Chen Zhen
Artista cinese, nato a Shanghai il 4 ottobre 1955 e morto a Parigi il 13 dicembre 2000. Dopo aver terminato gli studi artistici e aver frequentato l'Istituto d'arte drammatica nella città natale, nel 1986 si trasferì a Parigi dove frequentò l'École nationale supérieure des beaux-arts. Si dedicò anche all'insegnamento presso l'Institut des hautes etudes en arts plastique di Parigi (1993-1995) e l'École nationale des beaux-arts di Nancy (1995).
Suggestionato dall'ambiente francese, attraverso la ricerca nell'arte, cercò di superare il divario che si frapponeva tra la sua formazione originaria e la nuova realtà occidentale. Dopo avere affrontato la pittura, si concentrò sulle installazioni anche di grandi dimensioni, in cui assemblò oggetti della quotidianità (tavoli, sedie, vasi da notte, culle ecc.) che, 'svuotati' della loro prima funzione, assunsero un significato metaforico. Caratterizzarono il suo lavoro l'uso del rosso e del nero, delle vernici scure e lucide, dei pigmenti puri, del legno, secondo la tradizione cinese; ambientò le opere in luoghi atipici, con il coinvolgimento di gente comune, bambini, emarginati ecc. Elaborò il concetto di 'transesperienza', inteso come fusione trascendentale delle conoscenze; si interessò di medicina, studiando anche gli organi interni del corpo umano.
Dagli anni Ottanta l'artista, che del buddismo aveva fatto un metodo di lavoro, ricercò attraverso l'arte l'antica spiritualità della Cina. Presente alla 48° Biennale di Venezia (1999), con Jue Chang. Fifty stroken to each, grande installazione sonora, esplicito riferimento a una massima buddista, costituita da sedie e letti provenienti da tutto il mondo, la cui superficie piatta ricoperta di pelli di animali veniva percossa con diversi oggetti (manganelli della polizia, pezzi di armi, di legno, di tubi), con il coinvolgimento degli spettatori. L'opera venne presentata in varie parti del mondo, preceduta da un concerto, con un'ouverture di monaci tibetani, seguiti da musicisti professionisti. All'artista, che ottenne diversi riconoscimenti, sono state dedicate importanti mostre internazionali, anche postume, tra cui: Field of waste (New Museum of Contemporary Art, New York 1994); Fu Dao/Fu Dao, up side down Buddha - Arrival at Good fortune (Center for Contemporary Art, Kitakyushu 1997); Elogio della magia nera (Galleria civica d'arte moderna e contemporanea, Torino 2000); Chen Zhen. Inner body landscapes (Institute of Contemporary Art, Boston 2002); Chen Zen: a tribute (P.S.1, Contemporary Art Center, New York 2003); Silente sonore (Palais de Tokyo, Site de création contemporaine Parigi, 2003-04). Tra le sue opere ricordiamo: Obsession of longevity (1995); Un-interrupted voice (1998); Human tower (1999), in cui, tra l'altro, è interessante l'uso delle cere colorate delle candele; Zen garden (2000), un vero e proprio giardino zen in miniatura che l'artista avrebbe voluto realizzare in Toscana; Lumière innocente (2000), bozzoli costituiti da tubi di plastica trasparente illuminati da una luce fievole proveniente dal loro interno; Crystal landscape of inner body (2000), realizzazione in vetro; Bibliothèque musicale (2000), vasi da notte cinesi e elementi elettronici assemblati casualmente, con un sottofondo musicale che riproduce il rumore delle spazzole usate per pulire i vasi.
bibliografia
Chen Zhen: transexperiences: a conversation between Chen Zhen and Xian Zhu, Center for Contemporary Art, Kitakyushu, Kyoto 1998 (catalogo del seminario).
Chen Zhen Field of synergy, a cura di A. Vettese, Prato 2001.
Chen Zhen: metaphors of the body, a cura di A. Kefetsi, Museo nazionale d'arte contemporanea, Atene, 2002 (catalogo della mostra).
Chen Zhen, a cura di J.-H. Martin, Padiglione d'arte contemporanea, Milano, 2003 (catalogo della mostra).
Chen Zhen, a cura di J.-H. Martin, Prato 2003.
Chen Zhen. Invocation of washing fire, a cura di D. Rosemberg e Xu Min, Prato 2004.