CHERATINA
. Si chiamano con questo nome quelle sostanze proteiche che costituiscono il componente fondamentale dell'epidermide, delle unghie, dei peli, delle corna, delle penne, del guscio delle uova, ecc., di molti animali. Cheratina (neurocheratina) si trova anche nel sistema nervoso centrale e periferico dei Vertebrati. Le cheratine appartengono al gruppo delle sclero-proteine e sono caratterizzate per l'alto contenuto in zolfo (sotto forma di cistina). Sono insolubili nell'acqua e in tutti i solventi neutri. Resistono all'azione della pepsina e della tripsina. Gli alcali e gli acidi concentrati le attaccano con difficoltà. Nella scissione che in queste condizioni si compie si liberano gli amminoacidi che costituivano le cheratine stesse, in proporzioni un po' differenti secondo la provenienza della cheratina sottoposta all'idrolisi. Dalla cheratina del corno di montone si ha, p. es.: glicocolla 0,45%; alanina 1,6; valina 4,5; leucina 15,3; prolina 3,7; serina1,1; fenilalanina 1,9; acido aspartico 2,5; acido glutammico 17,2; titosina 3,6; arginina 2,7; lisina 0.2; cistina 7,5. Dalla cheratina della lana delle pecore si ha egualmente circa 7,3% di cistina: dalla cheratina dei capelli umani se ne ottiene circa 14%, dalla cheratina delle unghie umane soltanto 5% circa. Le cheratine dànno la reazione di Millon: il colore giallo che assume la pelle umana quando vi cade sopra acido nitrico è appunto causato da questa reazione che è dovuta alla presenza della fenilalanina e della tirosina nella molecola della cheratina dell'epidermide. Per la sua indifferenza rispetto ai diversi solventi, agli acidi e agli enzimi, si può preparare la cheratina pura trattando p. es. la lana delle pecore o il corno raschiato successivamente con etere, alcool, acqua, acidi diluiti, con succo gastrico e con succo pancreatico e infine di nuovo con acqua, alcool, etere. La cheratina pura liberata in tal modo da tutte le sostanze che la accompagnavano rimane come residuo allo stato di purezza.
Con l'idrolisi parziale s'è cercato di trasformare la cheratina in albumose o peptoni utilizzabili come alimento, o per la confezione di masse plastiche, ma per ora con poco successo.
In farmacia si usa la cheratina per ricoprire pillole contenenti sostanze che devono agire nell'intestino e non nello stomaco, evitando così che la pepsina dello stomaco sciolga le pillole e alteri le sostanze che esse contengono.