MASSARI, Cesare
– Nato a Perugia il 21 dic. 1784 da Giovanni Battista e da Petronilla Agostini, si avviò agli studi sotto la guida di uno zio sacerdote, Nicola Brucalassi. Conseguita la laurea in filosofia e medicina il 27 ott. 1805, nello stesso anno fu accolto nel Collegio medico-filosofico e due anni più tardi, vinto il concorso per la cattedra all’Università di Perugia, fu chiamato a insegnare dapprima elementi di filosofia, poi, dal 1810, botanica; per l’anno accademico 1810-11 fu nominato docente di anatomia e fisiologia, e gli furono in rapida successione affidati numerosi incarichi: fu membro della Commissione medica e segretario del Comitato di vaccinazione per il Dipartimento del Trasimeno, medico comprimario degli ospedali militari, membro della Deputazione sanitaria comunale e medico dei rioni poveri della città. Nominato nel 1815 direttore dello studio anatomico del civile nosocomio, provvide ad arricchire il museo di materiale didattico e preparati in cera, dotandolo tra l’altro della cosiddetta Venere gestante per l’insegnamento ostetrico. Nel 1817, in occasione di un’epidemia di tifo esantematico, gli fu conferito l’incarico di medico primario del lazzaretto allestito presso l’ospedale S. Margherita. Nel 1819 fu chiamato a insegnare, senza retribuzione, anatomia pittorica presso l’Accademia perugina di belle arti, della quale dal 1822 divenne segretario perpetuo. A Perugia fu inoltre medico presso l’ospedale psichiatrico S. Margherita e, tra il 1821 e il 1824, segretario interno dell’Università. In seno all’Accademia medico-anatomico-chirurgica di Perugia, presso la quale nel 1829 venne inaugurato il Museo patologico, fu eletto presidente per due trienni consecutivi, rispettivamente dagli anni accademici 1826-27 e 1829-30.
La brillante carriera del M. subì una brusca interruzione nel 1831, quando in seguito ai moti scoppiati a Perugia, la congregazione degli Studi ordinò l’8 marzo la chiusura dell’Università e il successivo 9 aprile anche quella dell’Accademia di belle arti.
Il M., che non faceva mistero delle sue convinzioni liberali, fu sospeso dall’insegnamento, allontanato dal Collegio medico-filosofico e costretto a lasciare la presidenza dell’Accademia medico-anatomico-chirurgica. In seguito a ripetute istanze il M. nel 1835 tornò a insegnare nell’Accademia di belle arti, dove rimase fino al 1838, ma non fu reinserito nell’Università.
Nel 1839 il M. fu nominato medico direttore dell’ospedale psichiatrico casa de’ pazzi di S. Margherita.
Il nosocomio era stato istituito agli inizi dell’Ottocento per iniziativa dei superiori del vecchio ospedale di S. Maria della Misericordia, che avevano destinato all’accoglienza dei malati di mente una casa di proprietà dell’ospedale in contrada Fontenovo. Nel 1824 il cardinale A. Rivarola aveva provveduto a far acquistare il vicino monastero di S. Margherita, che, adeguatamente ristrutturato, divenne l’ospizio perugino degli alienati.
Divenuto nel 1843 conservatore onorario della Biblioteca Augusta del Comune di Perugia, riammesso il 30 marzo 1846 nel Collegio medico-filosofico, il M. dal 1847 assunse la presidenza dell’Accademia medico-anatomico-chirurgica che proprio in quell’anno riprendeva l’attività col nuovo statuto approvato dal prefetto della congregazione degli Studi: il definitivo superamento del contrasto con le autorità fu sancito dall’onorificenza di cavaliere di gran croce dell’Ordine Piano con cui fu insignito nello stesso 1847, concessagli da Pio IX. Aveva intanto dedicato interamente la sua attività alla direzione del S. Margherita che, sotto la sua guida, raggiunse un tale livello di strutturazione e di organizzazione da essere considerato uno fra i più progrediti d’Europa.
L’opera medico-scientifica del M. si caratterizzò per un orientamento eminentemente positivo, avulso dai sistemi allora in auge e fondato sulle conoscenze sicuramente acquisite al tavolo anatomico e al letto del malato, in definitiva sull’interpretazione delle manifestazioni cliniche delle varie malattie scaturita dalla razionale connessione con le lesioni anatomopatologiche (Sulla anatomia patologica e sulla utilità del di lei studio, in Oniologia scientifico-letteraria di Perugia, I [1833], pp. 307-316).
Fece parte del gruppo di studiosi che fondò il primo periodico di medicina edito a Perugia, il Repertorio medico-chirurgico, poi la rivista Oniologia scientifico-letteraria di Perugia, divenuta in seguito Giornale scientifico-letterario, pubblicato in Perugia. Pubblicò, sempre a Perugia, nel 1833, La galleria dei gessi appartenente alla Perugina Accademia di belle arti, e nel 1838 il ponderoso Saggio istorico sulle pestilenze di Perugia e sul governo sanitario di esse dal sec. XIV fino ai giorni nostri.
In campo psichiatrico ebbe il merito di valorizzare lo studio completo del paziente, convinto dell’utilità di mettere in evidenza l’influenza esercitata sullo sviluppo della malattia mentale da vari fattori: educazione, condizione sociale, sesso, età, ambiente, condizioni climatiche, agenti su una particolare predisposizione costituzionale o acquisita. Fu tra i primi a osservare che lo sviluppo di malattie febbrili intercorrenti poteva interferire sul decorso delle malattie mentali, determinandone una modificazione in senso benefico. Favorì i metodi terapeutici occupazionali, basati sull’avvio al lavoro degli alienati, e compilò un razionale regolamento dell’ospizio psichiatrico per disciplinare ricoveri e dimissioni. Collaboratore dell’Appendice psichiatrica della Gazzetta medica lombarda, da cui sarebbe in seguito derivato l’Archivio ital. per le malattie nervose, caldeggiò l’istituzione di una Società italiana di psichiatria.
Tra gli scritti del M. si ricordano: Rapporto statistico medico dello stabilimento di S. Margherita di Perugia per gli alienati di mente degli anni 1834, 1835, 1836, s.l. né d. (estr. dal Giorn. scientifico-letterario, pubblicato in Perugia, 1838, 2° sem., pp. 125-141); Rapporto triennale statistico-medico sullo stabilimento degli alienati in S. Margherita di Perugia per gli anni 1837, 1838, 1839, Perugia 1840; Rapporto triennale statistico-medico sulla casa de’ pazzi in S. Margherita di Perugia per gli anni 1840, 1841, 1842, ibid. 1843; Rapporto medico triennale sulla casa de’ pazzi in S. Margherita di Perugia per gli anni 1843, 1844, 1845, ibid. 1847; Rapporto statistico-medico dodicennale 1840-1851 sulla casa de’ pazzi in S. Margherita di Perugia, ibid. 1852; Rapporto statistico-medico triennale 1852-1854 sulla casa de’ pazzi in S. Margherita di Perugia, ibid. 1856. Aveva inoltre pubblicato un Elogio di Rodolfo Pucci Boncambi gonfaloniere della città di Perugia (ibid. 1829), nonché un Elogio di Alessandro Pascoli (ibid. 1839).
Colpito da una infermità che gli impediva di muoversi liberamente, nel 1851 il M. chiese di essere esonerato dall’incarico. La domanda fu però respinta dalla congregazione economica dei Riuniti Ospedali di Perugia, il cui sopraintendente generale F. Ansidei, con delibera del 5 maggio, gli concesse l’uso di una carrozza.
Il M. morì a Perugia il 4 febbr. 1857.
Nel 1808 aveva sposato Teresa Spagnoli, dalla quale ebbe quattro figli.
Fonti e Bibl.: F. Bonucci, Discorso funebre in morte del prof. C. M.…, Perugia 1857; G. Agostini, Il centenario del manicomio di Perugia, in Annali dell’Ospedale psichiatrico provinciale di Perugia, XVIII (1924), pp. 16-21; Id., Il manicomio di «S. Margherita» in Perugia nella storia della psichiatria dell’800, in Boll. della Deputazione di storia patria per l’Umbria, XLIII (1946), pp. 33-36; P. Pizzoni, I medici umbri lettori presso l’Università di Perugia, ibid., XLVII (1950), pp. 159-165; F. Ugolotti, L’assistenza degli infermi di mente in Italia. Studi storici, Pesaro 1967, pp. 64 s.; G. Ermini, Storia dell’Università di Perugia, Firenze 1971, II, pp. 644, 756, 846, 849, 915-917, 919, 921, 932, 955, 963; L. Severi, C. M., in The memory be green, con prefaz. di C. Tabarelli, s.l. [ma Perugia] 1985, pp. 243 s.; G. Moroni, Diz. di erudizione storico-ecclesiastica, LII, pp. 149, 175.