Regista cinematografica belga (Bruxelles 1950 - Parigi 2015). Figlia di ebrei polacchi emigrati in Belgio, ha girato il primo cortometraggio nel 1968 (Saute ma ville) e ancora molto giovane ha vissuto per qualche tempo a New York; qui ha conosciuto A. Warhol, J. Mekas e S. Brakhage, che con la loro arte sperimentale ne hanno influenzato l’opera. Dopo Je, tu, elle (1974), nel 1975 A. ha diretto il suo secondo lungometraggio, Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles; la pellicola è stata accolta con entusiasmo non solo dalla critica ma anche dal pubblico internazionale. Tra i lavori più recenti si ricordano Un divan à New York (1996), La captive (2000, liberamente ispirato a La prisonnière di M. Proust), Là-bas (2006, documentario), La folie Almayer (2011, da Almayer’s Folly - A story of an eastern river di J. Conrad) e il docufilm No home movie (2015), ritratto intimo del suo rapporto con la madre. A. ha recitato in molti dei film che ha diretto ed è apprezzata anche per le sue installazioni video.