CEVENNE (fr. Cévennes, dal lat. Cebenna, A. T., 35-36)
II nome di Cevenne, applicato talvolta a tutto il margine orientale del Massiccio Centrale francese, designa solo la parte sud-orientale di esso, che si stende press'a poco fra Aubenas sull'Ardèche e le Vigan sull'Hérault, nei dipartimenti dell'Ardèche, della Lozère e del Gard. Si tratta d'una regione selvaggia e molto accidentata. Le altezze massime raggiungono solo 1600-1700 m. (l'Aigoual, 1567 m., la Lozère, 1702 m.) e le zone culminali presentano generalmente rilievi arrotondati o altipiani ondulati d'altezza superiore a 1200 m., che rappresentano la superficie del penepiano del Massiccio Centrale. Mentre questi altipiani si abbassano con una dolce pendenza verso NO., cadono con imponenti pendii a picco sulle pianure del Rodano e della Linguadoca. Questo margine precipite è certamente di origine tettonica; una grande faglia ne accompagna la base, originata da una dislocazione erciniana, rinnovatasi nell'epoca terziaria e lungo la quale delle pile di strati secondarî sono state anche carreggiate orizzontalmente. Ma l'aspetto tormentato del rilievo si deve all'erosione esercitata dai corsi d'acqua affluenti al Mediterraneo, che hanno inciso le loro vallate talora fino a 1000 m. di profondità, e hanno colpito sui margini dell'antico massiccio delle strette e acute creste chiamate serres. Questi corsi d'acqua, riportando sempre più a monte le loro sorgenti, per erosione regressiva, hanno finito con il catturare i corsi superiori dei fiumi tributarî dell'Atlantico, che discendono con deboli pendenze verso il livello di base lontano.
La struttura geologica, nella quale intervengono dei piegamenti erciniani e delle dislocazioni terziarie, ha pure una certa influenza. negli scisti primarî poco metamorfosati che le vallate dei tributarî del Mediterraneo raggiungono le profondità più impressionanti. Invece nei graniti sono scavate le gole più selvagge, come quella del Chassezac, rimasta tuttora impraticabile. Sulla parte culminale le faglie terziarie a orientazione pirenaica (E.-O.), le quali hanno tagliato la massa in blocchi, sono spesso messe in evidenza dalla facile erosione della copertura di marne e di arenarie del Lias e del Trias.
Il clima delle Cevenne è quello d'un rilievo mediterraneo. Ma le piogge torrenziali che ogni tanto cadono nelle parti più elevate sono in rapporto con temporali dell'Atlantico. Queste piogge determinano nei solchi vallivi a forte pendenza delle piene improvvise: l'Ardèche, la Cèze, il Gard possono salire in un solo giorno di 10-12 m. e fanno risentire la loro influenza sul regime del Rodano. Non sono meno impetuosi la Vidourle e l'Hérault.
In corrispondenza alle differenze di altitudine le Cevenne mostrano una serie di zone di vegetazione molto caratteristiche. Nelle aree più elevate, sopra a 1000 m., la foresta per lo più è scomparsa per permettere il pascolo del bestiame, soprattutto di montoni transumanti, nell'estate, dalla pianura verso i monti attraverso strade speciali chiamate drailles. Il rimboschimento ha restituito la primitiva fisionomia e l'originaria funzione a estensioni piuttosto vaste attorno all'Aigoual, a profitto dei piccoli e rari villaggi
La zona caratteristica delle Cevenne è quella detta Châtaigneraie, che stende il suo nastro verde sui pendii fra 400 e 800 o 1000 m. Lungo il suo percorso si trovano villaggi, i cui abitanti hanno vissuto per molti secoli in un estremo isolamento, nutrendosi di polenta, di castagne e di latte di pecore o di capre. Questi villaggi ora si popolano sempre più a profitto della zona bassa.
Questa zona più bassa semi-mediterranea penetra qualche volta molto addentro nella montagna, in corrispondenza alle profonde incisioni delle vallate. Le sue vigne coltivate in terrazze sostenute da muriccioli di pietra, i suoi boschetti di fichi e di mandorli, si vedono ancora a Valleraugue, al piede dell'Aigoual. Ma questa zona si allarga soprattutto allo sbocco delle vallate e nella depressione coperta da fertili terreni liassici, che si trova al contatto dell'antico Massiccio con i calcari secondarî, e lungo la quale è scaglionata tutta una serie di piccole città: Aubenas, Joyeuse, Alais, Anduze, ecc. Questi vecchi mercati di montagna sono divenuti da molto tempo anche dei centri industriali. I gelsi, disseminati dappertutto, attestano l'importanza della sericoltura, la quale una volta alimentava un'industria prospera che era giunta fino alla fabbricazione delle calze di seta; e s'incontrano tuttora delle filande di seta e delle fabbriche di berretti, dove si lavora la seta mescolata al cotone. Ma la più forte agglomerazione della popolazione e il centro principale di vita industriale son dovuti al bacino carbonifero di Bessèges: utilizzando il minerale di ferro estratto nei vicini altipiani calcarei, vi si è installata la metallurgia, accompagnata da industrie chimiche.
Bibl.: G. Fabre, Réunion extraordinaire de la Soc. géol. de France dans le Vélay et la Lozère, in Bul. Soc. géol. de France, XXI (1894); A. Briquet, Sur la morphologie de la partie médiane et orientale du Massif Central, in Ann. de Géogr., 1911; H. Baulig, Le Plateau Central, étude morphologique, Parigi 1928; M. Pardé, Les phénoménes torrentiels sur le rebord oriental du Massif Central, in Recueil des Travaux de l'Institut de géogr. alpine, VII, Grenoble 1917.