PAVESE, Cesare
Scrittore, nato a S. Stefano Belbo (Cuneo) il 9 settembre 1908.
Esordì con un volume di liriche, Lavorare stanca (Firenze 1936; n. ed. Torino 1943), dal ritmo largo, narrativo: e per quel loro amore all'"oggetto", per quel gusto del paesaggio su cui le figure umane si stagliano in gesti essenziali, per quella calda sensualità a contrasto di una intelligenza strenuamente analitica, esse già racchiudono, infatti, la poetica e i modi del P. narratore, che di lì a qualche anno si impose con il racconto lungo Paesi tuoi (Torino 1941). Nel quale, la sua esperienza di studioso e traduttore di letteratura americana (da Melville a Faulkner, a Steinbeck), proficuamente s'incontra con certo suo realismo a fondo dialettale, di piemontese innamorato della sua terra e dello scabro linguaggio della sua gente, conferendo a quella sostanza lirica un vigoroso moto dialogico e drammatico, seppure non alieno da crudezze veristiche.
Nei libri successivi (La spiaggia, Roma 1942; Feria d'agosto, Torino 1946, Il compagno, ivi 1947; Dialoghi con Leucò, ivi 1947; Prima che il gallo canti, ivi 1949), temperati quegli eccessi in un maggiore equilibrio d'arte, il P. tende ad accordare sempre più intimamente la rappresentazione del mondo subconscio, degli istinti, con la chiarezza della coscienza morale e con un vivo interesse per la società contemporanea; e però a fare di quel paesaggio una atmosfera, ancor essa, più "drammatica" che pittorica, in quanto non costituisce, per i personaggi, una evasione idilliaca o panica, ma è partecipazione, coro della natura e delle cose al loro umano destino.
Bibl.: M. Alicata, in Oggi, 19 luglio 1941; E. Cecchi, in N. Antologia, 1° marzo 1942 e in L'Europeo, 16 gennaio 1949; C. Dionisotti, in La Nuova Europa, 26 agosto 1945; P. Pancrazi, Scrittori d'oggi, IV, Bari 1946.