chiamare (clamare)
1. Con significato di " dar nome ", " definire ", il verbo, attestato all'attivo, al riflessivo e al passivo, si riferisce a:
1.1. l'uso dell'imposizione nominalistica (If XIV 98 si chiamò Ida; XVI 97, XX 77, Pd XXI 109, Pg VIII 118 Fui chiamato Currado Malaspina; XIII 110, XVI 46, XX 49, Pd IX 32; per Vn II 1, v. oltre), non priva, a volte, di eventuali risonanze qualificatorie (If VI 52 Voi cittadini mi chiamaste Ciacco) e caratteristica sia di una lingua diversa dalla propria (Cv IV XXII 4 de la divina bontade... nasce uno rampollo, che li Greci chiamano ‛ hormen ', cioè appetito d'animo naturale; III II 18 quelli cotali sono chiamati ne la gramatica ‛ amenti ' e dementi ', cioè sanza mente; Pg XI 81 ch'alluminar chiamata è in Parisi), sia di un tempo determinato (Cv III XI 4 dinanzi da costui erano chiamati li seguitatori di scienza non filosofi ma sapienti);
1.2. il processo definitorio - le cui caratteristiche sono particolarmente notevoli in Cv III XI 1, ove D. afferma che conoscere la cosa sia sapere quello che ella è, in sé considerata e per tutte le sue c[au]se, e che la diffinizione è quella ragione che 'l nome significa (cfr. IV XIX 10 e XX 1), e usa 9 volte c. - che nasce:
a) dalla consapevolezza - a volte etimologica, o meglio paretimologica, o tecnica - delle caratteristiche della persona o cosa da definire (Vn III 14 quelli cui io chiamo primo de li miei amici; XXIV 4 Quella prima è nominata Primavera solo per questa venuta d'oggi; ché io mossi lo imponitore del nome a chiamarla così Primavera, cioè prima verrà lo die che Beatrice si mosterrà dopo la imaginarione del suo fedele; Cv II III 16 una speretta... lo cerchio de la quale li astrologi chiamano epiciclo; X 5 Virgilio, d'Enea parlando... pietoso lo chiama; XI 2 questa parte... generalmente si chiama in ciascuna canzone tornata', però che li dicitori... fenno quella perché... con certa parte del canto ad essa [canzone] si ritornasse; XIII 8 la scienza naturale... Fisica si chiama, e la prima scienza... si chiama Metafisica... la scienza divina... è Teologia appellata. E ragione per che ciò sia, brievemente è da vedere; III VII 7 questi cotali chiama Aristotile... divini; VII 12 uno pensiero d'amore, lo quale io chiamo spirito celestiale; XIV 5 (3 volte) usanza de' filosofi è di chiamare ‛ luce ' lo lume; XI 1 conviensi qui... dire che è questo che si chiama Filosofia, cioè quello che questo nome significa; IV XV 11 dico intelletto per la nobile parte de l'anima nostra, che con uno vocabulo ‛ mente 'si può chiamare; IV 7 chi a questo officio è posto è chiamato Imperadore, però che di tutti li comandamenti elli è comandatore; VII 8 Questo altro come si chiamerà? Rispondo: vilissimo. Perché non si chiama non valente, cioè vile ?... perché non valente, cioè vile, sarebbe da chiamare colui che...; I 7, Rime LXXXIII 71, Fiore CLXXXI 4, XLV 14, Pg IV 80, XXV 101, XXVIII 131, Pd XXII 138, XXVI 136, XXVIII 104). Rientra in quest'uso il significato di ‛ chiamarsi ' " esser riconosciuto come derivato da, come partecipe delle caratteristiche di qualcuno ", che sembra attestato soltanto in Pg VII 123 Rade volte risurge per li rami / l'umana probitate; e questo vole / quei che la dà, perché da lui si chiami, se si accetta l'interpretazione del passo che risale al Buti.
b) Da un giudizio, anche esatto, sollecitato dalle apparenze (Vn II 1 la gloriosa donna de la mia mente... fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare; Cv III Amor che ne la mente 80 e 81; X 1 li nostri occhi ‛ chiamano ' , cioè giudicano, la stella talora altrimenti che sia la vera sua condizione; Pg XXVI 78, Pd XVII 120. E cfr. Cv III XI 1).
c) Da una convenzione - anche da un'imposizione nominalistica - a volte non priva di inesattezze e di approssimazioni, per cui il nome, dal punto di vista della forma e del contenuto, è inappropriato e perfino contrario alle caratteristiche dell'oggetto e della persona che contraddistingue (Cv II VI 8 chiamare solemo la cittade quelli che la tengono, e non coloro che la combattono, avvegna che l'uno e l'altro sia cittadino; XIV 1 quello bianco cerchio che lo vulgo chiama la Via di Sa' lacopo; IV 2 intelligenze, le quali la volgare gente chiamano Angeli; IV 6 Li gentili le [Intelligenze] chiamano Dei e Dee; IV Le dolci rime 34 [ripreso in VII 2] è tanto durata / la così falsa oppinion tra nui, / che l'uom chiama colui / omo gentil che può dicere: ‛ Io fui / nepote, o figlio, di cotal valente '; If XV 67 Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; cfr. Rime LXXXIII 9, CVI 143, Fiore CL 12, CXCII 7. Cfr. inoltre Cv IV XXV 4 le passioni... che vergogna volgarmente sono chiamate; Pg XIII 110 Savia non fui, avvegna che Sapìa / fossi chiamata; Fiore XXXVII 9. (Per la questione cfr. Atti e Memorie del VII Congr. Interni di Scienze Onomastiche, Firenze 1963, II 53-58). Si osservi che di questo tipo di significati non si ha attestazione nell'Inferno, a meno che si raccolga sotto 1.2. a il caso di If VI 52, per cui v. 1.1.
2. Con significato di " rivolgersi a qualcuno con la parola " - per cui cfr. Vn XXII 11 chiamo e domando queste donne -, anche facendone il nome (cfr. Vn IX 5 A me parve che Amore mi chiamasse, e dicessemi queste parole; XVIII 1 passando appresso di loro... fui chiamato da una di queste gentili donne; cfr. anche §§ 2 e 3; If XXII 39 I' sapea già di tutti quanti 'l nome /... e poi ch'e' si chiamaro, attesi come; XXXII 9 di lingua che chiami mamma o babbo), il verbo, scarsamente attestato nel Convivio, presenta varie accezioni. Quella di " gridare ", " esclamare ", " proclamare " può intendersi come un innalzamento retorico di ‛ dire ', modellato sull'uso di clamare nel latino biblico. Cfr. Cv IV XII 7-8 a maggiore testimonianza di questa imperfezione, ecco Boezio in quello De Consolatione dicente... lascisi stare quanto contra esse Salomone e suo padre grida... e quanto la verace Scrittura divina chiama contra queste false meretrici; III Amor che ne la mente 46 Li atti soavi ch'ella mostra altrui / vanno chiamando Amor; If XXV 18 vidi un centauro pien di rabbia / venir chiamando: " Ov'è, ov'è l'acerbo? "; Pg XXII 38 intesi là dove tu chiame, / crucciato quasi a l'umana natura (cfr. Cavalcanti Perchè non fuoro 5-7 " Una paura... / m'aparve... / che l'anima chiamò: ‛ Donna, or ci aiuta '"). Con questa accezione si collegano anche quelle, rare, di " incitare " (cfr. If XIV 57 Se Giove... / stanchi li altri [fabbri] a muta a muta / in Mongibello... / chiamando " Buon Vulcano, aiuta, aiuta! "), di " destare " (Vn XXXII 28 84 Voi mi chiamaste allor, vostra merzede [ripreso al § 31]; Pd X 139 come orologio che ne chiami; Pg XXXII 72 un splendor mi squarciò 'l velo / del sonno, e un chiamar: " Surgi: che fai? ": è l'unica attestazione dell'infinito sostantivato), e il tragico appello del ente Ugolino: If XXXIII 74 e due di li chiamai, poi che fur morti.
Frequente è l'accezione di " invocare ", " pregare ", che può distinguersi in un uso proprio del verbo con riferimento all'innalzamento della voce (Vn VIII 5 3 Amor sente a Pietà donne chiamare: cfr. Cavalcanti I' prego voi 14; Pg XX 20; XXV 29 io lui chiamo e prego / che sia or sanator de le tue piage; Pd XV 133 Maria... chiamata in alte grida), e in uso figurato (Vn XII 2 chiamando misericordia; XIII 6, Cv IV Le dolci rime 18, ripreso in II 2 e 17; Pg VI 113 [cfr. Cavalcanti La forte e nova 28], e VIII 71; XXIX 39 ch'io mercé vi chiami: cfr. Rime CIII 38 e Cavalcanti Gli occhi di quella gentil forosetta 19, Quando di morte 8; Pd X 15, Rime CIII 47; in uso assoluto, CII 46; cfr. Cavalcanti Era in penser 47, Gli occhi di quella gentil forosetta 3).
L'accezione di " esortare ", " incitare " (Vn VII 7; VII 7 chiamo e sollicito li fedeli d'Amore; Pg VI 135) in senso figurato si trova in Cv II I 1 (lo tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto) e If V 82 (Quali colombe dal disio chiamate). Tale accezione ha l'unica forma tradita con cl-, in Vn XIX 7 15 (ripreso ai §§ 15 e 17).
Si notino, infine, le accezioni di " chiedere aiuto " (Rime L 18; l'uso figurato di tale richiesta di aiuto in Pd X 43 Perch'io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami. E cfr. Cavalcanti Vedete ch'i' son un 6, Perché non fuoro 7) e " far venire qualcuno vicino a sé ", anche pronunciandone il nome (If II 53, Pg VIII 110, XI 76, Fiore XVIII 7), sia nel senso figurato di " invitare " (Cv II III 1, VI 3), sia in quello traslato di " far salire alla gloria celeste " (Vn VIII 7, XXVIII 1, If XXXI 129; cfr. anche Pg XIV 148 Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si gira), sia in quello tecnico di " citare come testimone " (Vn XII 7 di ciò chiama testimonio colui che lo sa).
Il verbo ricorre ancora nei seguenti luoghi: Vn VIII 12, IX 11 9, XII 3 e 4 (2 volte), XIII 9 13, XIII 10, XXI 7, XXIII 9, 11, 13, 17 3 e 18 14, 31, XXIV 3 e 5, XXVII 4 11, XXXI 10 25, 14 55 e 56, XXXII 4 e 6 9, XXXIII 2, 6 10 e 7 16, XXXVIII 5 (3 volte), XL 7 (5 volte), XLI 5; Rime XLIV 13, LXVI 7, LXXXIV 6, XCIII 1, CVI 111, 151 e 153, Rime dubbie XIII 13, XV 11, XXVI 5; Cv I VII 2, IX 3 (2 volte), XI 9 e 14, II Voi che 'ntendendo 48, I 3 (2 volte), 5 e 6, III 6, 7, 13 e 17, IV 5, VI 8, X 4, 6 e 11, XIII 6 e 27, XIV 7 e 20 (3 volte), III Amor che ne la mente 76, II 14, 15 (2 volte) e 16, III 7 e 12, V 3, 4 e 6, VI 2 e 3 (2 volte), VII 8, IX 2 e 6, X 7, XI 3, 5, 10, 15 e 16 (4 volte), XII 3,XIII 8 e 10, XV 14 e 19 , IV I 7, II 17, IV 7, VI 10, 11, 13, 14 (2 volte), 15 e 16, VII 2, IX 5, XI 8 e 12, XII 4, XV 7, XVI 5, XVII 4 e 6 (2 volte), XIX 4 e 10, XXI 1, 11 e 13, XXII 10, XXIII 8, 12 e 14, XXIV 1 (4 volte) e 5, XXVI 6 e 7 (2 volte), XXVII 5, XXVIII 17, XXIX 2 e 4, XXX 6; Fiore CCXXI 6.