CHANIA
Località nell'isola di Creta. Solo dal 1964, da quando cioè la zona occidentale di Creta ha avuto un proprio servizio archeologico, nel sito di Ch. sono iniziati scavi sistematici. Prima di quella data erano state portate alla luce solo poche tombe tardo minoiche, ellenistiche e romane. Gli scavi condotti principalmente sulla collina di Kastelli, nell'area del vecchio porto, che era il centro dell'insediamento preistorico, hanno dimostrato una ininterrotta occupazione del sito dal Neolitico Finale (c.a 3000 a.C.) ai nostri giorni.
Del Neolitico Finale esistono trovamenti isolati, ma non si sono identificate strutture. Lo stesso sembrerebbe potersi dire per l'Antico Minoico I: poche ciotole intere appartengono a questo periodo.
Nell'Antico Minoico II l'insediamento di Kastelli diviene alquanto esteso e in molte aree scavate sono stati individuati resti architettonici di case ben costruite con pareti intonacate e con il caratteristico focolare circolare ribassato. Tra le ceramiche compaiono diversi esempi di importazioni e di imitazioni locali del tipo Vasilikì. Vi è inoltre la prima chiara evidenza ceramica per i contatti con la Grecia continentale e le Cicladi rappresentata da frammenti di «salsiere». Infine, è stato identificato almeno un laboratorio per la lavorazione dell'ossidiana, mentre si hanno prove dell'introduzione della lavorazione dei metalli.
Il successivo Antico Minoico IlI-Medio Minoico I A non sembra essere stato molto meno esteso. Tra i rinvenimenti sono degne di nota le tazze incise e quelle nella tecnica «protobarbotine», che trovano esatti paralleli in esemplari rinvenuti a Citera.
Il periodo protopalaziale è relativamente poco chiaro nel sito, poiché i suoi livelli vennero in larga misura spianati da costruzioni del periodo neopalaziale. Resti architettonici sparsi e ampi depositi di ceramica testimoniano una larga estensione del sito che doveva essere di una qualche importanza. Si sono rinvenute imitazioni locali e ceramiche Kamares di importazione. La lavorazione dell'ossidiana è ancora attestata.
Al periodo successivo risale la parte meglio conservata dell'insediamento dell'Età del Bronzo, che dà l'impressione di una grande città dall'urbanistica pianificata, con case costruite a isolati e divise da strette strade e piccole piazze. Da questo momento l'insediamento diviene uno dei più importanti di Creta. Nelle case si sono individuate tutte le strutture architettoniche note altrove nell'isola (un bacino lustrale, polýthyra, pozzi di luce, facciate a blocchi squadrati, sale di ingresso, estesi sistemi di drenaggio, ecc.). Diversi frammenti di affreschi con motivi vegetali dimostrano che alcuni ambienti all'interno delle case erano decorati con pitture di tipo naturalistico.
Nelle case del Tardo Minoico I si sono identificati locali per l'immagazzinamento, una cucina e indizi di industrie domestiche come la tessitura (resti di un telaio), e la macinazione di frumento e di legumi. Tra i rinvenimenti nelle case sono degni di nota anche una tavola da offerte, vasi in pietra e un piede in terracotta di grandezza metà di quella naturale.
Nello scavo di Katrè si è rinvenuto (fuori del suo contesto) l'archivio in lineare A, secondo per grandezza fra tutti quelli scoperti finora a Creta, che comprende, oltre alle tavolette, rondelle e noduli di tutti i tipi. Questi oggetti dovevano essere appartenuti in origine a un archivio centrale dell'insediamento, ma si sono rinvenute prove anche dell'esistenza di un'amministrazione all'interno delle singole unità familiari. Questa città, come tante altre a Creta, venne distrutta da un grande incendio intorno al 1450 a.C.
Seguì un periodo di rioccupazione delle rovine degli edifici distrutti alla fine del Tardo Minoico I. I trovamenti di questo periodo indicano, comunque, un'epoca di prosperità: inizia una produzione di ceramica, tipica di un atelier locale, detta «cidonia»; è presente lo «stile di palazzo» cnossio; sono provati contatti con tutto l'Egeo e il Mediterraneo orientale. E sempre in questo periodo che Kydonìa è menzionata su una stele del tempio di Amenophis III. Come a Cnosso questo periodo sembra concludersi con una distruzione per incendio.
La fase del Tardo Minoico III A2 - III C è tra le meglio documentate a Ch., con quattro differenti strati di insediamento. Nel Tardo Minoico II A2 vennero costruiti nuovi edifici, rifatti ancora agli inizi del Tardo Minoico III B1, alla fine del quale si nota una distruzione. Il sito fu ricostruito nel Tardo Minoico III B2, e mostra tracce di una nuova distruzione per incendio. Caratteristica di questi tre strati di insediamento è una chiara influenza micenea nell'architettura, nelle attività artigianali e, non ultima, nelle anfore a staffa con iscrizioni in lineare B, in larga misura esportate verso il continente greco. Di grande importanza è il rinvenimento, effettuato negli anni 1989 e 1990, di 3 tavolette in Lineare B, una delle quali rinvenuta in situ, su un pavimento del Tardo Minoico III B1. Un'altra caratteristica è la grande ricchezza di contatti con il mondo circostante, verificabile nelle cospicue importazioni non solo da altre aree di Creta, ma anche dal continente miceneo, come pure dalle Cicladi, dall'area siro-palestinese, da Cipro e dall'Italia meridionale. Prodotti di botteghe locali cidonie sono stati rinvenuti, peraltro, nelle medesime aree fino alla Sardegna.
È probabile che questo sito sia da identificarsi con la ku-do-ni-ja (Κυδωνιά) sulle tavolette in Lineare Β da Cnosso.
Nel Tardo Minoico III C l'insediamento venne ricostruito, ma non mostra la stessa varietà di contatti esterni; sembra che a un certo punto il sito sia stato abbandonato: sui pavimenti delle case del Tardo Minoico III C non si è rinvenuto praticamente nulla. Per quanto concerne il periodo storico la maggior parte degli studiosi identifica l'attuale città di Ch. con il sito di Kydonìa di età classica, una delle più potenti città-stato di Creta. Sulla base delle testimonianze delle fonti antiche essa fiorì nel corso del V e del IV sec. a.C. e il suo territorio si estendeva dal Capo Spatha a O al Capo Melecha a E e verso S fino ai piedi dei Monti Bianchi. Nel successivo periodo ellenistico Kydonìa prese parte attiva alle contese tra le città cretesi. Sono forse le rovine di questa città che vengono alla luce in vari punti al centro della città moderna e sulla collina di Kastelli.
Nel periodo geometrico e nel primo arcaismo il sito fu apparentemente abitato, ma la documentazione è scarsa e limitata a pochi e insignificanti resti architettonici e a un numero maggiore di fosse di scarico, colme di frammenti di ceramica, tra cui possono distinguersi importazioni dall'Attica, da Corinto, da Argo e dall'Eubea. Il rilievo in calcare conservato nel museo di Ch. con la rappresentazione del simulacro di una dea in un sacello protetto da arcieri, sembra appartenere al momento di passaggio tra l'VIII e il VII sec. a.C.
La vita della città nel VI sec. a.C. manca ancora di documentazione, come assai scarsi sono i resti archeologici della Kydonìa classica.
Sono pochi i resti architettonici del periodo ellenistico, mentre i trovamenti attestano contatti con le Cicladi e anche con l'Italia meridionale. Il rinvenimento più vistoso di questo periodo è una tomba gentilizia con nove camere sepolcrali e ricchi corredi.
La città raggiunge la sua massima estensione nell'età romana. Resti di notevoli edifici con mosaici e impianti termali sono stati rinvenuti a Ch. in diversi luoghi. Interessanti esempi di scultura di età romana sono esposti nel Museo Archeologico.
Il periodo paleocristiano e documentato da resti di una grande basilica a due navate con mosaici, scoperti nel 1990.
Le necropoli erano situate all'esterno della città antica e intorno a essa. Tombe minoiche sono frammiste a tombe geometriche, classiche, ellenistiche e romane.
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(E. Hallager – M. Vlasakis)