CHASSELAS
. Sotto questo nome sono conosciuti diversi vitigni, aventi tutti alcuni caratteri comuni, e, fra gli altri, quello di essere delle ottime uve da tavola. Il più noto e diffuso in tutti gli stati viticoli è lo Chasselas dorato, varietà certo conosciuta e coltivata da molto tempo; F. J. Dochnahl (Der sichere Führer in der Obstkunde, Norimberga 1855-1860) ritiene anzi che la Vitis eugenia e la Vitis aminea dei georgici latini non fossero che questo vitigno.
È uva da tavola di prima qualità, avendo grappoli di media grandezza, conici, piuttosto spargoli, con acini medî, rotondi, di color giallo-verdastro, che diventa dorato e talora quasi rosato dalla parte del sole, con buccia fine, polpa croccante, sapore dolce, piacevole. Ha fruttificazione abbastanza abbondante e sicura. La maturazione è piuttosto precoce (si chiamano anzi di prima epoca di maturazione i vitigni che maturano contemporaneamente allo Chasselas dorato). Preferisce esposizioni calde, terreni leggieri, asciutti; teme le brinate primaverili, a causa del suo germogliamento precoce.
Questo vitigno, essendo assai diffuso, ha molti sinonimi: fra i più importanti ricordiamo: Chasselas de Fontainebleau, Chasselas de Montauban, Fendant, Gutedel, Krach-Gutedel, Early white.
Fra le altre varietà di Chasselas (che, secondo alcuni ampelografi e vivaisti, sarebbero numerosissime, mentre il nostro Rovasenda ritiene che, in realtà, esse non siano più di una dozzina, e che per il resto si tratterebbe di sinonimi), ricordiamo: 1) lo Chasselas cioutat, caratterizzato dalle curiosissime foglie laciniate, ricordanti quelle del prezzemolo; 2) lo Chasselas moscato, distinto dal delicatissimo sapore moscato, unito alla bellezza degli altri Chasselas; 3) lo Chasselas rosa (detto anche rose royal), dai bellissimi grappoli di color rosa violaceo molto vivo, con germogli rossi; 4) lo Chasselas violetto, pure con acini di color rosa violetto, ma che si distingue dai precedenti, perché fin dal principio della vegetazione si tingono di violetto germogli, nervature delle foglie, viticci e acini.
Bibl.: G. Molon, Ampelografia, Milano 1906; P. Viala e V. Vermorel, Ampelographie, Parigi 1901-1909.