Vanel, Charles
Attore cinematografico francese, nato a Rennes (Ille-et-Vilaine) il 21 agosto 1892 e morto a Cannes il 15 aprile 1989. Caratterista di valore, raggiunse l'apice della notorietà internazionale a più di cinquant'anni, nelle vesti di personaggi solidi e impassibili, che il suo volto segnato e la sua andatura lenta erano capaci di rendere temibili: significativi i suoi contributi in Les diaboliques (1955; I diabolici) di Henri-Georges Clouzot e in To catch a thief (1955; Caccia al ladro) di Alfred Hitchcock. Durante la sua lunga carriera cinematografica V. recitò in circa duecento film (l'ultimo dei quali all'età di 96 anni), interpretando moltissimi ruoli: borghese, contadino, marinaio, poliziotto, malvivente e altri. Vinse al Festival di Cannes il premio come migliore attore con Le salaire de la peur (1953; Vite vendute o Il salario della paura) di Clouzot e ottenne un David di Donatello come attore non protagonista in Tre fratelli (1981) di Francesco Rosi.
Poco dopo il debutto teatrale V. entrò nel mondo del cinema cercando di compensare, con film di ambientazione marinaresca, la rinuncia all'antica passione di diventare marinaio, come testimoniano Pêcheurs d'Islande (1924) di Jacques de Baroncelli e La femme du bout du monde (1937) di Jean Epstein. Proseguì la carriera alternando prove con grandi registi (Julien Duvivier, Jacques Feyder e in particolare Jean Gremillon con il film Le ciel est à vous, 1944, Il cielo è vostro) a interpretazioni in film di minor spessore. Fu poi perfetto come investigatore inflessibile in Les diaboliques, seguito da La mort en ce jardin (1956; La selva dei dannati) di Luis Buñuel.
Lavorò assiduamente anche in Italia con registi come Pietro Germi (In nome della legge, 1949), Augusto Genina (Maddalena, 1954), Alberto Lattuada (La steppa, 1963), Ettore Scola (La più bella serata della mia vita, 1972), Rosi (Cadaveri eccellenti, 1976; Tre fratelli).
J. Cartier, Monsieur Vanel: un siècle de souvenirs, un an d'entretiens, Paris 1989.