ROSAROLL, Cesare
Patriota e soldato, nato a Roma il 29 novembre 1809, morto alla difesa di Venezia il 27 giugno 1849. Condotto dal padre prima in Spagna, poi in Grecia, insieme con i fratelli Camillo, Mario, Scipione e Marcello, tornò con essi a Napoli, e, a eccezione dell'ultimo, nel maggio del 1830 furono ammessi tutti come semplici soldati in un reggimento di cavalleria della guardia reale. Aveva stretto amicizia con il caporale Vito Romano e il tenente Francesco Angelotti, con i quali teneva discorsi caldi di amor patrio; e insieme decisero di uccidere il re Ferdinando II di proclamare a suo successore Carlo principe di Capua, che avebbe dovuto elargire la costituzione di Spagna. Denunciati da un soldato che aveva ascoltato i loro discorsi, prima di essere arrestati, il R. e il Romano decisero di morire uccidendosi (23 maggio 1833); sennonché, mentre il Romano moriva sul colpo, il R., rimasto gravemente ferito, fu potuto salvare. Condannato a morte insieme con l'Angelotti (13 dicembre 1833), furono entrambi graziati nel momento in cui stavano per avviarsi al patibolo, e la pena fu commutata in quella della galera a vita, da espiarsi nel bagno di Santo Stefano, poi di Nisida. Liberato il 29 gennaio 1848 per effetto dell'amnistia ai detenuti politici, s'inscrisse nel corpo dei volontarî che la principessa Cristina Belgioioso recava a combattere sui piani lombardi e il 13 aprile partì da Napoli al comando d'un battaglione. Combatté il 13 maggio con la divisione toscana tra Goito e Curtatone, e rimase ferito. Ma appena rimesso in salute, corse a Venezia (31 luglio), cooperando all'eroica difesa di quella città, specie al comando della batteria Sant'Antonio a Marghera. Quivi rimase mortalmente ferito.