ORSINI, Cesare
Poeta maccheronico, del quale solo si può dire con certezza che, nato a Ponzano di Val di Magra nella seconda metà del Cinquecento, era ancora vivo nel 1638, e che, passato a Roma, come segretario del cardinale Bevilacqua, e poi a Venezia e a Brescia, visse a malincuore la vita delle corti.
Coltivò dapprima la poesia volgare, pubblicando un volume di Epistole e Idilli e uno di Rime (entrambi a Venezia nel 1605) e più tardi un volume di Selve poetiche (Padova 1635), passati inosservati ai contemporanei. Poi si volse alle muse maccheroniche con i suoi Capriccia macaronica, editi sotto il nome di Magister Stopinus a Venezia nel 1638. Questo libretto, che raccoglie otto macaronee, dodici elegie, un'egloga e un manipolo di epigrammi, ebbe fortuna non del tutto immeritata (nove edizioni nel Seicento, quattro nel Settecento e una nell'Ottocento). Si tratta, come appare dallo stesso pseudonimo, che deriva dal Baldo di Teofilo Folengo, di un imitatore, al quale peraltro non mancano qualità notevoli di osservatore arguto e piacevolmente mordace, che a motivi non di rado già trattati dal Berni dà rilievo e sapore mediante il comico linguaggio maccheronico. Nelle poesie volgari si tenne lontano dai vizî del secentismo, che deride in una macaronea nota anche a Salvator Rosa.
Bibl.: Cfr. l'introd. di Cl. Valacca a Magistri Stopini poetae ponganensis Capriccia macaronica, Lanciano 1915; P. Guerrini, El cantà de Stopí e i capricci maccheronici di maestro Stopino, in Brixia, III (1916), n. 75; G. Bolla, I Capriccia macaronica di Magister Stopinus, Verona 1921.