Uomo politico (Pont-Saint-Esprit 1578 - Longueville 1621). Amico e consigliere di Luigi XIII, sfruttò la sua influenza sul re per far uccidere il primo ministro Concini ed ereditarne le cariche. Ottenuto il controllo del regno fece allontanare Maria de' Medici da corte e attuò una politica fortemente incentrata sulle sue personali ambizioni, ma dovette domare una sollevazione dei nobili. Fu ostile agli ugonotti e in politica estera sostenne la cattolica Austria.
Dapprima paggio, poi inseparabile amico di Luigi XIII, e osteggiato perciò da C. Concini, riuscì, d'accordo col re e con altri, a far uccidere (1618) il potente ministro, impadronendosi subito del potere e di gran parte della sua eredità. Allontanò dalla corte la regina madre, Maria de' Medici; sposata nel frattempo (1617) Maria di Rohan duchessa di Montbazon, si creò un partito che gli assicurava l'appoggio dei Rohan, dei Lesdiguières, dei Condé, dei Guisa, e conferì onori e ricchezze ai membri della sua famiglia; deluse però l'opinione pubblica non attuando alcuna delle riforme proposte. Si ebbe allora la sollevazione dei grandi: Mayenne, d'Épernon, Longueville, Vendôme, Maria de' Medici; e, nonostante i successi delle truppe regie, L. venne a un accomodamento (trattato di Angers, 1620) che dava alla regina madre il diritto di avvicinare suo figlio. In politica estera L. riuscì a ristabilire la pace fra Filippo III di Spagna e il duca di Savoia sulla base del ritorno allo statu quo (trattato di Parigi, 1617), ma appoggiando la casa d'Austria contro i protestanti screditò la Francia presso costoro. All'interno attuò una politica di forza contro gli ugonotti, che, se ottenne il ristabilimento del culto cattolico nel Béarn e nella Navarra, provocò d'altra parte un'insurrezione. Combattendo i dissidenti all'assedio di Montauban, L. non fu pari alla situazione. Sembrava che per la sua inettitudine dovesse perdere il favore del sovrano, quando fu colto dalla morte.