CH'ANG KAI-SHEK
. Capo politico e militare cinese, nato il 31 ottobre 1887 a Feng hwa (Che-Kiang) studiò all'Accademia militare di Pao Ting (1906) ed al collegio militare di Tōkyō (1907). Seguace di Sun Yat Sen, divenne membro della Tung Ming Hui (l'Alleanza rivoluzionaria fondata da Sun), e poi del Kuomintang (il partito nazionalista che sostituì l'Alleanza). Nel 1923 Sun Yat Sen (allora convertito al comunismo) lo nominò suo capo di stato maggiore e lo inviò in Russia per studiarne gli ordinamenti militari; fu, quindi, comandante dell'Accademia militare di Wham Poa allora fondata (1924). Morto Sun Yat Sen (1925), perdurando la guerra civile tra la Cina del nord (Pechino) e quella del sud (Canton), Ch'ang si impadronì del potere esecutivo e, col grado di generalissimo, organizzò e condusse la campagna contro i nordisti. Le operazioni furono coronate da successo: il maresciallo nordista Ch'ang Tso-Lin dovette abbandonare Pechino rifugiandosi in Manciuria, dove i Giapponesi impedirono a Ch'ang Kai-shek di inseguirlo. Frattanto, prevalsa nel Kuomintang l'ala sinistra comunista Ch'ang rovesciò il governo sudista trasferitosi a Wu-han. Forte dell'appoggio del centro finanziario di Shanghai, degli europei e dei moderati, e presi a pretesto gli "incidenti" xenofobi di Nanchino (26 marzo 1927), Ch'ang creò a Nanchino il nuovo governo e riorganizzò il nuovo Kuomintang, epurandolo dagli elememi rivoluzionarî, sostituiti con amici e clienti. La politica personale di Ch'ang provocò la defezione di alcuni generali e del XX corpo d'armata dell'esercito nazionale. La lotta nord-sud si andò così trasformando in una guerra fra Kuomintang e comunisti, che si ritirarono nelle provincie centrali (Shen-si), ove nacquero i primi soviet contadini. Dal 1928, quando le truppe comuniste invasero il Fu-kien, al 1934 Ch'ang - che nel 1932 fu eletto presidente del Consiglio nazionale militare - tentò più volte con operazioni militari dirette auche personalmente, di liquidare definitivamente gli avversarî; ma sempre senza fortuna. Nel novembre 1934 conquistò la capitale del Kiang-si, e parve che il successo fosse definitivo; ma poco dopo i rossi riuscivano ad invadere nuovamente il Fu-kien, rompendo l'accerchiamento. Nel frattempo (marzo 1934), Ch'ang aveva fondato il movimento "Nuova vita", che mirava al rinnovamento morale e materiale della Cina.
Agli inizî dell'azione giapponese contro la Manciuria, Ch'ang, convinto dell'opportunità di un'intesa con Tōkyō per la ricostruzione del paese, non intervenne e continuò a tenere impegnate le migliori divisioni nella lotta anticomunista, non senza suscitare le aspre critiche dei più accesi nazionalisti. Ma, di fronte all'incalzare dell'azione nipponica, Ch'ang si irrigidì e divenne il campione della resistenza ad ogni costo. Ciò gli procurò l'adesione e la collaborazione anche di elementi che fino ad allora gli erano stati ostili. Fu in questo periodo che Ch'ang, recatosi senza alcuna scorta ad ispezionare operazioni anti-comuniste nella zona di Sian-fu fu fatto prigioniero dal maresciallo Ch'ang Hsu Liang, ribellatosi, e minacciato di fucilazione. Fu solo in seguito a forti pressioni, anche esterne, che riottenne la libertà (25 dicembre 1936).
Scoppiata la guerra nippo-cinese (luglio 1937), il congresso del Kuomintang investì Ch'ang di poteri dittatoriali col titolo di "Esecutivo generale del partito" (aprile 1938). Trasportata la capitale a Ch'ung-K'ing, grazie anche ai notevoli aiuti americani, Ch'ang organizzò quella resistenza contro gli invasori che non fu mai piegata. Nel settembre 1943, dopo la morte di Lin-Sen, fu eletto dal comitato esecutivo centrale del Kuomintang presidente della Cina per tre anni e presidente della commissione per gli affari militari. Il 26 novembre 1943 intervenne alla conferenza del Cairo insieme con Roosevelt e Churchill. La collaborazione diplomatica cino-americana toccò allora il suo vertice.
In seguito alla resa giapponese, il 12 agosto 1945, Ch'ang ordinò anche alle truppe comuniste cinesi di sospendere il fuoco. Ma la radio rossa di Yenan lo accusò di fascismo e dichiarò che le truppe comuniste, che per otto anni avevano combattuto su due fronti - contro i Giapponesi e contro i nazionalisti - non riconoscevano a Ch'ang alcun diritto. Ne seguì una situazione confusa, perché Ch'ang aveva proprio allora concluso le conversazioni per un trattato di alleanza con l'URSS firmato il 14 agosto 1945, e che riconosceva il governo di Ch'ung-K'ing come il solo governo legale della Cina. Ch'ang si incontrava però poco dopo con il capo delle forze comuniste Mao Tse Tung e s'accordava con lui.
L'11 ottobre 1945 venne annunciata la fine della guerra civile. Ma fu un accordo illusorio; presto le ostilità vennero riprese. Alla fine dell'anno Ch'ang riunì una conferenza di tutti i partiti cinesi, in seguito alla quale annunciò nuovamente (10 gennaio 1946) che la guerra civile era finita. Le ostilita tuttavia continuarono.
Il 10 ottobre Ch'ang fu rieletto presidente della repubblica. In vista della convocazione dell'Assemblea nazionale che avrebbe dovuto approvare la nuova costituzione, egli ordinò alle sue truppe di cessare il fuoco, salvo che per difendersi da attacchi (8 novembre 1946). Ma i comunisti disertarono l'assemblea. Da allora la posizione di Ch'ang Kai-shek non sembra essersi consolidata: Ch'ang ha più volte manifestato il desiderio di ritirarsi dalla vita politica, ma è stato ugualmente rieletto nell'aprile 1948 alla presidenza della repubblica. Dotato di volontà inflessibile, privo di una conoscenza diretta della civiltà occidentale benché cristiano metodista, Ch'ang è soprattutto un militare, la cui autorità sull'esercito centrale è fondata essenzialmente sul prestigio personale.
Alla formazione religioso-filosofica, nonché alla conoscenza del mondo occidentale ed alle fortune politiche di Ch'ang ha molto contribuito l'opera accorta della seconda moglie (da lui sposata nel 1927), Soong Mei Ling (v. in questa App.)
Bibl.: Generalissimo Ch'ang Kai-shek, The collected wartime messages 1937-45, New York 1946.