CHARITON o CHARITOS (Χαρίτων o Χάριτος)
Il nome, al genitivo Χαρίτπυ, appare sulla base di un simulacro di dea raffigurato su una gemma prima presso il Casanova, direttore dell'Accademia di Dresda, passata poi a Londra e, successivamente, in una collezione privata russa. La raffigurazione piuttosto complessa presenta dietro la statua di dea la facciata di un tempio; ai lati due figure femminili ammantate e altre due più lontane. Il King ritiene la gemma falsificazione moderna, forse opera del Casanova. Lo Stefani, che la considerava autentica, vedeva nel nome non la firma dell'incisore, ma l'indicazione che il tempietto era dedicato a Charitos. L'iscrizione di una seconda gemma presenta il nome, pure al genitivo, ma nella forma Χαρίτωνος; si tratta di una corniola con testa frammentaria di: Eracle con leontè. Anche questa gèmma si ritiene concordemente opera moderna.
Bibl.: R. E. Raspe, Catalogue de Tassie, Londra 1791, n. 6424; C. I. G., IV, 7279; C. W. King, Handb. of Engrav. Gems, Londra 1866, p. 326; H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., II, Stoccarda 1889, p. 607.