LUCATELLI, Cesare
Patriota, fratello di Annibale (v.), nato in Roma nel 1825, giustiziato ivi il 21 settembre 1861. Partecipò col fratello alla guerra del Veneto (1848) e alla difesa di Roma (1849). Ascrittosi all'Associazione nazionale italiana fondata dal Mazzini in Roma nel luglio del 1849, e implicato nella congiura ordita in Roma dopo il moto del 6 febbraio 1853, fu arrestato insieme con il fratello e con molti altri patrioti, e condannato a cinque anni di galera, che espiò nel forte di Paliano. Continuò a cospirare, e in una dimostrazione svoltasi il 29 giugno 1861 sul Corso, in cui si espose un trasparente con i ritratti di Vittorio Emanuele II e di Garibaldi, fu ferito in una colluttazione con i gendarmi pontifici, uno dei quali, certo Francesco Velluti, rimase ucciso. Arrestato e ritenuto autore dell'omicidio, fu condannato a morte e decapitato in piazza della Madonna dei Cerchi. La fine del L., la cui colpabilità appariva ai liberali fondata su indizî troppo deboli, fu largamente sfruttata a scopo polemico contro il governo pontificio.
Un cattivo dramma di U. Mengozzi, sonetti di G. Revere, un'ardente iscrizione di P. E. Imbriani esaltarono la sua memoria. Più tardi, E. Del Cerro si schierò contro la tesi dell'assoluta innocenza del Lucatelli.
Bibl.: A. Lucatelli e L. Micucci, Martiri pontifici, Roma 1889; E. Del Cerro, Cospirazioni romane, Roma 1899.