CHALLENGER
Pirocorvetta di 2306 tonnellate messa a disposizione dal governo inglese per una spedizione oceanografica, promossa dalla Royal Society, allo scopo di estendere i risultati scientifici delle spedizioni precedenti.
Il governo inglese affidò l'allestimento, della spedizione, che durò dal 1870 al 1872, all'ammiraglio G. H. Richards, allora idrografo dell'ammiragliato, dal quale era partita l'iniziativa. Mentre le altre spedizioni si erano limitate a esplorare le zone marine adiacenti alle terre o mari chiusi, questa invece doveva circumnavigare il globo, facendo sondaggi nelle profondità abissali e investigando le condizioni fisiche, chimiche, geologiche e biologiche dei grandi oceani coi più recenti metodi e strumenti. Il comando della nave fu assunto dal capitano George Nares, il quale era coadiuvato da una scelta schiera di ufficiali specialisti; la direzione scientifica delle ricerche venne affidata al prof. Wyville Thomson, cui erano aggregati i biologi dott. John Murrav e H. N. Moseley, il dott. R. von Willemoes-Suhm, il chimico e geologo J. Y. Buchanan, e il dott. J. J. Wild. La nave partì nel dicembre del 1872 e per quasi un anno incrociò l'Atlantico, attraversandolo varie volte e toccando Teneriffa, le Azzorre, le Bermude, Madera, le Isole del Capo Verde, Bahia e Tristan da Cunha. Doppiato nell'ottobre 1873 il Capo di Buona Speranza, entrò nell'Oceano Indiano e visitò le isole sparse fra il 45° e il 50° di lat. S. giungendo nel gennaio 1874 alle Kerguelen. Volta la prua a sud, fu la prima nave a vapore che varcasse il circolo polare antartico; ma, non essendo comprese nel programma ricerche speciali in quei mari polari, volse verso nord in direzione di Melbourne, e iniziò l'esplorazione del Pacifico occidentale, passando per la Nuova Zelanda, le isole Figi, i mari della Sonda, di Celebes, della Cina sino a Hong-Kong; di là continuò sino a Yokohama, indi, presa la rotta delle isole Hawaii e Paumotu, traversò il Grande Oceano in direzione di Valparaiso, costeggiò il Chile, entrò nello Stretto di Magellano e, risalita la costa dell'America Meridionale sino a Montevideo, traversò un'ultima volta l'Atlantico e tornò in Inghilterra nel maggio 1876, dopo oltre tre anni e sette mesi di crociera.
Durante il viaggio furono compiuti più di 500 scandagli di mare profondo, mentre contemporaneamente si raccoglievano saggi di fondo, campioni d'acqua a varie profondità e di organismi marini, si eseguivano osservazioni magnetiche ogniqualvolta fosse possibile e ogni due ore si registrava la temperatura superficiale. Le ricchissime collezioni zoologiche vennero incorporate nel British Museum, altre furono conservate nell'università di Edimburgo sino a quando fu fondato in quella città uno speciale istituto, il Challenger Office, al quale fu affidato lo studio e l'elaborazione dei materiali raccolti e la pubblicazione, che avvenne a spese del governo inglese, dei risultati scientifici. Alla direzione fu preposto sir Wyville Thomson, e dopo la sua morte, avvenuta nel marzo 1882, il dott. John Murray. La monumentale opera, che porta il titolo di Report on the scientific results of the voyage of H. M. S. Challenger durin the years 1872-76 under the command of captain sir George Nares and the late Sir C. Wyville Thomson and now of John Murray, fu pubblicata negli anni dal 1880 al 1895; essa consta di 50 volumi in 4°, in un complesso di 29.500 pagine illustrate e accompagnate da 3000 tavole e carte. Vi collaborarono scienziati e specialisti di ogni nazione, ma principalmente inglesi. I primi due volumi contengono la narrazione particolareggiata della crociera e delle escursioni in terraferma con brevi accenni ai risultati delle ricerche in ogni ramo della scienza, e l'elaborazione delle osservazioni magnetiche e dei dati meteorologici. Vi è annessa una carta in proiezione mercatoriana, nella quale sono segnate le maggiori profondità conosciute ed è indicata, per la prima volta, con una certa approssimazione, la configurazione del fondo oceanico per mezzo di curve isobate. Alla chimica e fisica sono dedicati due volumi con varie monografie. Dalle analisi più accurate dei saggi d'acqua delle varie profondità è rimasta confermata la teoria di Forchhammer, che cioè in generale le acque oceaniche hanno dappertutto la medesima composizione, quantunque nelle grandi profondità vi sia un accentuato aumento di sali calcari in soluzione. Un solo volume, denso di osservazioni, comprende gli studî sui depositi di mare profondo, sulla loro classificazione, distribuzione, composizione mineralogica, derivazione. La botanica è studiata in due volumi, mentre la descrizione delle collezioni zoologiche, dovuta per ogni gruppo di animali a singoli specialisti di grande rinomanza, occupa ben 40 volumi. In due volumi finali è compreso il Sommario dei risultati scientifici, che mette in piena luce tutto il complesso lavoro compiuto dalla memorabile spedizione. Il primo di essi s'inizia con una magistrale monografia, del dott. Murray sulla storia dell'oceanografia, dai tempi più remoti sino ai più recenti, illustrata dalla riproduzione di antiche carte e accompagnata da tre carte, in cui sono registrate le rotte dei circumnavigatori del globo, da quella di Magellano a quella dello Challenger. Un'esposizione concisa delle osservazioni, elenchi della fauna di ciascuna delle grandi stazioni di osservazione, un indice di circa 16.000 nomi di specie e un copioso indice generale completano l'opera, che segna un'epoca nella storia dell'esplorazione oceanografica.