CHARITÉ-SUR-LOIRE
LaVillaggio della Francia centrale (dip. Nièvre) sorto intorno all'omonimo priorato originato nel 1059 dalla donazione all'abbazia di Cluny da parte del vescovo di Auxerre Goffredo di Champallement, con l'assenso di Guglielmo conte di Nevers, della chiesa in rovina di Notre-Dame, che sarebbe diventato una delle cinque filiazioni dirette dell'abbazia borgognona. Dopo un considerevole sviluppo nei secc. 11° e 12°, durante i quali arrivò a contare ca. duecento monaci, il priorato conobbe una fase di ristagno nel sec. 13°, per poi subire con le guerre di religione - nel corso delle quali una parte dei monaci e della popolazione del paese venne massacrata e la chiesa seriamente compromessa - gravi danni dai quali non poté riprendersi, nonostante la vita conventuale sia continuata fino alla Rivoluzione francese.Dell'edificio religioso eretto tra la fine del sec. 11° e l'inizio del 12° non resta che qualche parte: il vasto capocroce a deambulatorio con cinque cappelle radiali, il transetto provvisto su ogni braccio di due cappelle orientate e quattro campate del corpo longitudinale, restaurate nel sec. 17°; le cinque campate occidentali del corpo longitudinale, distrutte dagli ugonotti nel sec. 16°, non furono mai ricostruite, mentre rimane isolata la torre nord della facciata occidentale.Scavi archeologici recenti, effettuati a E e S-E della chiesa, hanno riportato alla luce i resti del primo insediamento monastico dell'11° secolo.Molte fonti concorrono a fornire informazioni sul progredire della costruzione della chiesa: nel 1076 Goffredo di Champallement fu sepolto nel coro; nel 1087 il primo priore, Gerardo, fu inumato vicino all'altare maggiore; nel 1107 Pasquale II consacrò l'altare maggiore e procedette alla dedicazione dell'edificio, il quale fu però terminato solo negli anni 1130-1135, quando furono elevate le campate occidentali del corpo longitudinale e la facciata. Nel frattempo, come ha rivelato l'indagine archeologica, il capocroce consacrato dal papa era stato ricostruito secondo un differente progetto.Il più antico capocroce della C., con le sue sette cappelle scalari parzialmente conservate, riprendeva in scala particolarmente ampia un impianto molto diffuso nel sec. 11° in Borgogna, nella valle della Loira e in Normandia, dove però la maggior parte degli edifici di questo tipo presenta solo cinque cappelle. L'alzato di questo primo coro non può essere ricostruito, ma quello del transetto che lo completava è ben leggibile nonostante le trasformazioni successive delle parti alte: esso colpisce per l'attenzione posta nella scansione ritmica, sottolineata in ogni campata da una semicolonna che sale a sostenere l'arco di scarico, e per l'importanza accordata all'illuminazione (una grande finestra per campata); senza dubbio al di sopra degli archi di scarico si sviluppava una volta a botte a pieno centro. Un corpo longitudinale a cinque navate doveva completare il capocroce e il transetto, ma solamente i muri d'ambito e le prime campate orientali erano certamente impiantati quando fu decisa la ricostruzione del capocroce. L'architetto si ispirò alla pianta e all'alzato di Cluny III: deambulatorio a cinque profonde cappelle radiali e alzato a tre livelli (grandi arcate, triforio, cleristorio); ovunque regnano l'arco spezzato, l'apparecchiatura colossale, i pilastri scanalati caratteristici delle costruzioni cluniacensi. L'alzato a tre livelli si ritrova nel corpo longitudinale, portato a termine in maniera tale da integrarsi armonicamente con il nuovo capocroce, mentre il transetto del sec. 11° venne solamente sopraelevato.La facciata occidentale era in origine aperta da due portali, posti entrambi in corrispondenza della navata mediana: quello meridionale fu spostato nel sec. 19° all'interno della chiesa; l'altro, lasciato nella collocazione originaria, reca le tracce delle mutilazioni subìte. Entrambi sono scolpiti secondo un programma iconografico molto elaborato: in quello ancora in situ compaiono sull'architrave l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività e l'Annuncio ai pastori; nella lunetta il Cristo entro una mandorla accoglie la Vergine accompagnata da angeli, secondo una rara iconografia dell'Assunzione. Sull'architrave dell'altro portale continua, con l'Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio, il ciclo dell'Infanzia di Cristo; la lunetta presenta la Trasfigurazione, la cui festa era stata introdotta nel 1132 nella liturgia cluniacense. I caratteri iconografici e stilistici di questi portali sono stati spesso confrontati con quelli del portale dei Re di Chartres.
Bibl.: L. Serbat, La Charité, CAF 80, 1913, pp. 374-400; M. Anfray, L'architecture religieuse du Nivernais au Moyen Age. Les églises romanes, Paris 1951, pp. 62-98; R. Raeber, La Charité-sur-Loire. Monographie der romanischen Kirche Notre-Dame unter spezieller Berücksichtigung der Skulpturen, Bern 1964; J. Vallery-Radot, L'ancienne prieurale Notre-Dame à La Charité-sur-Loire. L'architecture, CAF 125, 1967, pp. 43-85; M.L. Thérel, Les portails de La Charité-sur-Loire. Etude iconographique, ivi, pp. 86-103; S. Renimel, L'établissement clunisien primitif de La Charité-sur-Loire. Bilan préliminaire des découvertes archéologiques de 1975, BMon 134, 1976, pp. 169-227.E. Vergnolle