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CRISPOLTI, Cesare

di Roberto Volpi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)
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CRISPOLTI, Cesare

Roberto Volpi

Nacque a Perugia nel gennaio 1563 da Ranieri e da Madonna Rubina.

Nel 1577entrò in seminario, dove studiò teologia, musica e umane lettere. Decisivo per la sua formazione intellettuale fu l'insegnamento di Marco Antonio Bonciari, con cui mantenne rapporti di amicizia e collaborazione per tutta la vita. Nel 1586 divenne suddiacono e canonico del capitolo di S. Lorenzo l'8marzo 1588fu ordinato sacerdote. Il 19 ag. 1591 si laureò in utroque iure all'università di Perugia. Nel 1592divenne principe dell'Accademia degli Insensati, di cui faceva parte con il nome di Affascinato, mantenendo tale carica almeno fino al 1606. Della sua attività nell'ambito dell'Accademia sono testimonianza le numerose Lezioni accademiche, contenute nei tre volumi conservati alla Biblioteca Augusta di Perugia (mss. 1058-1060).

La più notevole è certamente la Lezione del sonetto, in cui il C., che considera il sonetto la forma più elevata di poesia, cerca di darne una definizione, di fornire precetti sullo stile e sul modo di accordare stile e contenuto, basandosi sulle opere del Tomitano, del Minturno, del Patrizi e del Bembo. Nella Lezione sul principe, recitata il 3 maggio 1598, espone invece le proprie idee politiche, giustificando da un punto di vista storico e morale la predilezione per le monarchie a carattere elettivo. In senso cronologico, l'ultima "lezione" pervenutaci è il Discorso della simulatione, recitato il 23 dic. 1606.

Il C. non fu solo un teorico della letteratura, ma egli stesso poeta. Lasciò infatti un volume manoscritto di Rime diverse, che tuttavia non ci è pervenuto. Del 1604, edita a Perugia, è la sua unica opera pubblicata durante la vita. Si tratta dell'Idea dello scolare che versa negli studi, affine di prendere il grado del dottorato.

È un breve ma denso trattato, che cerca di delineare il modello perfetto di studente, cui adeguarsi per conseguire una compiuta formazione non solo culturale ma anche morale e religiosa. Assai interessanti sono i capitoli in cui il C. ci fornisce preziose informazioni sul funzionamento dell'istituzione universitaria ai suoi tempi. Non va tuttavia dimenticato neanche come la concezione educativa che sta alla base dell'opera inserisca a buon diritto il C. nella pedagogia della Controriforma ne è testimonianza il successo che il volumetto ottenne ben al di là del territorio perugino.

Non c'è dubbio comunque che il principale interesse del C. fu quello storiografico. Già nel 1581 cominciò a lavorare sulla storia di Perugia, richiedendo a tal fine l'invio di alcuni antichi manoscritti da parte del Bonciari. Frutto di quasi trenta anni di studi in questo campo furono le sue due opere principali. La prima di esse, la Perugia Augusta descritta, vide la luce solo nel 1648.

Il merito della pubblicazione va all'omonimo nipote del C., vissuto tra il 1609 e il 1652, che, mettendo insieme vari manoscritti dello zio, riuscì a distribuire la materia in due libri, cui ne aggiunse un terzo, da lui compilato, sugli uomini illustri di Perugia. Nella Perugia Augusta il C.non seguì alcun ordine cronologico partì invece dalla descrizione storico-artistica di singoli monumenti e parti della città. Il primo libro descrive torri e porte, piazze e Fontana maggiore, la fortezza, il palazzo del governatore e dei Priori, il palazzo del vescovo, del podestà e collegi, lo studio, le chiese affidate al clero regolare. Vi sono inoltre capitoli dedicati alle accademie, alle confraternite laiche, agli ospedali, al Monte di pietà. Il secondo libro è dedicato in gran parte alla descrizione del territorio perugino e si conclude con cenni di storia civile ed ecclesiastica della città. Tutta l'opera è fonte utilissima di notizie su momenti, istituzioni e personaggi di Perugia, specie per le epoche vicine all'autore che poté valersi di documenti poi andati smarriti.

Ma valore non minore riveste l'altra opera storica del C., pervenutaci col titolo di Fatti e guerre dei Perugini così esterne come civili dal pontificato di Innocenzo VIII a quello di Sisto V. È un'opera in tredici libri che con criterio annalistico copre il periodo dal 1488 al 1588.Benché in ogni epoca sia stata variamente consultata e utilizzata, non è stata mai pubblicata integralmente, e talvolta ne è stata messa in dubbio la paternità, attribuendola in tutto o in parte al nipote. Appare invece chiaro che almeno i primi dieci libri sono senza dubbio da attribuirsi al C., il quale già nel gennaio 1606 aveva ultimato i primi otto, come risulta dal carteggio con il Bonciari. Con ogni probabilità l'opera del nipote si limitò a un lavoro di riordino dei manoscritti, all'apposizione del titolo e al proposito, mai portato a compimento, di continuare la narrazione fino al pontificato di Innocenzo X. La Biblioteca Augusta di Perugia conserva più copie mss. dell'opera: 149-150 1900-1902 1956-1960.

I Fatti, meglio conosciuti come Annali delle guerre civili, sono comunque opera di indubbio valore, specie in alcune parti. Notissimo l'ottavo libro, dedicato alla cosiddetta "guerra del sale", di cui costituisce una delle trattazioni più ampie. In generale, il C. si dimostra narratore attento e scrupoloso, se si eccettua, in alcuni punti, una certa tendenza a scadere nel romanzesco o a presentare in luce sempre positiva il ruolo del Papato.

La sua opera di storico lo fece tradizionalmente annoverare, specie dopo la pubblicazione della Perugia Augusta, tra i classici della storiografia perugina. Ma tra i contemporanei godette di altrettanta fama come giurista, tanto che fu cooptato nel Collegio perugino dei giureconsulti e, nel 1603, fu giudice della città.

Morì a Perugia il 21 apr. 1608.

Fonti e Bibl.: Perugia, Arch. capitolare di S. Lorenzo, Libro A dei battezzati nella chiesa di S. Lorenzo cattedrale, f. 117 Libro dove se scrivono quelli che si sotterano nella chiesa de Sancto Lorenzo de Peroscia, f. 42 Ibid., Bibl. Augusta, mss. B. 21, f. 13 (lettera del C. a M.A. Bonciari), I. 113 (lettera del C. ad Ascanio della Corgna), 985, ff. 289 ss., 310 ss. (lettere del C. a Pietro Baldeschi). Si veda inoltre su di lui: B. Zucchi, Lettere, Venetia 1599, II, cc. 30 s., 36, 89 ss. M.A. Bonciarii, Epistolae, Perusiae 1603, pp. 119 ss., 121 s. Id., Idyllia et selectarum epist. centuria nova, Perusiae 1607, pp. 99-100 Id., Epist. vol. primum, Perusiae 1613, pp. 75 s., 210 ss., 213 s., 288 ss., 530 s. 532 s. L. Iacobilli, Bibliotheca Umbriae, Fulginiae 1658, p. 79 A. Oldoini, Athenaeum Augustum, Perusiae 1678, pp. 65 s. G. B. Vermiglioli, Biografia degli scritt. perugini, I, 2, Perugia 1829, pp. 360 s. A. Fabietti, Cronache ined. della città di Perugia. Prefazione, in Arch. stor. ital., XVI (1851), 2, p. XIV L. Bonazzi, Storia di Perugia, II, Città di Castello 1960, p. 246 G. Vismara, Vita di studenti e studio del diritto nell'univ. di Pavia alla fine del Cinquecento, in Arch. stor. lombardo, s. 9, III (1966), pp. 425-481 L. Secco, La pedagogia della Controriforma, Brescia 1973, pp. 72 s. Trattati di poetica e retorica del Cinquecento, a cura di B. Weinberg. Roma - Bari 1974, pp. 193-205, 420 s.

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