CESAREA di Filippo (Caesarea Philippi)
Città della Palestina situata sulle pendici meridionali dell'Ermon, presso le sorgenti del Giordano, là dove sorse molto prima, ai tempi di Giosuè, Baal-Gad, dal 2° libro dei Paralipomeni chiamata Baal Ermon. Durante l'occupazione sira fu un centro abitato in prevalenza da pagani, e fu celebre per una grotta profonda dedicata a Pan (dalla quale scaturisce la sorgente principale del Giordano) e al suo corteo di ninfe e di satiri, e perciò denominata anche Πανεῖον, Πανιας, Paneas, donde la forrma araba Bānyās, nome del villaggio che oggi la sostituisce.
Dotata per opera di Erode di un tempio consacrato ad Augusto, fu riedificata e sontuosamente abbellita da Erode Filippo, tetrarca dell'Iturea (3 a. C.), e fu da lui, in onore di Tiberio Cesare, chiamata Cesarea, mentre più tardi Agrippa II la chiamava Neronia. Il Vangelo la designa come teatro della celebre professione di fede di Pietro (Matteo, XVI, 13-20) e la tradizione cristiana ne fa patria di quella miracolata di cui parlano gli evangelisti (Matteo, IX, 20, ecc.), dagli Acta Pilati chiamata Veronica. Nella prima organizzazione della Chiesa, Cesarea fu aggregata alla Fenicia I e resa suffraganea di Tiro. Eusebio di Cesarea vi poté osservare un rilievo in bronzo rappresentante una donna inginocchiata dinnanzi a un uomo in piedi avvolto in un mantello, e i cristiani del luogo dicevano che quella era l'immagine di Cristo nell'atto di guarire l'emorroissa (Matteo, IX, 22), che la donna era oriunda di Paneas e che il rilievo era stato offerto dai suoi compatrioti in segno di riconoscenza (Hist. Eccl., VII, 18).
Anche oggi, per quanto ridotta a piccolo e insignificante villaggio, dà il nome a una diocesi greco-melchita, il cui titolare risiede di là poco lontano, a Giudede.