DIES, Cesare
Nacque a Roma nel 1830. Frammentarie e spesso confuse sono le notizie relative alla vita e all'attività di questo artista che, stando alle affermazioni del De Gubernatis (1906) e del Callari (1909), sembra imparasse, ancora bambino, a incidere cammei sotto la direzione del padre, di cui si ignora perfino il nome.
Dopo la morte del padre, avvenuta secondo il De Gubernatis (1906) nel 1841, il D. iniziò la propria formazione dedicandosi allo studio dell'architettura sotto la guida di un non meglio identificato fratello maggiore Giuseppe (o forse zio?), quindi al disegno presso lo studio di tale Stefano Poggi. Attorno al 1850, frequentò i corsi di scultura dell'Accademia di S. Luca, dove, tuttavia, l'incontro con T. Minardi lo spinse a cambiare indirizzo e a tornare definitivamente al disegno e alla pittura sotto la sua guida (De Gubernatis, 1906).
Considerato tra i migliori allievi del Minardi, il D. partecipò al concorso Clementino del 1851, ottenendo un premio di 70 scudi con un saggio sul tema S. Giovanni che rimprovera Erode dell'incesto con Erodiade, e l'anno successivo ricevette da Pio IX, per tramite di mons. G.-Ch. Ghislain de Merode, la commissione di un dipinto raffigurante l'Immacolata Concezione (Nettuno, chiesa di S. Giovanni). L'opera è da porre sicuramente in relazione con La riunione dei teologi e lo studio del dogma dell'Immacolata Concezione (1854-59) di C. Podesti (palazzi vaticani, sala dell'Immacolata) non solo per il tema trattato, peraltro con toni più marcatamente devozionali rispetto all'opera del Podesti, ma anche sul piano strettamente compositivo. Sembra che il pontefice apprezzasse la maniera pittorica del D. poiché gli commissionò altri dipinti tra cui Cristo e Caifas e il Venerabile De Boni (De Gubernatis, 1906), opere di cui non si conosce l'attuale ubicazione.
Giudicato buon colorista dal De Sanctis (1900) e dall'Ovidi (1902), il D. mostra, piuttosto, di ricalcare i modi del maestro soprattutto dal punto di vista grafico e nel tratto tondeggiante, senza, tuttavia, possederne la capacità inventiva e l'incisività come rivela un disegno eseguito attorno al 1850, raffigurante la Vergine in veste di stella mattutina (ripr. in Bonagura, 1980, pp. 38, 70). Come molti altri allievi del Minardi, che dal 1846 era membro della commissione per i restauri di S. Paolo fuori le mura, il D. prese parte ai lavori di ricostruzione della basilica e, nel 1858, eseguì l'affresco raffigurante L'apostolo Paolo in casa di Giacomo a Gerusalemme (Moreschi, 1867) nel transetto a destra dell'abside.
Nel 1861 a Tivoli, su commissione di don Vincenzo Colonna, dipinse nella chiesa di S. Vincenzo (ora sede del teatro parrocchiale) un affresco che è probabilmente da individuare nella S. Sinforosa che rifiuta di sacrificare agli idoli (la santa, martire tiburtina, era oggetto di forte devozione locale). Sempre a Tivoli, nel 1869, restaurò nella cappella del seminario un dipinto settecentesco raffigurante la Vergine addolorata con s. Filippo Neri e angeli e, ancora presso il seminario (Cascioli, 1931-32), eseguì il ritratto del Vescovo Carlo Gigli, morto nel 1881.
L'attività tiburtina si intreccia a quella svolta tra il 1864 e il 1865 in S. Pietro a Frascati. Qui, su incarico di Gaetano Ambrogioni, arciprete della cattedrale, il D. decorò la cappella dell'Addolorata e del Santissimo con due affreschi: nella parete di destra la Salita di Cristo al Calvario - firmata "C. Dies" - e nella parete di fronte la più famosa Sepoltura di Cristo, il cui bozzetto preparatorio è stato venduto nel 1978 alla Christie's di Roma (cfr. Catal. dipinti antichi e mod., n. 34, 23 febbr. 1978).
Sia per il buon livello dell'esecuzione, e specialmente il sapiente uso del colore e la morbidezza del modellato, sia per il tema del trasporto, l'affresco si ricollega direttamente a opere quali S. Lorenzo trasportato al sepolcro di C. Mariani (affresco distrutto, già in S. Lorenzo fuori le mura) e, soprattutto nell'assetto compositivo, alla Tumulazione di s. Lorenzo di F. Grandi (Roma, Gall. naz. d'arte mod.), anch'egli impegnato nella decorazione pittorica della basilica di S. Paolo.
Se le grandi composizioni a carattere religioso sono pervase da un tono di fredda agiografia e risentono del clima fortemente accademico, i numerosi acquarelli che il D. eseguì a partire dagli ultimi anni Sessanta - quasi tutti dispersi in collezioni inglesi - rivelano una vivacità e un'immediatezza insospettata insieme a un completo superamento dei moduli minardiani propri del periodo giovanile. Alcuni di essi, come il disegno acquarellato Creazione di Eva (Bonagura, 1980, pp. 38, 77), rivelano nell'impostazione la conoscenza precisa di certe tematiche proprie del romanticismo inglese.
Negli anni tra l'ottavo e il nono decennio del secolo il D. si dedicò con un certo successo anche alla ritrattistica: oltre al già ricordato ritratto del Vescovo Gigli si hanno notizie di un ritratto di Pio IX (Ovidi, 1902, p. 132) e di un altro di Vittorio Emanuele II (Comanducci, 1971, p. 1056). Nel 1907 eseguiva un'immagine del Cristo ad olio per la chiesa di S. Michele a Pisa. Risultava vivente nel 1909 (Callari). Non se ne conoscono luogo e data di morte.
Bibl.: L. Moreschi, Indicazione dei dipinti a buon fresco rappresentanti le gesta dell'apostolo s. Paolo..., Roma 1867, p. XXII; G. De Sanctis, T. Minardi e il suo tempo, Roma 1900, p. 145; E. Ovidi, T. Minardi e la sua scuola, Roma 1902, p. 132; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1906, pp. 181 s.; D. Seghetti, Frascati, Frascati 1906, p. 192; L. Callari, Storia dell'arte contemp. in Italia, Roma 1909, p. 200; A. Bellini Pietri, Guida di Pisa, Pisa 1913, p. 80; G. Cascioli, Nuova serie di vescovidi Tivoli, in Atti e mem. della Soc. tiburtina di storia e d'arte, XI-XII (1931-32), p. 67; XIII-XIV (1933-34), tav. VIb; I. Faldi, Il purismo e T. Minardi, in Commentari, I (1950), pp. 238-246; A. M. Corbo, T. Minardi e la scuola romana di S. Luca. Documenti, ibid., n. s., XX (1969), 1-2, pp. 131-142; M. Fagiolo, Arte a Roma dal neoclassico al romantico, Roma 1979, p. 226; L. Razza, La basilica cattedrale di Frascati, Frascati 1979, p. 171; Disegni romani di figura 1800-1870 (catal.), a cura di C. Bonagura, Roma 1980, pp. 37 s., 70, 77; D. Petochi, I mosaici minuti romani dei secoli XVIII e XIX, Roma 1981, pp. 29, 57, 76; Disegni, taccuini... nelle collez. pubbl. di Forli e Faenza. T. Minardi (catal.), Forlì 1981, pp. 143-145; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, pp. 248 s.; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori, scult. disegnat. e incis. ital. moderni e contemp., Milano 1971, II, pp. 1054 ss.; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori e degli incis. ital., Torino 1973, p. 147.