CESENATICO (A. T., 2425-26)
Paese presso la spiaggia adriatica, nella provincia di Forlì, a 4 m. s. m., con 3183 abitanti. Un canale lungo 1 km. e largo 20 m. lo taglia in due parti: su di esso è gettato un ponte caratteristico. La parte vecchia, più interna, ha qualche palazzo e qualche chiesa notevoli; lungo il mare è sorta la parte nuova, popolata d'estate e piena di vita. Alla sinistra del canale s'apre un bacino di forma circolare, ampio 10 ettari: è il piccolo porto. Il movimento di merci, nel 1927, superò le 12 mila tonnellate: le navi arrivate e partite furono 370. Dista 13 km. da Cesena ed è stazione della ferrovia Rimini-Ravenna. Il territorio del comune (kmq. 44,64), tutto piano e fertile, produce molti cereali, canapa e barbabietole, ha qualche industria e vivo commercio, favorito non poco dal piccolo porto.
Conta 9813 abitanti, di cui 6112 nel capoluogo e in altri 8 centri e 3701 sparsi.
Storia. - Fu costruito e fortificato dai Cesenati nel 1302. Porto e castello furono distrutti da Uguccione della Faggiola, Federico da Montefeltro e Bernardino da Polenta; rifatti nel 1314 dal comune, furono distrutti ancora da Cecco Ordelaffi e Ostasio da Polenta (1328) e ricostruiti da Aimerico di Chalus. Gregorio XI ne fece castellano il medico e astrologo Bonachino da Cesena. Nel 1377 lo ebbe Guido da Polenta e lo tenne fino al 1382, quando Galeotto Malatesta lo ricuperò alla Chiesa. Fece poi parte del governo di Cesena fino ai primi del sec. XIX. Nel 1501 un ingegnere di Cesare Borgia, a torto identificato con Leonardo da Vinci, voleva condurre il canale navigabile sino a Cesena; il 6 settembre dell'anno seguente Leonardo fu a Cesenatico e vi fece un rilievo del porto. Nella ritirata garibaldina del 1849, il generale salpò da Cesenatico coi resti delle sue truppe il 2 agosto.