FERRERI, Cesare
Nacque a Pavia il 31 marzo 1802 da Biagio, sarto, e da Rosa Bossi. Dopo aver frequentato le scuole primarie annesse a S. Maria del Carmine, sua parrocchia d'origine, avendo manifestato talento precocissimo per la pittura, nel 1816 venne scelto come aiutante del pittore pavese G. Pirovani, che stava affrescando la cappella della Beata Vergine del Carmine nella chiesa suddetta. Fattosi notare per la naturale predisposizione al disegno, venne preso sotto la protezione di D. Pozzi, benefattore pavese: gli assegnò una somma giornaliera e lo affidò a due illustri incisori, F. Anderloni e G. Garavaglia, che dal 1800 insegnavano alla scuola di disegno istituita dall'università a sussidio dei futuri ingegneri-architetti e poi anche del corso d'anatomia per i medici. Il F. divenne l'allievo prediletto del Garavaglia e frequentò contemporaneamente con successo i corsi di una scuola del nudo. Sotto la guida attenta del Garavaglia incise un S. Antonio, tratto da un quadro esistente nella chiesa pavese di S. Maria Annunziata di Canepanova, e un S. Girolamo Miani, che realizzò per l'amico e collega L. Miazzi.
Nel 1823, pur frequentando la scuola, ottenne alcune importanti commissioni dal conte B. Vidoni di Cremona, legate al volume Le pitture cremonesi illustrate, pubblicato l'anno successivo a Milano. Abbandonata la scuola, lavorò freneticamente per altri editori (Vallardi, Ubicini, Ripamonti-Carpano), traendo spunto da opere di G. Sogni, G. Migliara, P. Pelagi e F. Hayez. Nel 1828 realizzò l'incisione dell'affresco di F. Zuccari, che si trova sulla volta del salone del collegio Borromeo di Pavia, rappresentante PioIV che conferisce il cappello cardinalizio al nipote Carlo Borromeo;nello stesso anno accompagnò a Firenze il Garavaglia, che doveva lavorare alla Madonna della Seggiola di Raffaello Sanzio.
Nel 1831 il F. sposò Rosa Anelli, che morì sei anni dopo, lasciandolo con tre figli. Nei due anni successivi realizzò, coadiuvato dal fratello Giovanni per il disegno architettonico, l'Arca di s. Agostino (D. Sacchi, L'arca di s. Agostino. Monumento ... nella chiesa cattedrale di Pavia, disegnato ed inciso da C. F. ..., Pavia 1832); si recò poi a Lugano, nella chiesa di S. Maria degli Angeli, per disegnare i due affreschi di B. Luini raffiguranti la Madonna dell'Agnello e la Crocifissione.
Nel 1836 si recò a Torino, dove il marchese Roberto d'Azeglio, che voleva pubblicare le incisioni delle opere della Galleria reale, gli affidò, dopo la superba prova della Sacra Famiglia del Rubens, altri quindici soggetti. Nel 1833 era successo di fatto al Garavaglia nella direzione della scuola, ma non poté regolarizzare la sua posizione in quanto essa venne chiusa due anni dopo. Il F. fu incaricato della direzione della scuola quando questa riaprì, inaugurata dall'imperatore Ferdinando I, il 16 sett. 18 3 8, nella sede di palazzo Malaspina.
Il F. si preoccupò di far convogliare nella scuola il materiale didattico del soppresso corso universitario, riunendo altresì nel Gabinetto belle arti Malaspina la dotazione della scuola comunale di disegno ed architettura soppressa nel 1821. Compì poi viaggi a Roma ed a Napoli per riportarvi quanto di più utile (gessi, calchi, stampe) all'attività d'insegnamento.
Tra il materiale didattico usato dal F. (1133 tavole litografiche conservate a Pavia presso l'Arch. storico civico, mentre stampe ed incisioni sono ai Musei civici) si trovano alcune incisioni rare, tra cui una serie di prove di stampa che indicano il suo metodo di lavoro e riproduzioni a bulino di opere come l'Assunta di Guido Reni, il Giacobbe dell'Appiani, la Zingarella del Correggio e La Vergine col Bambino e s. Giovannino di Raffaello.
Nell'ottobre del 1854 si dimise dalla direzione della scuola per motivi di salute. Morì a Pavia il 13 nov. 1859.
Buona parte delle opere del F. sono conservate presso i Musei civici di Pavia in seguito al lascito della produzione grafica effettuato nel 1867 da Carolina Nocca, sposata in seconde nozze nel 1841, e alla donazione dei disegni e dei quadri fatta nel 1917 da un discendente.
Fonti e Bibl.: Pavia, Arch. storico civico, Archivio della Scuola di disegno, nudo ed incisione, cartt. I, III, XV; G. K. Nagler, Neues aligem. Künstler-Lexikon, IV, München 1837, p. 513; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, II, Paris 1856, p. 224; P. Terenzio, Notizia della vita edelle opere del professore C. F., Pavia 1862; C. Dell'Acqua, Ricerche storico-biografiche pavesi, Pavia 1870, p. 385; C. Alberici, La scuola di incisione all'Accademia di Brera nel periodo neoclassico, in Arte lombarda, V (1959), p. 112; G. Nocca, Incisori pavesi dall'800 ai giorni nostri, Pavia 1963, pp. 5, 11 ss.; L. Giordano, in Pavia. Cent'anni di cultura artistica, Pavia 1976, p. 38; L. Erba, Incisori pavesi, Pavia 1979, p. 41; G. Zaffignani, L'Archivio della Civica Scuola di pittura di Pavia (1838-1969), in Bollettino della Società pavese di st. patria, LXXXIII (1983), pp. 340, 352-354; L. Erba, La scuola di disegno, nudo ed incisione, ibid., pp. 321 ss., 325, 327-331; S. Zatti, in Ottocento e Novecento nelle collezioni d'arte dei Civici Musei, Pavia 1984, pp. 227-240; L. Erba, I gessi didattici della scuola di disegno..., ibid., pp. 271-278; G. Zaffignani, Le istituzioni artistico-culturali del Comune di Pavia attraverso alcuni archivi, in Storia in Lombardia, V (1986), 1, pp. 198, 205; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 472 s.; L. Servolini, Dizionario illustrato degli incisori ital. moderni e contemporanei, p. 320.