PORRO, Cesare
PORRO, Cesare. – Nacque a Milano il 12 marzo 1865 da Alessandro dei conti Porro e da Teresa Calderari. Fu fratello minore di Carlo, nato dalla prima moglie di Alessandro, Angela Piola Daverio, e fratello maggiore di Luigi.
Iscritto in principio all’Università di Pavia, Porro completò gli studi all’Università di Torino, dove si laureò in ingegneria nel 1891. Durante gli studi sviluppò la sua passione per la geologia, incoraggiata anche nell’ambiente familiare: suo zio Carlo era stato tra i primi conservatori del Museo di storia naturale di Milano.
Il primo viaggio di studio lo condusse a Strasburgo, dove frequentò le lezioni di Hugo Bücking e Alexander Tornquist, con cui strinse amicizia. Il 14 maggio 1895 conseguì, con il massimo dei voti, la laurea in geologia con una tesi dal titolo Geognostische Skizze der Umgebung von Finero (Cannobina-Thal), stampata l’anno successivo sullo Zeitschrift der Deutschen Geologischen Gesellschaft.
Del 1896 al 1898 fu a Milano, dove completò il suo lavoro di rilevamento geologico delle Alpi bergamasche – pubblicato nel 1903 con il titolo Alpi bergamasche. Note illustrative della carta geologica e delle sezioni – nel quale utilizzava l’ipotesi di grandi spostamenti delle masse rocciose che aveva creato un vivo dibattito tra gli specialisti. Nel 1898 – segnalato da Bücking, alla Royal Dutch, società di estrazione del petrolio – condusse ricerche nelle nuove concessioni della società in Indonesia. Il suo rapporto finale costituì la base per quanti avrebbero poi effettuato ricerche petrolifere nella zona nord di Sumatra e soprattutto convinse la Royal Dutch della grande utilità della geologia per le esplorazioni petrolifere. Lo scavo dei pozzi confermò infatti la giustezza delle previsioni di Porro, che pubblicò il suo rapporto nel 1921 nella rivista Miniera italiana. Un altro incarico gli fu offerto dal governo tedesco, che gli chiese di individuare la presenza di petrolio nel territorio dello Stato. Porro condusse le ricerche in collaborazione con Bücking, recandosi in Germania durante le vacanze estive; il lavoro lo assorbì maggiormente tra il 1902 e il 1903 e tra il 1906 e il 1909. Nella primavera-estate del 1902 svolse indagini, sempre per conto della Royal Dutch, in Romania e nella Trans-caucasia russa; rifiutò invece di recarsi, sempre per la Royal Dutch, in Birmania e nel Borneo, avendo – durante il soggiorno a Sumatra – contratto una febbre malarica che lo afflisse per diversi mesi tra il 1903 e il 1904.
Nel mese di novembre del 1904 Bücking, interpellato dal governo tedesco che sperava di trovare abbondanza di petrolio in Mesopotamia, lo coinvolse nelle ricerche geologiche.
Porro giunse a Costantinopoli il 31 dicembre 1904, assieme allo svizzero Ernst Kissling, all’armeno Aghassian e all’ingegnere greco Skutari. A Costantinopoli furono ricevuti da un alto funzionario della Deutsche Bank, che con loro attraversò il deserto fino a Bagdad e Bassora. L’indagine geologica durò sino all’aprile del 1905; quindi Porro si recò a Strasburgo e stese, in tedesco, un rapporto nel quale consigliava di concentrare l’estrazione di petrolio nei dintorni di Mosul, dove in effetti se ne trovò una grande quantità. Tuttavia, nel 1908 il governo dei Giovani Turchi revocò la concessione tedesca.
Nel 1906 Porro si recò negli Stati Uniti, chiamato da uno studio di consulenza finanziaria di Amsterdam a seguito della fama che si era fatto come esperto di questioni petrolifere. Lo studio curava gli interessi di un gruppo di capitalisti che avevano investito nella possibilità di trovare il petrolio nel Wyoming. Porro condusse indagini nel campo petrolifero di Salt Creek al termine delle quali, il 15 settembre, consegnò il rapporto in lingua tedesca alla Petroleum Maatschappj Salt Creek.
Nel rapporto evidenziò quello che altri geologi inviati sul posto prima di lui non avevano visto: ricostruì la struttura originaria della calotta formata dalla grande piega anticlinale e quindi anche quella degli strati di arenarie petrolifere. Visto l’esito positivo del rapporto i promotori della Petroleum Maatschappj Salt Creek si affrettarono a costituirsi in società e, nel luglio 1908, cominciarono le perforazioni con ottimi risultati.
A coronamento di questi successi Porro fu cooptato nel Regio Istituto lombardo di scienze e lettere.
Il 4 febbraio 1907 sposò Barberina Cornaggia, di famiglia comitale, dalla quale ebbe sei figli. A spingerlo al matrimonio fu, probabilmente, il timore di non avere eredi maschi, avendo il fratello Carlo solo figlie femmine.
Dal dicembre del 1908 al febbraio del 1909 fu in California, a Coalinga, invitato dalla Cohen Laming, una compagnia di broker inglesi che agiva per conto della British Consolidated Oil Co. di Londra. All’inizio del 1910 si recò in Birmania a fare indagini sul campo petrolifero di Yenangyaung. Nello stesso anno fu in Romania e poi nel Sudafrica, dove per la prima volta fu individuata una relazione tra rocce ignee e petrolio.
Fino a quel momento aveva sostenuto la teoria dell’origine organica del petrolio, quindi approfondì i termini di quella relazione, dando peraltro un parere negativo sulle potenzialità del campo. Nel 1912 e nel 1913 fu in Russia sui giacimenti di Majkop e di Grozny. Con Pietro Zuffardi compilò la carta geologica della regione di Wossnesensk. Alla metà del 1913 tornò in Wyoming per sondare altri campi. Questo fu il suo ultimo viaggio all’estero prima della Grande Guerra.
Rientrato a Milano, si dedicò a ricerche sulle Alpi bergamasche e bresciane, sull’Appennino e sulle Alpi svizzere, ma nuovi eventi lo riportarono alla sua specializzazione pratica.
Durante il conflitto mondiale il problema dell’approvvigionamento di petrolio, che già aveva determinato ricerche ed esperimenti, divenne gravissimo. Il governo italiano creò il Commissariato generale dei combustibili nazionali che effettuò ricerche dapprima in proprio e poi in collaborazione con la Società italiana petroli e bitumi e con la Società petroli d’Italia, soprattutto tra Roma e Napoli.
Nel 1915, mentre si occupava di ricerche petrolifere nella zona della pianura Padana, Porro si mise a disposizione dell’esercito italiano per consulenze tecniche. Per tutta la durata della guerra fece studi per le società consorziate – consorzi sciolti dopo la guerra – con il Commissariato generale dei combustibili nazionali. Tornò nel Wyoming e nell’Oklahoma nel 1920 per conto della Sage Petroleum Company. La lunga relazione su quelle ricerche doveva servire, nelle sue intenzioni, anche a guidare le indagini in Italia. Porro stese, allo stesso scopo, una lunga memoria su tutte le sue esperienze internazionali.
Per l’Italia suggerì di concentrare le ricerche su un’area fin lì trascurata: la pianura Padana antistante l’Appennino. Vi supponeva l’esistenza di pieghe anticlinali con una struttura più regolare di quelle interne alla catena montuosa. Nel 1921 pubblicò queste osservazioni nella rivista Miniera italiana. Nel novembre di quell’anno il ministero dell’Agricoltura venne autorizzato a provvedere direttamente alla ricerca di oli minerali e, con decreto del 13 febbraio 1922, affidò le esplorazioni in Sicilia a Porro, che declinò l’incarico a causa di una malattia.
Il ministro dell’Agricoltura del primo governo Mussolini, Giuseppe De’ Capitani d’Arzago – che conosceva la memoria di Porro sull’assoluta esigenza di approfonditi studi geologici per la ricerca del petrolio in Italia – lo incontrò spesso, nel 1923, a Roma e a Milano. Da quei colloqui il ministro derivò un vasto programma di ricerche, e gli affidò lo studio di Marche, Abruzzi, Campania e Basilicata. Ma Orso Maria Corbino, ministro dell’Economia nazionale, troncò ogni progetto non appena l’approvvigionamento di petrolio passò sotto la sua responsabilità, affidando alla Sinclair Exploration Company l’esclusiva delle ricerche di petrolio in Emilia e in Sicilia. Tra gli oppositori della convenzione stipulata da Corbino c’era anche Porro. Alla fine la Sinclair stessa, coinvolta in uno scandalo, recedette dal contratto.
Nel frattempo l’interesse degli italiani per la questione del petrolio si era molto accresciuto. Porro, che non prese mai la tessera del Partito nazionale fascista, decise di far sentire la sua voce con due articoli sulla rivista Miniera italiana.
Nel primo, pubblicato nel settembre 1924 con il titolo A proposito di una politica del petrolio, ribadì, contro i fautori delle perforazioni casuali, la necessità di lunghe ricerche preparatorie, perorando inoltre la causa del patrocinio statale alle ricerche. Nel secondo, Petroli in Italia: alcune indagini che si impongono, pubblicato nell’ottobre del 1925, confermò le sue vedute ottimistiche circa la presenza di petrolio nella pianura Padana.
Allorché Giuseppe Belluzzo subentrò a Corbino a capo del ministero dell’Economia nazionale, all’inizio di dicembre del 1925, cercò un contatto diretto con Porro del quale conosceva i più recenti lavori. Nell’intenso scambio epistolare seguito, Porro indicò al ministro i nomi da coinvolgere nelle ricerche: stava allora sorgendo l’Azienda generale italiana petroli (AGIP), l’ente parastatale per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi in Italia. Nel timore che il Consiglio di amministrazione dell’AGIP si orientasse a favore di ricerche di breve durata, rifiutò in un primo momento di far parte del comitato tecnico; ma le pressioni dell’amico don Gelasio Caetani lo indussero ad accettare nel 1926.
A Porro furono affidate le ricerche nella pianura Padana, al termine delle quali, nella relazione presentata nel 1927, parlò di condizioni sfavorevoli a San Colombano e di condizioni favorevoli nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. Le carenze strutturali dell’AGIP e l’avvicendarsi di ministri incapaci al vertice dell’Economia nazionale lo indussero, nel 1931, a dare le dimissioni. Nel frattempo, nel 1928, era stato nominato membro del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) da poco istituito.
Nel 1937, dopo un decennio dedicato soprattutto allo studio teorico delle Alpi bergamasche, declinò l’incarico, propostogli dal ministero delle Corporazioni, di effettuare ricerche petrolifere in Libia.
Una disfunzione cardiaca lo portò alla morte a Milano il 2 dicembre 1940.
Opere. Oltre a quelle citate si ricordano: Alpi bergamasche. Carta geologica (1: 100.000), Milano 1903; Esplorazione geologica della zona costiera eritrea a Nord di Massaua, in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, 1936, 68, pp. 243-267.
Fonti e Bibl.: A. Desio, C. P., in Bollettino della Società geologica italiana, 1941, 40, pp. XLVI-LVI; A. Porro - P. Porro, Vita di C. P., geologo, Milano-Roma 1985 (nell’appendice una ricca scelta dall’epistolario di Porro).