CUI (Kui), Cezar Antonovič
Compositore e critico musicale nato da padre francese e madre lituana il 6 gennaio 1835 a Wilna, ivi morto nel 1918. Valente ingegnere militare, insegnò scienza delle fortificazioni nelle accademie militari russe. Come critico musicale lo fece conoscere una serie di articoli riuniti sotto il titolo La musica in Russia pubblicati nel 1878 nella Gazette musicale di Parigi. Come compositore riuscì, nella giovane scuola russa, ad ottenere un posto non troppo lontano da Rimskij-Korsakov, Mussorgskij, Dargomyškij. In realtà però il C. dimostrò novità di spirito più nei suoi precetti che nella sua pratica di musicista. Per questo la sua situazione artistica e storica in Russia appare in certo senso contraddittoria. Discepolo del "credo" realistico di Dargomyškii: "Voglio che la nota rappresenti direttamente la parola"; apostolo della teoria secondo la quale "l'arte deve discendere dalle altezze olimpiche per farsi ancella dell'Umanità"; convinto e ostinato nella volontà di reagire all'ultra-romanticismo byroniano e all'aristocraticismo di Puškin, il C. tuttavia con la sua musica non è riuscito a districarsi dalle derivazioni più nettamente contrarie alle sue teorie estetiche, e nelle sue composizioni l'elemento francese è curiosamente frammischiato all'influenza di Schumann. Pur ammirando il Borodin, il C. fu poi in contrasto con lui quando Borodin successe al Glinka nell'espressione dell'anima nazionale, e, dopo essere stato allievo del Balakirev e sostenitore della nuova parola russa, egli non seppe imprimere alla sua musica uno schietto carattere nazionale. La produzione musicale del C. consta di quattro opere, una raccolta di canti, danze circasse, cori profani e religiosi, poemi, ecc. Alla sua opera Ratcliff (1869) lavorò dieci anni. Vi lavorò troppo minuziosamente, ha detto il Čajkovskij "tanto da perdere la sua libertà". Prima, a soli 22 anni, aveva composto Il prigioniero del Caucaso, che venne però rappresentato solo 26 anni dopo (1883). Nel 1876 fece rappresentare Angela e nel 1894, all'Opéra Comique di Parigi, Il filibustiere, sul testo della commedia di Jean Richepin. Nessuna però delle opere del C. ebbe grande fortuna, né immediata né postuma.