BAMBACARI, Cesare Nicolò
Nato a Lucca il 13 giugno 1647,dopo aver iniziato studi matematici, entrò a diciassette anni nei canonici regolari lateranensi, pare in seguito alla lettura di s. Teresa. Proseguendo gli studi teologici a S. Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, giunse sino al diploma di predicatore, sorta di laurea in teologia, che ottenne nel 1672. Da allora venne chiamato a predicare sui più famosi pulpiti d'Italia, acquistandosi larghissima fama. Tra le sue più celebri omelie vennero stampate quella detta in S. Andrea a Mantova il venerdì santo del 1686e il panegirico La città di Rifugio, tenuto nella chiesa dei canonici portuensi di Ravenna (Forlì s. d.). Più tardi molte sue orazioni vennero raccolte in due volumi di Prediche quaresimali (Lucca 1718)e in un volume di Discorsi sacri, uscito postumo (Venezia 1728).
Nonostante la pesantezza dell'apparato retorico, le Prediche quaresimali del B. presentano l'interessante tentativo di porsi come ausilio e introduzione ad esercizi e meditazioni spirituali, superando i caratteri della pura esercitazione oratoria. Risentono in alcuni casi delle contemporanee polemiche teologiche: così la XXXVII, respingendo gli estremismi pelagiani e giansenistici, trae dalla dottrina della predestinazione essenzialmente un insegnamento di moderazione e di umiltà. Tra i Discorsi sacri si segnalano quelli pronunciati davanti al Senato della Repubblica di Lucca, nei quali si combattono gli argomenti dei fautori della ragion di stato.
La notorietà acquistata valse nel 1687al B. l'elezione, da parte della Congregazione, ad abate privilegiato perpetuo, seguìta, nel 1708,dalla nomina ad abate del monastero di S. Frediano in Lucca, riconfermata nel 1711.Dimessosi tuttavia l'anno seguente, il B. attese alla stesura delle sue opere maggiori sino alla morte, avvenuta in Lucca il 16 marzo 1728.
Oltre ad un trattato in latino rimasto incompiuto, Via animae ad Deum, il B. scrisse varie opere di spiritualità, che ebbero vasta diffusione e diverse edizioni. Nel Trattato della frequenza della S.ma Comunione (Lucca 1700, Bologna 1707) il B. vuol dimostrare la opportunità della comunione frequente, pur presentando alcuni dubbi di carattere pratico sulla comunione quotidiana. Il Trattato pratico per i proficienti, del modo d'orare con viva fede,dedicato a s. Teresa, e la Via compendiosa per un'anima che desidera unirsi a Dio, sono due scritti polemici contro il quietismo, che viene combattuto indirettamente mediante l'esposizione dei principi che regolano la unione dell'anima con Dio, e la dottrina della contemplazione infusa; il metodo di meditazione quivi proposto, attraverso le tre vie, purgativa, illuminativa e unitiva, segue da vicino lo schema degli Esercizi di s. Ignazio. Questi due scritti vennero raccolti nel primo dei due volumi di Opere spirituali (Lucca 1733-34), il cui secondo volume è interamente occupato dal trattato sulla comunione. Il B. è anche autore delle biografie di due pie donne toscane, la Descrizione delle azioni e virtù dell'Illustrissima Signora Lavinia Felice Cenami Arnolfini (Lucca 1715), in cui si intende mostrare come sia possibile la santità anche senza sottostare alle rigidezze dell'ascetismo, e le Memorie storiche delle virtù ed azioni di Maria Caterina Brandi, vergine sarzanese (Lucca 1743), in 2 voll., il secondo dei quali è dedicato alla discussione di questioni teologiche suscitate dalla narrazione della vita. Postumo uscì anche un volume di Esercizi spirituali per monache (Orvieto 1851).
Fonti e Bibl.: Roma, S. Pietro in Vincoli, Acta Congregationis Lateranensis; Bologna, Bibl. com. dell'Archiginnasio, mss. Italiani, n. 117; Giornale dei letterati d'Italia, XXIII(1715), pp. 457 s.; XXIX(1727), pp. 367 s.; G. Cinelli Calvoli, Biblioteca volante, continuata dal dott. A. Sancassani,Venezia 1734, I,p. 91; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II,1,Brescia 1758, p. 195; A. C. Jemolo, Il giansenismo in Italia prima della rivoluzione, Bari 1928, pp. 195-197; G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle bibl. d'Italia, XV, p.126, n. 213; Dictionnaire de spiritualité, I,col. 1217; Enciclopedia Cattolica, II,col. 767.