CESTODARÎ
Una delle due sottoclassi della classe Cestoda, creata dal Monticelli (1892) per comprendere forme singolari di transizione fra i Trematodi e i vermi a nastro. Privi di apparato digerente, a differenza dei Trematodi, hanno però il corpo non segmentato, come questi, provvisto di una formazione anteriore tipo scolice come i Cestodi (e questo con rudimentale atteggiamento apicale può formare il mezzo adesivo) oppure il corpo stesso presenta una o due ventose. L'apparato genitale può essere unico (Amphilina, Caryophillaeus, Archigetes) oppure ripetuto (Ligulae); rappresentanti del gruppo furono scambiati per Monostomum e Monobothrium. I Cestodarî si dividono in tre famiglie:
Amphilinidae. - In Amphilina foliacea Diesing (A. liguloidis Diesing), il corpo è schiacciato o allungato. Apparato genitale unico. L'ovario è situato nella parte posteriore del corpo, i vitellogeni sono marginali laterali; l'utero occupa la parte centrale del corpo e sbocca presso la ventosa anteriore; i testicoli sono disposti in due linee parallele, decorrenti al margine, internamente ai vitellogeni, donde l'apparenza di grappoli allungati ai lati del corpo.
A. foliacea Rudolphi, vive nel cavo addominale di Acipenser; A. urna Diesing, nell'intestino di Chimaera (Gyrocotyle Diesing; Amphiptyches G. Wagenter).
Caryophillidae. - L'estremo anteriore paragonabile a uno scolice (botrio unico a calice di Sonsino), forma elementare primitiva, adesiva, secondo Monticelli. Apparato genitale unico. Ovarî e vitellogeni posteriori, questi ultimi a mo' di borsette sotto l'ovario. Utero mediano. Testicoli sparsi nella parte anteriore e media. Caryophyllaeus mutabilis Rudolphi nell'intestino di pesci d'acqua dolce (Ciprinidi); Caryoph. tuba Wagener (Ligula tuba Wag.; Monobothrium Diesing) in Tinca chrysitis (Monticelli, Sons.). Secondo Claus la forma larvale vive in Tubifex rivulorum (elminto di Udekem). Archigetes Sieboldi Leuckart, forma interessantissima in cui si distingue un corpo corrispondente a una proglottide e un'appendice caudale, munita di uncini, la quale rappresenta l'embrione esacanto, da cui si è originata la proglottide stessa; questa condizione ci ricorda lo stato cosiddetto procercoide del botriocefalo nel quale naturalmente la parte anteriore sarà lo scolice e la vescica caudale, laddove tale parte anteriore, qui, si sviluppa come unico corpo del verme (proglottide). È parassita d'un anellide oligochete (Tubifex rivulorum). Anche questo habitat, si riannoda alla singolare vicenda morfologica di questa forma, al tempo stesso, adulta e larvaloide.
Ligulidae. - Prive di ventose o con due rudimentali; corpo depresso, senza o con tracce superficialissime di segmentazione. L'apparato riproduttore è ripetuto lungo il corpo come nei Cestodi: perciò queste forme stabiliscono il legame fra gli altri Cestodarî e i vermi a nastro propriamente detti e soprattutto con i Botriadi (Botriocefalidi). Allo stato immaturo vivono parassiti nei pesci d'acqua dolce (muscoli, cavità viscerale). Allo stato adulto, con organi genitali bene sviluppati, si trovano nell'intestino di uccelli acquatici: Ligula simplicissma Rudolphi, Ligula diagramma Creplin.
La notizia diffusa in trattati esteri per opera di Donadieu e di Leuckart, che in Italia si mangiano le ligule col nome di "maccheroni piatti", deriva da una cattiva interpretazione di un passo di Rudolphi (Entozoorum Synopsis, p. 465) ove egli riferisce che Morechini, medico romano, gli comunica che presso il lago Fucino gli abitanti mangiano dei pesci che contengono i vermi. D'altronde ciò, rileva lo stesso Donadieu, accade anche a Lione: quindi non si tratta di ligule cotte e mangiate in Italia, ma di uso dei pesci che le contengono, da parte di abitanti, forse, di tutto il mondo (cfr. anche il Parona). Anche nell'ultima edizione del Brumpt è ripetuta questa storiella.
Bibl.: F. S. Monticelli, Appunti sui Cestodaria, in Atti R. Accad. Sc. Fis. e Mat., Napoli V (1892); id., Sulla cosiddetta subeuticula de' Cestodi, in Rend. R. Accad. Sc. fis. e mat. di Napoli, 1892; id., Si mangiano le Ligule in Italia?, in Boll. sc. nat. in Napoli, 1894; id., ibidem, 1894; C. Parona, Les Liguliphages ou soi-disant mangeurs de Ligules, in Bulletin populaire de pisciculture, n. 4, Tolosa 1908.