CHARTRES (A. T., 32-33-34)
Città della Francia nordoccidentale, capoluogo del dipartimento di Eure-et-Loire, con 23.630 ab. (1926). È posta sulla riva sinistra dell'Eure, all'estremità del fertile altipiano della Beauce. Le strade della città vecchia sono scoscese e strette; lunghi e bei viali sorgono al posto delle antiche fortificazioni e uniscono la città al suburbio.
È sede di vescovato; vi sono inoltre un museo e una bella biblioteca con 80.000 volumi e 900 manoscritti.
Chartres, deposito dei prodotti della Beauce, è il centro di un attivo commercio: il grano è l'articolo più largamente esportato, ma non minore importanza ha l'esportazione del bestiame (cavalli e vitelli), delle lane, delle pelli, dell'alcool. L'industria comprende concerie, mulini, fonderie, vetrerie, fabbriche di cemento e di tessuti.
Passano da Chartres le due linee Parigi-Le Mans-Brest e Parigi-Saumur-Saintes-Bordeaux; altre ferrovie la uniscono a Orléans, Rouen, Auneau, Angerville.
Monumenti. - Situata su una spianata, ove già sorgeva una città gallo-romana, conserva della cinta medievale qualche tratto di mura e una porta fortificata (P. Guillaume). In linea con le mura venne elevata l'abside della cattedrale, secondo l'uso delle città episcopali della Gallia. Una prima cattedrale, probabilmente del sec. IV, fu distrutta dai Normanni; nel 1020 il vescovo Fulberto riprese la costruzione dell'edificio, che, non ancora terminato, fu distrutto dalla folgore nel 1194. Rimasero la facciata con le due torri, poi comprese nella nuova chiesa consacrata nel 1260, la quale è ancora quasi inalterata. Rimane della cattedrale di Fulberto anche la cripta posta sotto parte delle navate laterali e sotto il deambulatorio. Verso il 1200 la facciata fu allineata con le due torri, di cui la meridionale, finita nel 1165, ha caratteri normanni, e servi di modello alle più belle cuspidi dell'Île-de France. Il triplice portale, detto Portail royal, è opera capitale nell'arte europea, segnando l'esordio della scultura gotica. Vi è definitivamente organizzata la distribuzione iconografica delle figure, già iniziata a Saint-Denis, coi personaggi dell'antico testamento addossati alle colonne, e la glorificazione di Cristo e della Vergine nelle lunette. Rispetto allo stile, anche accettando la data del 1165, e rifiutando di crederle anteriori alla metà del sec. XII, le sculture del portale reale sono un miracolo. Nella ricostruzione del sec. XIII furono risolti i più delicati problemi di statica. Sino allora gli archi rampanti erano stati considerati un espediente e mal si distaccavano dalla copertura delle navate minori; a Chartres raggiungono la perfezione, diventano una caratteristica dell'architettura gotica, un elemento del suo stile. La struttura del coro è in perfetta armonia con quello della navata, il doppio deambulatorio risponde alle esigenze d'una chiesa, mèta di grandi pellegrinaggi. Come tutte le grandi cattedrali francesi, Notre-Dame di Chartres doveva avere due torri all'attacco dell'abside e due ad ogni facciata del transetto; nessuna di queste sei torri fu terminata, ma le due facciate del transetto, ciò nonostante, sono grandiose: un vasto portico a vòlta s'apre su una gradinata, la decorazione plastica vi è felicemente profusa. Non c'è nessuna continuità cronologica tra gli scultori del "portale dei re" e le numerose maestranze che lavorarono ai portali settentrionale e meridionale. Le sculture del portale settentrionale conservano ancora qualcosa di romanico: le figure dell'antico testamento, scolpite tra il 1210 e il 1220 da un maestro in cui è palese la conoscenza del portale della Vergine a Senlis, sono tra le opere principali dell'arte del Medioevo. Nelle sculture del portale meridionale s'indovina l'influenza di Notre-Dame di Parigi, nel secolo XIII inoltrato; ma non vi si nota però nessuna traccia del manierismo che già penetra la statuaria di Reims. Nell'arte vetraria la cattedrale di Chartres offre la più perfetta espressione delle tendenze del tempo. La vetrata con l'albero di Iesse e le altre due della facciata occidentale possono risalire all'ultimo terzo del sec. XII. Nella vetrata detta La belle verrière, del sec. XIII, è inserita una magnifica maestà, proveniente probabilmente dalla cattedrale romanica. Le vetrate delle navate laterali sono da porsi nel primo quarto del sec. XIII; quelle del deambulatorio, di poco posteriori, sono di una tecnica più sicura. Le vetrate all'incrocio delle navate sono fra le opere più felici dell'arte vetraria; e di valore eccezionale sono anche quelle dei due rosoni. Vi è inoltre nella cattedrale qualche vetrata dei secoli XIV e XV. Il coro è circondato da un tramezzo scolpito su disegni di Jean Texier, l'architetto che elevò il campanile settentrionale della facciata: è un complesso, la cui esecuzione si protrasse sino agl'inizî del sec. XVIII.
La chiesa di S. Andrea, consacrata nel primo quarto del secolo XII, ha navata a colonne con caratteristiche normanne. In quella di Saint-Père-en-Vallée parte delle navatelle è del sec. XII, la navata centrale e la parte superiore del coro furono eseguiti a varie riprese tra la metà del sec. XIII e gl'inizî del XIV; le vetrate sono del sec. XIV; Saint-Aignan, di stile tra il Gotico e il Rinascimento, pittoresco per la sua posizione sull'Eure, ha quattro belle vetrate della Rinascenza. Chartres è ricca di vecchie case, anche di legname e muratura, tra cui le più note sono la casa detta del "salmone", la casa dei "vecchi consoli" (rue Saint-Éman) con scala in torretta del sec. XVI, eseguita in legno su progetto destinato alla muratura. La più bella costruzione del Rinascimento è la stretta casa elevata nel sec. XVI dal medico Claude Huve. La città nuova ha bei palazzi dei secoli XVIl e XVIIl. Nel Museo, sono un raro paesaggio del Fragonard, e le opere principali del Bouchot, allievo del David. Chartres conserva inoltre un'opera notevole della statuaria romantica, il monumento al Marceau del Préault (1851). (V. tavv. CCXLVII-CCL).
Bibl.: G. Didron, Rapport de Monsieur de Salvandy sur la monographie de la cathédrale de Chartres (Estratto della Revue archéologique), Parigi 1855; Doublet De Boisthibault, Les vieilles maisons de Chartres, parigi 1873; Abbé Bulteau, Monographie de la Cathédrale de Chartres, voll. 3, Chartres 1891; W. Vöge, Die Anfänge des monumentalen Stils, Strasburgo 1894; Ch. de Beaumont, le Congrès archéologique de Chartres, Saint-Denis 1900; M. e E. Marraige, La façade de la Cathédrale de Chartres au Xe et au XIIIe siècle, Chartres 1900; id., The Sculptures of Chartres Chatedral, Cambridge 1909; R. de Lasteyrie, Le portait royal de Chartres, in Monuments Piot, 1901; E. Lefèvre-Pontalis, Les fondations de la façade de la Cathédrale de Charters, Caen 1901 (Estratto dal Bulletin monumental, 1901); id., Les façades successives de la Cathédrale de Chartres au XIe et XIIe s., Chartres 1902; id., Restitutions des façades de la Cathédrale de Chartres au XIe et XIIe s., Chartres 1902; id., Les architectes et la construction des Cathédrales de Chartres, Parigi 1905; Mayeux, l'abside de la Cathédrale de Chartres du IIIe au XIIIe siècle, 1902; id., Le porche occidental de la Cathédrale de Chartres 1909; id., Monographie monumentale de l'église St. André de Chartres et de la Chapelle Saint-Nicolas, Chartres 1912; Merlet, Les fouilles de la crypte et du choeur de la Cathédrale de Chartres (1901-1904), Vannes 1905; id., Les architectes de la Cathédrale de Chartes et la construction de la Chapelle Saint-Piat au XIVe siècle, Caen 1906; id., La Cathédrale de Chartres, Parigi; Abbé Metais, Le clocher vieux de la Cathédrale des Chartres, 1912; Ch. Challeire, Recherches sur Chartres, Chartres 1918; Mely, Le tour du choeur de la Cathédrale de Chartres, Chartres 1921; A. Clerval, Guide Chartrain, Chartres. Ses monuments. Sa cathédrale, 5ª ed., Chartres 1924; E. Houvet, Petit guide pratique et complet du touriste dans la cathédrale de Chartres, Chartres 1926; id., Monographie de la Cathédrale de Chartres.
La scuola di Chartres. - Tra le scuole filosofico-teologiche del sec. XII, quella di Chartres occupa una posizione eminente per l'importanza dei suoi rappresentanti e le loro particolari caratteristiche. La sua fondazione è attribuita generalmente a Fulberto vescovo di Chartres (v.). Il sistema di questa scuola era fondato soprattutto su Platone, il cui Timeo era diventato la norma per la dottrina sulle idee e per la filosofia naturale, e su Boezio, i cui scritti logici e metafisico-teologici riportavano molti concetti aristotelici e neoplatonici. Esercitarono influenza decisiva sui suoi concetti di storia naturale e di medicina le traduzioni dall'arabo fatte da Costantino Africano e l-opera di Adelardo di Bath, De eodem et diverso. Anche della nuova Logica di Aristotele (Analitici, Topica, Elenchi), si riscontra un'evidente influenza in questa scuola.
Una sua caratteristica è nel campo della conoscenza teoretica, e consiste in un accentuato realismo seguito nel problema degli universali. Nella cosmologia hanno gran parte sia le idee platoniche, alle quali corrispondono le formae nativae negli oggetti, sia la teoria atomica di Democrito. È notevole anche la grande importanza data alle questioni medico-naturalistiche e soprattutto a quelle fisiologico-psicologiche. L'orientazione neoplatonica porta con sé l'impiego non infrequente di formule di spiccato colorito panteistico. In realtà non si tratta che di designazioni in origine panteistiche, il cui significato non era ancora nettamente circoscritto, ma non impiegate in senso veramente panteistico.
Rappresentarono la scuola di Chartres: Bernardo di Chartres (v.); suo fratello minore Thierry di Chartres, morto verso il 1150; Bernardo Silvestre (v.); Clarembaldo (prevosto) di Arras, morto dopo il 1170, il quale compose un commento sul De Trinitate di Boezio; Guglielmo di Conches; Gilberto Porretano e altri.
Bibl.: Per la storia della scuola è particolarmente importante il Metalogicus di Giovanni di Salisbury (ediz. in Migne, Patr. lat., CIC, secondo l'edizione di J.A. Giles, Oxford 1848); B. Silvestris, De Mundi Universitate, II (ed. C. S. Barach e J. Wrobel, Innsbruck 1876); W. Jansen, Der Kommentar des Clarenbaldus von Arras zu Boethius De Trinitate, Breslavia 1926; A. Clerval, Les écoles de Chartres au moyen-âge, Parigi 1895; M. Grabmann, Die geschichte der scholastischen Methode, II, Friburgo 1911, pp. 407-476; M. De Wulf, Histoire de la Philosophie Médiévale, I, Lovanio 1925, pp. 141-147; 156-159; Ueberweg-Geyer, Die patristische und scholastische Philosophie, Berlino 1928, pp. 226-250; R. Lane Poole, Illustrations of Medieval Thought, Oxford 1922; E. Gilson, La cosmogonie de Bernardus Silvestris, in Archives d'Hist. doctrinale et littéraire du Moyen Âge, III, Parigi 1928; pp. 5-24; P. Duhem, Le Système du Monde, III, Parigi 1915, pp. 184-197.