CHAPULTEPEC (IX, p. 935)
Castello presso Città del Messico, dal quale ha preso nome l'atto di "assistenza reciproca e solidarietà americana", firmato il 3 marzo 1945 alla "conferenza interamericana sui problemi della guerra e della pace" (21 febbraio-8 marzo 1945).
Convocata dall'Unione panamericana come conferenza speciale, dopo aver accantonato la richiesta di una conferenza fatta dall'Argentina, vi presero parte il segretario di stato degli S. U. (Stettinius) e i ministri degli Esteri delle altre repubbliche, ad eccezione dell'Argentina e del Salvador, quest'ultimo in piena rivolta e il cui regime non era stato riconosciuto dagli S. U.
L'Atto di Chapultepec ricorda nel preambolo le dichiarazioni di principio fatte dalle diverse conferenze interamericane (non-riconoscimento di acquisti territoriali fatti con la forza; obbligo di risolvere le controversie interamericane attraverso l'arbitrato e la conciliazione, o la consultazione reciproca; "rispetto della personalità, sovranità e indipendenza di ogni stato americano come essenza dell'ordine internazionale fondato sulla solidarietà continentale"; rispetto dei trattati) e riafferma nella I parte che ogni attacco contro uno stato americano dovrà essere considerato come aggressione contro gli altri stati firmatarî, che in tal caso, o di fronte a una minaccia di aggressione, si consulteranno sulle misure da prendere. La II parte dell'Atto raccomanda che si proceda alla redazione di un trattato relativo a tali misure; la III stabilisce che dichiarazione e raccomandazione costituiscono un accordo regionale da conformare con i principî e gli scopi dell'organizzazione internazionale generale.
I convenuti firmavano inoltre l'8 marzo un documento riassuntivo, in tre parti. Nella I, sulla difesa politica e militare, deplorando la mancata partecipazione dell'Argentina, la riconoscevano come parte integrante del sistema interamericano, auspicandone la collaborazione, sempre che avesse ispirato la sua politica all'Atto di Chapultepec, a cui essa aderì il 4 aprile 1945. A proposito di Dumbarton Oaks e della imminente assemblea delle N. U. a S. Francisco, i firmatarî formulavano il voto che i poteri dell'assemblea venissero resi più ampî, che le controversie interamericane venissero risolte secondo procedure interamericane, che fosse data una rappresentanza adeguata all'America latina nel Consiglio di sicurezza (v. nazioni unite, in questa App.). Si raccomandava la formazione di una commissione militare permanente; di non dare asilo a criminali di guerra e di reprimere attività sovversive delle potenze dell'Asse sui proprî territorî. Per rafforzare il sistema interamericano venne deciso di tenere una conferenza plenaria ogni quattro anni, mentre i rispettivi ministri degli Esteri si sarebbero riuniti una volta l'anno. Proclamato il libero accesso alle informazioni, la necessità del controllo degli armamenti, riaffermata l'adesione ai principî della Carta atlantica, veniva infine rivolto un plauso allo sforzo bellico del Canada, di cui si auspicava la collaborazione entro il sistema interamericano.
Questioni economiche. - In una "Carta economica delle Americhe" veniva stabilito di favorire l'iniziativa privata, il diritto ad un uguale accesso alle materie prime, un giusto trattamento per il capitale e le iniziative straniere, l'eliminazione del nazionalismo economico, ecc.
Rapporti sociali e culturali. - Veniva raccomandata una legislazione per la protezione delle classi lavoratrici e lo sviluppo delle assicurazioni sociali. Affermata l'uguaglianza di diritti e di possibilità per tutti, senza riguardo alla razza o alla religione, si esortavano i paesi intervenuti a dichiararsi favorevoli ad un "sistema di protezione internazionale dei diritti dell'uomo".
Bibl.: O. Holmes, The Mexico City conference and regional security, in Foreign Policy Reports, 1° maggio 1945.