell'uomo, con l'abbassamento della goletta di Chiani, aveva protratto vers0 S. sino al Porto di Pilli. La valle della Chiana era quindi occupata nella parte centrale da un'area palustre da cui si dipartivano rispettivamente verso S. e verso N. due corsi d'acqua defluenti l'uno al Tevere e l'altro all'Arno. Sino dal Rinascimento tentativi per il prosciugamento e la bonifica della Valdichiana furono intrapresi, ma con scarso successo; né mancarono pareri di idraulici insigni che giudicarono il male irrimediabile. Verso la metà del sec. XVl fu iniziata la costruzione di un grande canale collettore, che si disse il canale maestro della Chiana, il quale tendeva a riversare sempre più nell'Arno le acque raccolte. Nel 1782 un accordo tra i due governi toscano e pontificio provvide a fissare stabilmente con un'arginatura la separazione delle due Chiane.
Tale argine venne eretto sul confine politico dei due stati, a 2 km. dall'orlo meridionale del Lago di Chiusi, onde i due laghetti di Montepulciano e di Chiusi, residuo dell'antico bacino lacustre che occupava tutta la conca, passarono a far parte del bacino dell'Arno. Dopo l'avvenuta delimitazione si ripresero con nuovo vigore i lavori di bonifica, ai quali rimane particolarmente legato il nome del ministro Fossombroni che li ideò e promosse, e dell'ing. Manetti che ne ebbe la direzione. Esteso e migliorato il canale maestro, che dall'uscita dal Lago di Montepulciano al suo sbocco in Arno viene a misurare uno sviluppo di 50 km., scavati i nuovi canali secondarî e utilizzati i minori corsi d'acqua scendenti dalle colline adiacenti per compiere opera di colmate, si ottenne un conveniente rialzamento e livellamento del fondo, all'altitudine media di 240-250 m., e l'acquisto d' un eccellente suolo agrario, onde in pochi decennî l'antica e malfamata valle si convertì in una delle plaghe più fertili e ridenti della Toscana. Tale opera, che poteva dirsi ultimata alla data dell'unificazione del Regno, fu poi continuata e tuttora continua per evitare che l'interramento dei numerosi affluenti e l'imprevidenza degli uomini ne compromettano i resultati.
Bibl.: V. Fossombroni, Memorie idraulico-storiche sopra la Val di Chiana, Montepulciano 1835; A. Manetti, Carte idrauliche dello stato antico e moderno della Val di Chiana. Memoria sulla stabile sistemazione della Val di Chiana, 1840-1849. Vedi altresì la bibl. alla voce arno.