CESI
Cospicua famiglia umbro-sabino-romana, fiorita nei secoli XV-XVII. Detta anche dei Chitani o Aequitani, di pretesa classicheggiante origine greco-romano-gallica, diramò dall'umbro castello di Cesi, per Todi e Narni, in Roma. Come vero capostipite della famiglia si può considerare Pietro di Antonio Chitani da Cesi e di Angela Ternibili (1422-1477), che fu senatore a Roma nel 1468. Da tre figlioli di lui ebbero origine i tre rami principali della famiglia Cesi: quello di Bartolomeo vescovo di Narni, morto nel 1537; l'altro di Pierdonato, senatore di Roma nel 1500, morto nel 1504; il terzo di Angelo (1450-1528), celebre giureconsulto. Un altro figlio di Pietro Chitani, Cesare, anche lui senatore di Roma nel 1505, ebbe breve discendenza.
Il ramo di Bartolomeo si propagò in Cesi e in Narni senza particolare splendore, finché sul principio del sec. XIX, spentisi gli Acquasparta (v. sotto), ebbe in Giacomo di Giuseppe nel 1804, e in Luigi di Giacomo nel 1821, il titolo di ultimi duchi di Acquasparta, e si spense con Elvira Cittadini Cesi verso la fine del secolo.
Il ramo di Pierdonato signoreggiò con titoli marchesali e ducali in varî feudi della Sabina; diede alla chiesa parecchi abati e vescovi (Gianandrea di Cervia e di Todi, morto nel 1569, Angelo, celebre vescovo di Todi 1530-1606, Romolo di Narni 1533-1607), e due illustri cardinali (Pierdonato I, 1521-1586 e Pierdonato II, 1585-1656); e si spense nel 1657 con la morte di Francesco Maria duca di Ceri e di Selci.
Più illustre fu il ramo di Angelo degli Acquasparta, che riunì nella sua linea principale il marchesato (1572) di Monticelli, il ducato (1588) di Acquasparta e il principato (1613) di S. Angelo e S. Polo. Esso ebbe due vescovi (Massimiliano Ottavio di Cervia, Angelo di Rimini), tre cardinali (Paolo Emilio, 1481-1537; Federico, morto 1565, e Bartolomeo 1568-1621), tutti rinomati, specialmente i due primi e anche il primo dei Pierdonati, per il loro amore dell'arte e delle collezioni di antichità (celebre fu il loro Antiquarium a Porta Cavalleggeri); guerrieri valorosi (Giangiacomo di Angelo 1531, e Angelo di Giangiacomo morto nel 1570); nove duchi di Acquasparta, di cui il 5°, Federico Angelo Pierdonato, morto nel 1705, raccolse in sé tutti i titoli nobiliari e feudali del casato. Con il nono, Federico duca di Rignano, il ramo si estinse. Degli Acquasparta e di tutta la famiglia Cesi il più celebre fu Federico il Linceo (v.). Lo stemma originario e comune dei C. era un albero di cornio o carrubo su sei monti. Essi possederono in vario tempo vasti territorî. in Umbria, in Sabina, nel Lazio; acquistarono e tennero i feudi di Acquasparta, Cantalupo, Civitella Cesi, Ceri, Gavignano, i castelli Cornicolani, Riano, Rignano, Reschio, Selci, ecc., che poi in gran parte, verso il 1670, passarono per vendita ai Borghese. Possedettero palazzi sontuosi e ville in Roma, Tivoli, Todi e Narni; si costruirono mausolei e cappelle, fra cui famose quelle di Santa Maria della Pace e di Santa Maria Maggiore in Roma.
Bibl.: E. Martinori e G. Gabrieli, Genealogia e storia della famiglia Cesi, Roma 1931.