GUERRIERI GONZAGA, Cesare
Nacque a Mantova il 2 marzo 1749 (Mantova, Archivio diocesano, Anagrafe parr. ant., S. Silvestro, Nati, X, 9), dal marchese Bonaventura, ufficiale dell'esercito imperiale, e dalla marchesa Lucrezia Valenti Gonzaga, sua seconda moglie. Studiò nel collegio Nazareno di Roma dal 1758 al 1767. Entrato in prelatura, probabilmente per suggerimento dello zio materno L. Valenti Gonzaga, come cameriere d'onore fu incaricato (5 giugno 1776) di recare a quest'ultimo, nunzio a Madrid, la berretta cardinalizia (Arch. segr. Vaticano, Secr. Brev., reg. 4360, c. 217). Divenuto prelato domestico, il 5 giugno 1778 giurò come referendario delle due Segnature (Arch. di Stato di Roma, Trib. della Segnatura, vol. 730, c. 420r), incarico che presumeva studi giuridici universitari e la tonsura ecclesiastica, dei quali però non si è trovata traccia. Inoltre dovette possedere una conoscenza non superficiale del pensiero economico contemporaneo.
Gli anni dell'occupazione francese sono documentati quasi solo dal diario del nipote L. Guerrieri, che dal settembre 1799 al marzo 1810 ne registra gli spostamenti fra Mantova e Palidano, residenze di famiglia, e a Firenze e Orvieto, dove vivevano due sorelle. Nella capitale toscana il G. fu in rapporto con il marchese Pier Roberto Capponi, con il quale, e con il figlio di lui Gino ancora fanciullo, compì un viaggio a Vienna nell'aprile 1800. Soggiornò poi spesso a Orvieto presso la sorella Drusilla e il marchese C. Gualtieri (o Gualterio), i cui figli ne ereditarono i beni e ne conservarono l'archivio, fondamentale per documentare l'attività di governo del G. (nel 1904 passò all'Archivio di Stato di Roma). Meno intensi dovettero essere invece i rapporti con la famiglia del fratello Odoardo, padre del diarista.
Dopo il rientro a Roma, il 9 marzo 1816 Pio VII lo nominò commendatore dell'arcispedale di S. Spirito in Sassia (Arch. segr. Vaticano, Secr. Brev., reg. 4599, cc. 13r-19r). Il G. iniziò così a sessantasette anni una carriera curiale che lo vide per un decennio ascoltato consigliere, soprattutto in materia di finanze. Il 23 luglio 1816 divenne tesoriere e collettore generale della Rev. Camera apostolica (ibid., reg. 4606, cc. 11r-14r), carica che mantenne fino all'autunno 1819, nel delicato periodo della ricostruzione amministrativa e finanziaria dello Stato pontificio sancita dal motu proprio del 6 luglio 1817. Come presidente della direzione generale del Debito pubblico e della congregazione particolare "ad referendum" dovette accertare e liquidare il debito pubblico ereditato dal passato governo. Alla questione, pure grave, della riapertura delle case religiose soppresse e della restituzione dei beni loro confiscati il G. contribuì dettando, in un memoriale del 18 maggio 1817, le linee portanti delle operazioni della congregazione della Riforma, che spettò a lui seguire. Come membro della commissione per la nuova dotazione finanziaria di Propaganda Fide (1817) fece accogliere la sua proposta di assegnare alla congregazione gli introiti della Cassa degli spogli. Tentò inoltre di contrastare il contrabbando potenziando le guardie doganali (1816) e, perseguendo una politica di massimo rigore, progettò l'accentramento dell'amministrazione pubblica, mai accettato dalla Curia (Arch. di Stato di Roma, Guerrieri Gonzaga, b. 5, n. 125, memoria del 1818-19). Favorevole all'incremento delle industrie locali (lana, cuoio, oro e argento, cristalli e vetri), favorì la libera circolazione interna delle merci sotto il controllo dello Stato (ibid., b. 7, n. 167, Nota per la congregazione Economica [1824]), tentò di censire stabilimenti ed esercizi commerciali (1816) e presentò nel 1817 il progetto di una Cassa di sconto, mai attuato. Sensibile all'incremento della produzione agricola (ibid., b. 12, n. 240, Memoria della servitù dei pascoli), ispirò misure per l'esportazione e contro l'importazione del grano (1818), in conflitto con il segretario della congregazione Economica, N.M. Nicolai. Richiesto di un parere sul codice di procedura civile (1817) e sui primi cinque libri dell'incompiuto codice civile, si schierò per la conservazione del latino e la precedenza del diritto canonico.
Dal 1816 al 1831 il G. fu il primo presidente della congregazione del Censo, divenuta nel 1822 congregazione del Catasto, incaricata di proseguire le rilevazioni iniziate sotto il regime napoleonico per realizzare quello che sarà il Catasto pio-gregoriano (1835). Questo, realizzato usando il sistema metrico decimale e suddiviso in catasto rustico e urbano, nel pensiero del G. era finalizzato all'introduzione di un'unica e più equa imposta fondiaria, la "dativa reale" (v. il suo Epilogo delle massime e operazioni per la compilazione del Catasto generale dello Stato ecclesiastico…, Roma 1829). La tendenza moderata e il sostanziale appoggio alla linea politica del segretario di Stato, card. E. Consalvi, gli valsero critiche dei conservatori del S. Collegio quando le riforme cominciarono ad apparire deboli sul piano finanziario.
In un memoriale a Leone XII del 31 ott. 1823 il camerlengo card. B. Pacca deplorò il dispendio di denaro pubblico da parte dei tesorieri e in particolare del G., specialmente nelle operazioni del censo, aggiungendo che aveva utilizzato per esse "forestieri che […] sono andati disseminando nello stato massime d'irreligione e di liberalismo" (Colapietra, 1963, p. 53). Sembra però che tale animosità derivasse anche da precedenti conflitti di competenza fra il camerlengo e il G., la cui gestione forse non deve essere giudicata tanto severamente.
Creato cardinale nella promozione del 27 sett. 1819, il 17 dicembre dello stesso anno gli fu assegnato il titolo diaconale di S. Adriano al Foro Romano. Fu membro delle congregazioni del Concilio, della Fabbrica di S. Pietro, del Buon Governo, delle Acque (1819), Economica (1820), di Vigilanza (1827) e di varie altre particolari; nel 1826-27 fu camerlengo del S. Collegio. Nel conclave del 1823 seguì una corrente moderata, ostile al Consalvi per la sua politica di eccessiva vicinanza all'Austria.
Il 13 dic. 1823 fu chiamato da Leone XII a far parte della congregazione di sei cardinali incaricata di preparare il motuproprioQuod divina sapientia (28 ag. 1824), per la riforma generale degli studi. Il suo prestigio crebbe ancora con Leone XII, che si appoggiò agli elementi moderati per sottrarsi all'influenza degli "zelanti" che lo avevano eletto. Così nel 1824 il G. fu chiamato, anche per la sua intransigenza, alla prestigiosa carica di segretario dei Memoriali, che ricoprì fino al 1830, e nel maggio 1828 fu candidato alla segreteria di Stato. Ma nel conclave del 1829, pur attestato su posizioni politicamente moderate e favorevole al card. F.S. Castiglioni, poi Pio VIII, fu emarginato, e dopo l'elezione lasciò quasi tutti gli incarichi. Nel conclave del 1830-31, pur spostatosi verso il partito zelante, favorevole all'elezione del card. B.A. Cappellari, era ormai troppo anziano per esercitare qualche influenza.
A Roma abitò in palazzo Giorgini in via Magnanapoli, dove morì di apoplessia il 5 febbr. 1832.
Fonti e Bibl.: Oltre agli archivi citati nel testo: Roma, Archivio G.B. Guerrieri Gonzaga: [L. Guerrieri], Effemeridi delle cose notabili della casa… Guerrieri di Mantova dall'anno 1787 (1789-1816, ms. mutilo); testamento, altri documenti privati, lettere di sovrani, ecc.; Arch. di Stato di Mantova, Documenti patrii raccolti da Carlo d'Arco, nn. 214-220; Annotazioni genealogiche di famiglie mantovane…, IV, cc. 397, 399. Oltre ai fondi dell'Arch. di Stato di Roma e dell'Arch. segr. Vaticano citati in Colapietra, 1963, e in Cecchi, si consultino: Arch. di Stato di Roma, Archivi di famiglie e di persone, Guerrieri Gonzaga card. Cesare, 14 buste, 1582-1856; Arch. segr. Vaticano, Segreteria di Stato, Epoca moderna (1814-1922), Rubricelle e protocolli, Indici, 1031 e 1033; Segr. dei Memoriali, 1824-30, 14 pacchi; Diario ordinario, 1° giugno 1776, p. 3; Diario estero, 25 genn. 1777, p. 12; Notizie per l'anno…, Roma 1777, p. 317; 1779, p. 316; 1818, pp. 147, 496; 1820, pp. 36 s., 100; 1821, p. 39; 1825, pp. 41, 217; 1828, p. 42; 1829, p. 44; 1832, p. 50; Diario di Roma, 28 sett. 1819, p. 3; 8 febbr. 1832, p. 2; 11 febbr. 1832, p. 1; A. Pinati, Amplissimae nobilissimaeque Guerrierorum familiae…, Mantuae 1819; Elogio funebre di C. G. cardinale…, Orvieto 1832; Gazzetta di Mantova, 17 marzo 1832, pp. 41-43 (necrologio); Raccolta delle leggi e disposizioni di pubblica amministrazione dello Stato pontificio, Roma 1834, I, pp. 150, 155, 158, 160, 161; II, pp. 237, 313, 319, 322, 332; IV, p. 526; P. Dardano, Diario dei conclavi del 1829 e del 1830-31, a cura di D. Silvagni, Firenze 1879, pp. 26, 33, 35, 40-42, 44 s., 51, 55, 61, 66, 74, 84; T. Piccolomini Adami, Guida storico-artistica della città di Orvieto…, Siena 1883, p. 178; L. Caffo Alberti, La corte pontificia vista dal rappresentante sardo a Roma (1824-1836), in Rass. stor. del Risorgimento, XIX (1932), p. 31; R. Colapietra, Il diario Brunelli del conclave del 1823, in Arch. stor. italiano, CXX (1962), pp. 81, 87, 106, 110 s., 114, 118 s., 121, 126 s., 132-137, 142 s., 145 s.; Id., Il diario Brunelli del conclave del 1829, in Critica storica, I (1962), pp. 528 s., 534, 541, 636, 638, 641, 644, 649, 652-654, 656 s., 660; Raccolta di notizie circa ex alunni cardinali, in A. Pucci - A. Monodori, Il Nazareno, Roma 1989, p. 85; Il conclave di Gregorio XVI nel diario di Gaetano Moroni, a cura di G. Maggioni, Belluno 1995 (Quaderno, suppl. a Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, LXVI [1995], n. 291), pp. 15, 20, 25, 35, 80; V. Vita Spagnolo, I Catasti generali dello Stato pontificio. La Cancelleria del censo di Roma, poi Agenzia delle imposte (1824-1890). Inventario, Roma 1995, ad ind.; L. Fumi, Orvieto, note storiche e biografiche, Città di Castello 1891, p. 216; R. Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich. Il pontificato di Leone XII, Brescia 1963, ad ind.; Id., La politica economica della Restaurazione romana, Napoli 1966, pp. LXXVIII-LXXXI, 354-359 e passim; Die Kongregation in der Zeit Napoleons (1795-1815), in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum, 1622-1972, a cura di J. Metzler, II, Rom-Freiburg-Wien 1973, p. 116; D. Cecchi, L'amministrazione pontificia nella seconda Restaurazione (1814-1823), Macerata 1978, ad ind.; C. Semeraro, Restaurazione, Chiesa e società. La "seconda ricupera" e la rinascita degli ordini religiosi nello Stato pontificio (Marche e Legazioni, 1815-1823), Roma 1982, ad ind.; M. Mombelli Castracane, La codificazione civile nello Stato pontificio, I, Il progetto Bartolucci del 1818, Napoli 1987, ad ind.; E. Graziani, Sugli Stabilimenti di sussidio commerciale e pubblico nello Stato pontificio, in Roma moderna e contemporanea, I (1993), pp. 84, 87; Roma fra la Restaurazione e l'elezione di Pio IX. Amministrazione, economia, società e cultura. Atti del Convegno di studi di Roma… 1995, a cura di A.L. Bonella - A. Pompeo - M.I. Venzo, Roma-Freiburg-Wien 1997, ad ind.; N. Del Re, La Curia romana. Lineamenti storico-giuridici, Città del Vaticano 1998, p. 410; D. Strangio, Il debito pubblico pontificio. Cambiamento e continuità nella finanza pontificia dal periodo francese alla Restaurazione romana, 1798-1820, Padova 2001, pp. 157, 169, 174; G. Moroni, Diz. di erud. storico-ecclesiastica…, XXXIII, pp. 186 s. e ad ind.; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edifici di Roma…, V, Roma 1874, p. 233; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica…, VII, Patavii 1968, pp. 14, 17, 22, 24, 45, 50; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXII, coll. 729 s. (R. Aubert).