SEGRE, Cesare
– Nacque a Verzuolo, presso Saluzzo (Cuneo), il 4 aprile 1928 da Franchino (1899-1953), dirigente d’azienda, e da Vittorina Cases (1905-2006). Di famiglia ebraica, ebbe due fratelli, Adriana (1930) e Carlo (1935-2013), valente architetto. Nel 1981 sposò Maria Luisa Meneghetti (1950), filologa romanza.
Trascorse l’infanzia a Saluzzo, poi a Milano (1931-33) e quindi a Torino (1934-41), dove frequentò la Scuola ebraica fino al 1941, quando la famiglia fu costretta dai bombardamenti a sfollare verso Acqui Monferrato e Giaveno. Qui divenne assiduo del prozio paterno Santorre Debenedetti (1878-1948), insigne filologo romanzo, già professore a Pavia e poi a Torino, allontanato dalla cattedra a causa della promulgazione delle leggi razziali nel 1938. Dopo l’8 settembre 1943, con l’intensificarsi della persecuzione nazifascista contro gli ebrei, Segre trovò rifugio presso il collegio salesiano della Madonna dei Laghi di Avigliana dove, grazie alla protezione di don Biagio Fissore, poté proseguire autonomamente gli studi, dedicandosi in particolare alle lingue classiche e moderne. Dopo la liberazione, rientrò a Torino con la famiglia e completò gli studi al liceo Alfieri, continuando nel contempo il sodalizio intellettuale con Debenedetti, dal quale apprese i rudimenti filologici e con il quale iniziò i primi studi e spogli linguistici su testi medievali e rinascimentali. Miglior esito di questa collaborazione fu l’edizione, uscita a doppia firma dopo la morte dello zio, dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (1960).
Nel 1946 s’iscrisse all’Università di Torino, dove si formò sotto il magistero di Benvenuto Terracini. Avviato dal linguista torinese alla stilistica spitzeriana e alle prime letture strutturaliste (Ferdinand de Saussure, Antoine Meillet, Nikolaj Trubeckoj, Viggo Brøndal), si laureò sotto la sua guida nel 1950, muovendo i primi passi nell’ambito della storia della lingua italiana, con una tesi dedicata alla sintassi dei prosatori del Duecento. Il lavoro uscì nei Rendiconti Lincei nel 1952 e fu poi ripreso e ampliato nel volume Lingua, stile e società (1963).
Ancora studente, nel 1948 entrò nell’équipe filologica riunita da Gianfranco Contini per l’allestimento delle edizioni preparatorie all’antologia ricciardiana dei Poeti del Duecento (1960). Contini, già allievo pavese di Debenedetti, fu per Segre un terzo maestro, con il quale intrattenne per tutta la vita un fecondo dialogo intellettuale (se pur non privo di qualche dissonanza) e, in ogni caso, tra i più convinti assertori del valore e delle capacità di Segre: lo sostenne in tutti gli snodi della sua carriera, dall’ottenimento della libera docenza in filologia romanza (1954, a soli 26 anni), all’incarico a Trieste (1954-56), al trasferimento a Pavia (1956) fino alle tormentate vicende del concorso da ordinario (1957-60). All’Università di Pavia Segre insegnò filologia romanza dal 1956 al 2001 (fu incaricato, dal 1965 al 1970, anche dei corsi di letteratura spagnola) e, dopo il pensionamento, fu nominato professore emerito (2003). Dal 2006 al 2014 diresse il centro di ricerca Testi e tradizioni testuali dell’Istituto universitario di studi superiori (IUSS) di Pavia.
Nella sua lunga carriera fu filologo testuale, critico letterario, semiologo e teorico della letteratura. Fu redattore e collaboratore di riviste scientifiche, letterarie e periodiche a larga diffusione (Giornale storico della letteratura italiana, 1962-64; Paragone, 1965-66; La Fiera letteraria, 1967-68; Alfabeta, 1979-85; Panorama, 1986-92). Fondò e diresse le riviste Strumenti critici (con D’Arco Silvio Avalle, Maria Corti e Dante Isella, 1966) e Medioevo romanzo (con Avalle, Francesco Branciforti, Gianfranco Folena, Francesco Sabatini e Alberto Varvaro, 1974), fu membro di numerosi comitati scientifici di riviste di filologia, semiotica e critica letteraria. Fondò e diresse le collane Critica e filologia (con Lanfranco Caretti) e SC/10 presso l’editore Feltrinelli; diresse la Nuova Raccolta di classici italiani annotati di Einaudi, i Classici italiani commentati di Bruno Mondadori e, per breve tempo, la Letteratura italiana. Storia e testi di Ricciardi. Dal 1991 fu membro del Comité de publication dei Classiques français du Moyen Âge dell’editore parigino Champion.
Fu più volte visiting professor in università inglesi, sudamericane e statunitensi; ricevette sette lauree honoris causa e numerosi premi e menzioni d’onore (tra i quali spicca il premio Feltrinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei per la filologia, 1992). Fu socio e corrispondente di numerose accademie e sociétés savantes italiane ed estere (Accademia nazionale dei Lincei, Accademia della Crusca, Accademia delle scienze di Torino, Istituto lombardo di scienze e lettere, Commissione per i testi di lingua, Accademia dell’Arcadia, Società filologica romana, Académie royale de Belgique, European Medieval Academy, Real Academia Española, Real Academia de buenas letras, Institute of romance studies). Fu presidente dell’International Association for semiotic studies e della Société Rencesvals pour l’étude des épopées romanes.
Firma prestigiosa e nota al grande pubblico, collaborò come pubblicista alle pagine culturali de La Stampa (1965-67), Il Giorno (1973-77), Corriere del Ticino (1985-89) e Corriere della sera (1988-2014). Diede prova delle sue capacità di narratore nell’autobiografia Per curiosità (1999) e nella raccolta di racconti Dieci prove di fantasia (2010).
Centrali nella riflessione intellettuale di Segre furono gli apporti metodologici acquisiti negli anni giovanili, sotto la guida di Santorre Debenedetti; in quegli anni maturò la convinzione dell’imprescindibilità di un approccio filologico agli studi letterari e della centralità del testo in ogni indagine teorica o critica (per questo, in più occasioni, si autodefinì «philologus in aeternum»). I suoi studi filologici diedero vita ad alcune tra le prove fondamentali dell’ecdotica del Novecento, quali l’edizione del Bestiaire d’Amours di Richard de Fournival (1957), quella già ricordata dell’Orlando Furioso (1960, cui s’aggiunse l’edizione commentata del 1964), delle Satire dell’Ariosto (1987, rinnovata nella versione francese bilingue del 2014), del Libro de’ vizî e delle virtudi di Bono Giamboni (1968) e, soprattutto, le magistrali edizioni critiche della Chanson de Roland (1971 e 1989).
All’attività di editore critico, Segre affiancò lungo tutta la vita quella di teorico dell’ecdotica, muovendosi con perizia tra la variabilità dei dati oggettivi e la necessità di teorizzare metodi e modelli per esporre e classificare la complessità delle strutture e dei problemi testuali.
Dall’equilibrio di questi impulsi nacquero studi come La tradizione della Chanson de Roland (1974) e le sintesi La natura del testo e la prassi ecdotica (1984) e Tipologia dell’edizione testuale (2001), ma anche lavori a focalizzazione più dettagliata, come quelli dedicati ai Lais di Marie de France (1959), al Mare amoroso (1963), al Canzoniere di Francesco Petrarca (1985, 1999) o alle Soledades di Antonio Machado (1968). Importante fu anche l’apporto del suo Semiotica filologica (1979), esperimento di sinergia tra filologia testuale e critica semiologica, con applicazioni estese dal Medioevo romanzo a diverse espressioni della modernità.
A livello internazionale il suo magistero teorico fu tra i più ascoltati nella preparazione del Grundriss der romanischen Literaturen des Mittelalters di Hans Robert Jauss ed Erich Köhler (1968-1993); alle soglie del nuovo millennio ripercorse per il Lexikon der Romanistischen Linguistik (1988-2005) la sua quarantennale esperienza di dialogo tra ecdotica e semiologia. I suoi più importanti lavori di teoria e prassi della critica testuale furono raccolti in Ecdotica e comparatistica romanze (1998) e in Dai metodi ai testi (2008); alcuni di essi furono riproposti nel Meridiano mondadori Opera critica (2014), uscito pochi mesi prima della sua scomparsa.
Segre fu il più efficace teorizzatore e divulgatore della critica semiologica in Italia, a partire dall’inchiesta su Strutturalismo e critica curata nel 1965. Il primo contributo teorico di Segre alle nuove aperture metodologiche fu il volume I segni e la critica (1969), seguito a breve da Le strutture e il tempo (1974) e dal citato Semiotica filologica (1979). I volumi, composti di una parte teorica seguita da una serie di applicazioni critiche su testi antichi e moderni, rappresentarono la fase più feconda della riflessione di Segre semiologo, proseguita fino ai pieni anni Ottanta. In particolare, tra il 1978 e il 1982, s’impegnò nello studio e nel confronto con le teorie più innovative del panorama letterario internazionale del tempo: la culturologia di Jurij Lotman, il formalismo di Vladimir Propp, Viktor Šklovskij e Boris Tomaševskij, la Textlinguistik di János Sándor Petöfi, Teun Adrianus van Dijk, Kenneth Pike e Harald Weinrich, la teoria del romanzo di Michail Bachtin e la narratologia di Tzvetan Todorov e Claude Bremond.
A partire da queste sollecitazioni, Segre compilò alcune voci dell’Enciclopedia Einaudi, che divennero il fulcro di uno dei suoi volumi più fortunati, Avviamento all’analisi del testo letterario (1985), preceduto da Teatro e romanzo (1984), che pose al centro dell’attenzione l’opera critica di Bachtin, messa a confronto con le migliori acquisizioni di Todorov e Lotman. Furono questi gli anni in cui Segre concentrò la propria originalità di teorico attorno ai concetti di «cronotopo», «narratività», «plurivocità», «punto di vista», «intertestualità» e «interdiscorsività».
Tra il 1974 e il 1984 presiedette l’International Association for semiotic studies (IASS-AIS), per la quale organizzò, insieme con Umberto Eco, il primo Congresso internazionale, tenutosi a Milano nel giugno del 1974.
A partire dagli anni Novanta, Segre s’allontanò progressivamente dalla semiologia per dedicarsi a temi di portata più generale: la follia e l’aldilà nelle letterature medievali e moderne (Fuori del mondo, 1990), la polifonia nel Novecento letterario (Intrecci di voci, 1991), il rinnovamento metodologico della critica (Notizie dalla crisi, 1993). In quegli anni si fece più forte la ricerca dell’ethos nella letteratura: ne nacquero i volumi Ritorno alla critica (2001), La pelle di San Bartolomeo (2003), dedicato ai linguaggi dell’arte, e soprattutto Tempo di bilanci (2005), in cui risultò eloquente la centralità del concetto di «tragico» dopo la terribile esperienza della Shoah: un’idea che impose al critico l’urgenza di un’indagine preliminare sulla moralità letteraria degli scrittori. La preminenza dell’approccio etico emerse distintamente anche in Critica e critici (2012), volume dedicato ai protagonisti novecenteschi della critica, della linguistica, della filologia e dell’arte e ai loro metodi; per sua stessa ammissione, il tema fu determinante nella scelta di molti dei saggi raccolti in Opera critica (2014), la meditata autoantologia che, ripercorrendo l’intero suo percorso biografico e intellettuale in dodici sezioni (teoria letteraria, medievistica, filologia testuale, stilistica, studio delle fonti, variantistica, espressionismo dialettale, alterità, teatro, strutture formali e mentali, storia dell’arte, etica e letteratura), documenta la varietà dei suoi interessi culturali e, a un tempo, l’illuministico testamento morale di uno tra gli studiosi di letteratura e filologia più significativi del secondo Novecento.
Morì a Milano il 16 marzo 2014.
Opere. Lingua, stile e società, Milano 1963; Esperienze ariostesche, Pisa 1966; I segni e la critica, Torino 1969 (nuova ed., 2008); I metodi attuali della critica in Italia, Torino 1970 (con M. Corti); La tradizione della Chanson de Roland, Milano-Napoli 1974; Le strutture e il tempo, Torino 1974; Semiotica, storia e cultura, Padova 1977; Semiotica filologica, Torino 1979; Teatro e romanzo, Torino 1984; Avviamento all’analisi del testo letterario, Torino 1985; Fuori del mondo, Torino 1990; Intrecci di voci, Torino 1991; Notizie dalla crisi, Torino 1993; Ecdotica e comparatistica romanze, a cura di A. Conte, Milano-Napoli 1998; La letteratura italiana del Novecento, Bari 1998; Per curiosità, Torino 1999; Le varianti e la storia: il «Canzoniere» di Francesco Petrarca. Lezione Sapegno 1999, Torino 1999; Ritorno alla critica, Torino 2001; La pelle di san Bartolomeo, Torino 2003; El buen amor del texto, Estudios españoles, Barcelona 2004; Schriften zu Literatur und Theater, Tübingen 2004; Tempo di bilanci, Torino 2005; Dai metodi ai testi, Torino 2008; Dieci prove di fantasia, Torino 2010; Critica e critici, Torino 2012; Rimario diacronico dell’Orlando Furioso, I-II, Pavia 2012 (con C. Martignoni et al.); Opera critica, a cura di A. Conte - A. Mirabile, Milano 2014. Per la vastissima bibliografia scientifica di Segre e le numerose traduzioni, anche parziali, dei suoi lavori (in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, francese, romeno, croato, sloveno, ungherese, ebraico, russo, ladino e giapponese) v. Bibliografia degli scritti di C. S., a cura di A. Conte, Firenze 2009.
Edizioni a cura di C. Segre: Volgarizzamenti del Due e Trecento, Torino 1953; L. Ariosto, Opere minori, Milano-Napoli 1954; Li bestiaires d’amours de maistre Richart de Fornival, Milano-Napoli 1957; La prosa del Duecento, Milano-Napoli 1959 (con M. Marti); L. Ariosto, Orlando Furioso, Bologna 1960 (con S. Debenedetti); Tutte le opere di Ludovico Ariosto, I-III, Milano 1964-1984; B. Giamboni, Il Libro de’ Vizî e delle Virtudi, Torino 1968; La Chanson de Roland, Milano-Napoli 1971 (nuova ed., Genève 1989 e 2003); L. Ariosto, Satire, Torino 1987 (nuova ed. bilingue aggiornata, Paris 2014); L. Romano, Opere, I-II, Milano 1991-1992; Antologia della poesia italiana, Torino-Paris 1997-1999 (con C. Ossola); L. Romano, Poesie, Milano 2001.
Fonti e Bibl.: Lingua, stile e società, Atti della Giornata di studi in onore di C. S., Zurigo... 1998, a cura di T. Nocita, in Revue critique de philologie romane, numéro spécial, 1998; S. Alga, Bibliografia degli scritti su C. S., in Discurso. Revista internacional de semiótica y teoría literaria, 2007, n. 19-20, pp. 279-300; R. Antonelli - R. Ceserani, Prospettive di filologia e critica. Incontro con C. S..., in Rassegna europea di letteratura italiana, 2012, vol. 39, pp. 27-45; G. Caravaggi, Recordando a C. S., in 1616: Anuario de la Sociedad española de literatura general y comparada, IV (2014), pp. 315-323; L. Formisano, L’ecdotica di C. S.: frammenti di un’antologia, in Ecdotica, XI (2014), pp. 131-154; L. Leonardi, Ricordo di C. S., in Medioevo romanzo, XXXVIII (2014), pp. 241-250; G. Mazzocchi, Per C. S.: linee di un maestro, in Cuadernos de filología italiana, 2014, vol. 21, pp. 339-347; A. Mirabile, Bibliografia della critica, in Opera critica, cit., pp. 1566-1568; R. Tagliani, Ricordo di C. S. (1928-2014), in Verba. Anuario galego de filoloxía, XLI (2014), pp. 2-14; A. Varvaro, Ricordo di C. S., in Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei, Rendiconti, classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 9, CCV (2014), pp. 295-301; M. Zink, C. S., 4 avril 1928 - 16 mars 2014, in Romania, CXXXII (2014), 1-2, pp. 5-9; R. Antonelli, Ricordo di C. S., in Estudis Romànics, XXXVII (2015), pp. 703-712; A. D’Agostino, C. S. filologo testuale, in Rassegna europea di letteratura italiana, 2013 [ma 2015], vol. 42, pp. 11-26; M. Dorigatti, Dalla parola al testo. Il cammino di C. S. (1928-2014), ibid., pp. 27-45; C. Martignoni, 16 marzo 2014 - 16 marzo 2015. Per C. S., in Strumenti critici, XXX (2015), 2, pp. 205-210; Per C. S.: gli strumenti della critica, Atti del Convegno dell’Accademia nazionale dei Lincei, Roma... 2015, a cura di R. Antonelli (in corso di stampa); Nel laboratorio di C. S.: filologia, critica, ipotesi di conoscenza, Atti delle Giornate di studio, Pavia... 2016, a cura di C. Martignoni (in corso di stampa).