CHERUSCI (Cherusci, Χηροῦσκοι e Χοιρουσκοί)
Popolo della Germania, stanziato fra l'Elba e la Weser, e a cavallo di questa, verso occidente, a nord della selva Ercinia, in regioni selvose e inospitali. È ricordato da Cesare (Bell. Gall., VI, 10) come confinante dei Suebi.
Nelle prime campagne combattute dai Romani oltre il Reno i Cherusci ebbero una parte preminente, ché fra tutte le tribù della Germania essi erano una delle più numerose e agguerrite, ed esercitavano sulle tribù minori una tal quale egemonia. Druso (12-9 a. C.) e Tiberio (4 d. C.) ne percorsero il territorio e li sottomisero; ma qualche anno dopo essi parteciparono alla generale ribellione dei Germani contro Roma, dando anzi ad essa il suo capo: Arminio (v.). Il loro nome è pertanto legato all'episodio più doloroso della conquista romana della Germania: la sconfitta di Varo. Nel 15 e nel 16 d. C. Germanico ne trasse vendetta, trionfando dei Cherusci e dei popoli loro vicini. Al pari che contro i Romani i Cherusci combatterono contro la tirannia che Maroboduo, re dei Marcomanni, voleva instaurare oltre il Reno (Tac., Ann., II, 44 segg.).
Così frequenti e dure lotte fiaccarono la potenza del popolo, che vide prendersi il primato dai Catti: Tacito (Germania, 36), forse esagerando, scrive che essi erano ormai al suo tempo ridotti inertes ac stulti. Si fa tuttavia menzione di essi non soltanto da Tolomeo, ma sin nel sec. IV da Claudiano e da altri scrittori.
Bibl.: K. Zeuss, Die Deutschen, Monaco 1837, p. 105 segg.; Ihm, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, coll. 2270-72; K. Müllenhoff, Deutsche Altertumskunde, IV, Berlino 1900, p. 439 segg.