Chen Gongbo
Politico cinese (Nanhai, Guandong, 1892-Suzhou, Jiangsu, 1946). Fu uno dei fondatori del PCC (1921), ma lasciò il partito l’anno successivo. Visse negli Stati Uniti e, tornato in Cina nel 1925, diresse The social, giornale rivoluzionario di Canton, e pubblicò il settimanale La critica rivoluzionaria (1927-28). Fece parte del Guomindang, il Partito nazionalista cinese, e divenne membro del comitato esecutivo centrale e sindaco di Shanghai. Si guadagnò in breve fama di acuto scrittore ed energico organizzatore. Dal 1932 al 1935 fu ministro dell’Industria. Durante la seconda guerra cino-giapponese (1937-45) collaborò con i giapponesi e, in opposizione al Partito nazionalista con Jiang Jieshi, aderì al movimento di Wang Jingwei per la salvezza nazionale (per il panasiatismo e contro l’ingerenza occidentale in Asia e il comunismo), diventando capo dello yuan (ramo del governo) legislativo del governo da questi presieduto a Nanchino (1940), succedendogli alla sua morte (1943). Dopo la fine della guerra fu condannato a morte e giustiziato.