ZOCCHI, Cesare
Scultore e medaglista, nato a Firenze il 7 giugno 1851, morto a Torino il 19 marzo 1922. Studiò col cugino Emilio all'accademia fiorentina; a sedici anni vinse il pensionato di Roma dove eseguiva una lodatissima Frine; e iniziava felicemente la sua attività di statuario, col monumento a Maurizio Bufalini in Cesena (1883); dotato di buon talento e di un'ottima tecnica, eseguiva sculture per la facciata del duomo di Firenze, monumenti di diverso valore, alcuni mediocri di Garibaldi a Perugia (1887); dei Martiri a Ravenna (1888); di Vittorio Emanuele II a Pisa, e di Garibaldi a Firenze (1890); di Fanti a Capri (1903); e di Garibaldi a Napoli (1904). Ma l'opera sua migliore, per concezione ed esecuzione, rimane sempre il monumento a Dante in Trento (1896), che suggerì al Carducci la notissima ode di Rime e Ritmi. Eseguì anche numerose tombe specialmente per i cimiteri di Ravenna e di Cesena; e trattò anche la scultura di genere.
Il cugino Emilio, nato a Firenze il 5 marzo 1835, morto ivi il 10 gennaio 1913, cominciò a lavorare in una bottega di marmista, poi nello studio di A. Costoli e quindi all'accademia con G. Duprè. Un Michelangiolo fanciullo (acquistato da Vittorio Emanuele II per Palazzo Pitti), un Bacco e un Franklin (eseguito per New York) gli diedero qualche notorietà. È suo il bassorilievo, assai scolastico, della Visione di Costantino nella facciata di Santa Croce; e pure il monumento a Vittorio Emanuele II, in Firenze (1890) alle Cascine.
Anche Arnaldo, figlio di Emilio, nato a Firenze il 20 settembre 1862, scultore con felice tempra di statuario e onesta tecnica, ha eseguito numerosissimi monumenti: a Piero della Francesca in San Sepolcro (1892); a Garibaldi in Bologna (1900); a Michelangelo in Caprese (1911); al Palestrina in Palestrina (1921); al generale Belgrano a Genova (1927). Inoltre i monumenti a Colombo in Lavagna; ai Martiri del 1799 in Altamura; ai Caduti del quartiere Nomentano e Salario in Roma. Molti ne ha pure eseguiti per l'estero: quello grandioso per lo zar Alessandro II a Sofia, e che è forse la cosa sua migliore; e quelli del La Fayette a Fall River (Mass.) e ad Antonio Devoto e a Cristoforo Colombo a Buenos Ayres; e il San Francesco d'Assisi al Cairo. È sua una delle Vittorie del monumento a Vittorio Emanuele II in Roma. (V. tav. CL).
Bibl.: A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1889; O. Dilaghi, Ricordo del monum. a Dante Alighieri in Trento, ecc., ivi 1901; Il monum. ad Alessandro II di A. Z., in Emporium, luglio 1904.