CHESTERFIELD, Philip Dormer Stanhope, quarto conte di
Uomo di stato e letterato inglese, nato a Londra nel 1694. Dopo aver studiato un anno a Cambridge (1712), si mise a viaggiare sul continente europeo. Salito al trono Giorgio I, ritornò in Inghilterra e nel 1715 entrò nella Camera dei comuni. Nel 1726 successe al padre nella Camera dei lord e nel 1728 fu inviato ambasciatore all'Aia. Il modo con cui disimpegnò la sua missione gli valse l'amicizia di Walpole, e la carica di Lord High Steward. Nel 1731 condusse i negoziati per il secondo trattato di Vienna: nel 1732 tornò in Inghilterra, dove più tardi combatté il suo antico leader Walpole, causandone la caduta nel 1742. ma conservando il suo atteggiamento di opposizione verso il nuovo ministero. Nel 1743 scrisse degli articoli per il giornale Old England con lo pseudonimo di Jeffrey Broadbottom; e l'anno seguente salì al potere, sotto di lui e Pitt, una coalizione, che fu chiamata appunto Broad-Bottom. Dopo una seconda brillante missione all'Aia, ottenne finalmente la carica che desiderava, la luogotenenza d'Irlanda, che fino al 1746 disimpegnò brillantemente. Divenne quindi segretario di stato, ma nel 1748 l'opposizione ministeriale lo indusse a dare definitivamente le sue dimissioni, e il resto della sua vita fu dedicato principalmente alla letteratura. Il Ch. sposò nel 1733 una figlia illegittima di Giorgio I, dalla quale non ebbe discendenza; ma nel 1732 gli era nato un figlio naturale, Philip Stanhope, che egli riconobbe; ed è appunto attraverso le lettere a lui scritte che vive ancora la memoria del Ch. Queste sono capolavori nello stile di un uomo di mondo e pieno di spirito, e rivelano un'ambizione affettuosa per l'avvenire del ragazzo, pur manifestando i bassi principî morali dell'epoca. Philip deluse le speranze paterne e morì nel 1768 dopo aver contratto un oscuro matrimonio. Il Ch. trattò la sua vedova e i figli con gentilezza e generosità. La seconda serie delle sue lettere, diretta al figlio adottivo ed erede, rivela sentimenti più profondi e paterni.
Opere: Miscellaneous Works, 2 voll., Londra 1777; Letters to his son (prima ed. 1774), ed. C. Strachey, Londra 1901; Letters to his godson, ed. Conte di Carnavon, Londra 1890.
Bibl.: H. W. Craig, Life, Londra 1907; cfr. anche Sainte-Beuve, Causeries du Lundi.