SEGRE, Cesare
Filologo romanzo, nato a Verzuolo, presso Saluzzo (Cuneo), il 4 aprile 1928. Professore di Filologia romanza a Trieste dal 1954 al 1956, è poi passato all'università di Pavia, dove tuttora insegna; socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (1993) e della Crusca (1988); dottore honoris causa nelle università di Ginevra e di Chicago; presidente onorario della International Association for Semiotic Studies e della Société ''Rencesvals'' pour l'étude de l'Epopée médiévale; fondatore e condirettore delle riviste Strumenti critici, Medioevo romanzo, Autografo. Allievo di S. Debenedetti, di B. Terracini e di G. Contini con cui ha a lungo collaborato, ha contribuito in maniera altissima e determinante alla filologia italiana attuale nel concreto operare e nell'avanzamento dei metodi e delle teorie.
La sua prima attività si è polarizzata sulla sintassi della prosa italiana antica (Volgarizzamenti del Due e Trecento, 1953). Le ricerche sulla sintassi, condotte con finalità sempre più decisamente stilistiche, si soffermano poi su F. Sacchetti e sulla letteratura cinquecentesca, esaminata in rapporto con la categoria dell'''edonismo''. I principali contributi di quel ciclo furono raccolti nel volume Lingua, stile e società. Studi sulla storia della prosa italiana (1963; 3ª ed. ampliata 1991), che documenta anche un primo interesse per la corrente espressionistica e dialettale sino al Novecento. Sono di questo momento alcune edizioni critiche di testi antichi italiani e francesi (Li Bestiaires d'Amours di Richart de Fornival, del 1957, e Il libro de' Vizî e delle Virtudi di Bono Giamboni, del 1968). Della mai tralasciata attività testuale dedicata all'Ariosto, si può segnalare l'edizione dell'Orlando furioso (con S. Debenedetti, del 1960), che cerca di offrire nel modo più funzionale le varianti delle due edizioni d'autore del 1516 e 1521 rispetto all'edizione pure d'autore pubblicata nel 1532, e tenuta naturalmente come testo base. Ha dato, dell'Ariosto, anche l'edizione critica delle Satire, risolvendo, con un esame dialettologico, il problema della coesistenza di correzioni del copista e di correzioni autografe nell'apografo di Ferrara (L. Ariosto, Satire, ed. critica e commentata, 1987; e v. pure Difendo l'Ariosto. Sulle correzioni autografe delle "Satire", in Rivista di letteratura italiana, 2, 1984).
Negli anni Sessanta si fa prepotente in S. l'interesse per la teoria della letteratura, anche in rapporto con il formalismo russo e lo strutturalismo praghese. Trovandosi a essere uno dei primi responsabili del dibattito sullo strutturalismo e sulla semiotica, produce una lunga serie di esercizi critici affiancata da teorizzazioni sempre più ampie (I segni e la critica, 1969; Semiotica, storia e cultura, 1977), e propone una classificazione generale delle fonti in base alla coppia intertestuale-interdiscorsivo, ormai entrata nell'uso. Non ha mai abbandonato la filologia (vedi Semiotica filologica, 1979). Le successive edizioni della Chanson de Roland (1971 e 1989) hanno preso atto della contrapposizione fra due redazioni in forte contrasto, la più arcaica delle quali può solo saltuariamente giovarsi di lezioni proposte dall'altra. Di qui il partito di fornire un'edizione che offra contemporaneamente, e quasi ''stereoscopicamente'', le due versioni, e che, invece di puntare a un impossibile testo costituito lachmannianamente, fornisca in apparato i materiali e i ragionamenti utili a ricostruire in forma mentale l'archetipo inattingibile. In questa ricostruzione il concetto di sistema ha permesso talora di discernere le lezioni originali, allargando l'ambito dell'usus scribendi, e mettendo in opera, nel contempo, procedimenti affini a quelli della lectio difficilior.