chemsex
s. m. e agg. inv. Sesso sfrenato e prolungato, che si basa sull’assunzione di droghe per ottenere maggiore eccitazione e migliori prestazioni; a esso relativo.
• Non dormono e non mangiano per ore e giorni (anche tre): fanno solo sesso, con l’aiuto di psicofarmaci e droghe (illegali). È la moda del «chemsex», il sesso chimico, nata fra gli omosessuali maschi, ma che si sta diffondendo nella popolazione etero. Non è soltanto un fenomeno sociologico: sta diventando un problema sanitario, almeno in Gran Bretagna. (Adriana Bazzi, Corriere della sera, 5 novembre 2015, p. 25, Cronache) • Dal venerdì al lunedì, da un appartamento all’altro dell’hinterland ovest milanese, portando in tasca la «Maria di Pavia», o la «Madonna dei poveri». Non si trattava di pellegrinaggi, nonostante il pio nomignolo in gergo, come sanno bene gli investigatori che indagano nell’universo parallelo del «chemsex», delle orge intossicate da maratone di droghe sintetiche, e dei reati ad esso collegati. (Massimo Pisa, Repubblica, 18 dicembre 2016, Milano, p. IX) • «Che problema c’è? Queste feste le fanno ovunque in Europa, a Berlino e Amsterdam e Parigi», sembra voler giustificare l’appuntamento. Che sarebbe un «chemsex party», miscuglio di musica, droghe, sesso che dura ore. (Leonard Berberi, Corriere della sera, 26 febbraio 2017, p. 1, Prima pagina).
- Espressione inglese formata dal prefisso chem- aggiunto al s. sex.