BONSTETTEN, Charles Victor de
Scrittore svizzero, nato a Berna il 3 settembre 1745, di antica famiglia di baroni del Sacro Romano Impero, originaria dell'Argovia e già resa illustre negli studî da Albrecht v. B. (1442-1504), storico e umanista, abate di Einsiedeln, che visse dal 1470 al 1474 in Italia, ebbe relazioni con il duca Galeazzo Sforza e con il doge Mocenigo, godé la benevolenza di Innocenzo VIII e dell'imperatore Federico III e con la sua opera personale conferì nuovo prestigio alla celebre abbazia, che arricchì di manoscritti del Petrarca. Bailli di Gessenay e poi di Nyon, il B. rivestì importanti cariche nella pubblica amministrazione, rendendo eminenti servigi al paese: anche la rinascita economica e sociale del Canton Ticino trasse in parte gli inizî dalla coraggiosa ed energica opera da lui compiuta come ispettore dei comuni della regione nel 1795-97. Caduta Berna nelle mani dei Francesi; nel 1798, si ritirò a vita privata, dedicandosi completamente agli studî: nel 1798-1801 soggiornò in Danimarca, a Copenaghen: nel 1802-03 accompagnò Friederike Brun (v.) in Germania e in Italia; e, al ritorno, si stabilì a Ginevra. Amico fraterno dello storico Johann von Müller, si era dapprima occupato di problemi storici e sociali (Briefe über ein Schweizerisches Hirtenland, in traduzione tedesca di J. v. Müller, nel Deutscher Merkur, 1781; Briefe über die Erziehung der bernischen Patrizier, 1785; Über Nationalbildung, 1802; e gran parte degli scritti riuniti più tardi nei 4 voll. delle Neue Schriften, pubblicate a Copenaghen, 1799-1801: v. nei voll. III e IV le relazioni sul Canton Ticino); in lunga consuetudine di amicizia e di vita con Mathisson (v.) e Friederike Brun, si volse in seguito anche alle lettere e alla poesia (Schriften, 1782 e vol. II delle Neue Schriften, 1799): finché, a Ginevra, la vicinanza del castello di Coppet lo attrasse definitivamente nell'orbita di Madame de Staël. In giovinezza era stato discepolo del naturalista e filosofo Bonnet, e non aveva tal forza di pensiero che gli permettesse di liberarsi interamente dall'ideologia sensista, in cui la sua mentalità si era formata: lo spiritualismo del saggio filosofico Études de l'homme (2 voll., 1821) restò difatti vago e spesso contraddittorio. Ma nuova, moderna era già, per molti riguardi, la sua sensibilità. Il Voyage sur la scène des six derniers livres de l'Eneide (1804) anticipa, per il vivo senso della malinconica e grandiosa poesia della Campagna Romana, la lettera famosa dello Chateaubriand. Il saggio d'estetica Essai sur la nature et les lois de l'imagination (1807), malgrado l'incertezza delle idee generali, contiene osservazioni sottili e ingegnose. Il saggio storico e psicologico L'homme du Midi et l'homme du Nord (1824) è ricco di esperienza vissuta, nella quale il problema, che dopo Montesquieu era sempre stato vivo, s'illumina, a tratti, di luce nuova. Le divagazioni su La Scandinavie et les Alpes (1826) costituiscono forse, nei paesi latini, la prima concreta rivelazione del mondo poetico e mitologico scandinavo. Mancò al B. la capacità di elevarsi al disopra di una analitica considerazione dei particolari; e ciò lo irretì in una certa angustia mentale, in cui si dibatté spesso invano; ma, nella storia del romanticismo nascente, la sua figura di uomo di transizione, in cui l'intellettualismo francese e la nuova spiritualità germanica confluiscono insieme senza riuscire completamente a fondersi, ha un rilievo singolare. Anche quando i nuovi tempi avanzarono, le giovani generazioni circondarono di rispetto la sua verde vecchiezza operosa, resa solitaria da gravi lutti famigliari. Morì a Ginevra il 3 febbraio 1832.
Bibl.: Interessanti per la storia letteraria del tempo, in Francia e in Germania, sono i suoi Souvenirs, Parigi 1832; e altrettanto interessanti gli epistolarî: Briefe eines jungen Gelehrten an seinen Freund (J. v. Müller), 1802; Briefwechsel von K. V. v. B. mit F. Mathisson, Zurigo 1827, da completarsi con lettere del Mathisson in Euphorion, 1921; Briefe von K. V. v. B. an F. Brun, Francoforte 1829; Briefe von K. V. v. B. an Zschokke, in Zschokke, Prometheus für Licht und Recht, II, Saarau 1832. Su B. e Mad. de Stäel, v. Blennerhasset, Frau von Staël, Berlino 1889 segg. e P. Kohler, Madame de Staël et la Suisse, Losanna 1916. Sul B. stesso e sulla sua opera v. M. L. Horking, Ch. v. B., sa vie, ses øuvres, Losanna 1920.