LAVIGERIE, Charles-Martial-Armand
Cardinale francese, nato a Huire (Baiona) il 13 ottobre 1825, morto in Algeri il 27 novembre 1892. Insegnò letteratura latina all'Ècole des carmes (1848) e storia ecclesiastica alla Sorbona (1854). Si mostrò abile organizzatore, con l'istituzione soprattutto dell'Oeuvre des écoles d'Orient; nel 1860 si recò in Siria per distribuire soccorsi raccolti da lui medesimo. Fu uditore della Rota Romana per la Francia (1860), poi vescovo di Nancy (1863). Promosso all'arcivescovato di Algeri (1867), intraprese un attivo movimento di assimilazione e conversione dei musulmani mediante i Padri bianchi e le Suore bianche, congregazioni da lui fondate (1868); impiantò asili, orfanotrofî, scuole industriali, colonie agricole, fin nel Sahara occidentale e nel Sudan di cui era delegato apostolico, e nei cinque vicariati dell'Africa equatoriale. Amministrò la diocesi di Costantina (1871) e il vicariato di Tunisi, quando questa città passò alla Francia (1881). Eletto cardinale (1881), fu il primo primate della ristabilita sede di Cartagine. Si adoperò indefessamente per l'abolizione della schiavitù e fondò la Società antischiavista (1888). Quantunque avesse più volte mostrato in politica una forte tendenza legittimista, pure accettò le direttive di Leone XIII (1890) relativamente alla posizione dei cattolici francesi di fronte alla repubblica. Scritti principali: Essai sur l'Ècole chrétienne d'Édesse (Parigi 1850); Exposé des erreurs doctrinales du jansénisme (ivi 1858); discorsi, relazioni, ecc., in Oeuvres choisies, voll. 2 (ivi 1884).