CERADINI, Cesare
Nacque a Milano il 17 marzo 1844 da Antonio e da Maria Sala. Dopo aver ultimato il primo ciclo di studi, frequentò il biennio di fisica-matematica presso l'università di Pavia e poi la scuola di applicazione per gli ingegneri nell'istituto tecnico superiore di Milano, ove si laureò in ingegneria civile nel 1867. Il direttore dell'istituto scelse il C. quale assistente, ma questi esplicò tali mansioni per poco tempo: il 18 ott. 1867, a soli ventitré anni, fu nominato professore straordinario e inviato a coprire la cattedra di costruzioni civili stradali e idrauliche della università di Padova. Gli vennero inoltre affidati, in un secondo tempo, numerosi incarichi collaterali, tra cui la direzione delle esercitazioni topografiche degli allievi ingegneri, di quelle grafiche della scuola superiore delle miniere, e l'insegnamento di meccanica e costruzioni presso l'istituto tecnico di Palermo.
Nel 1879 il C., fu inviato da L. Cremona, incaricato dal governo di ristrutturare la scuola per gli ingegneri di Roma, a collaborare alla scelta delle apparecchiature più idonee e degli insegnanti più validi. Accettò e si recò a Roma dove coprì, come professore straordinario, la cattedra di statica delle costruzioni e, per incarico, quella di costruzioni stradali. Il 1º genn. 1875 venne nominato professore ordinario e divenne titolare della cattedra di meccanica applicata alle costruzioni presso la nuova scuola di ingegneria, cattedra cui impresse un nuovo sviluppo su basi più razionali ed aggiornate. Contemporaneamente curò per incarico diversi altri insegnamenti, quali quello dell'idraulica e delle costruzioni idrauliche.
Nel 1882 il C. istituì un moderno laboratorio di prove annesso alla cattedra di materiali da costruzione e tenne una serie di lezioni sperimentali che vennero raccolte in un corso completo, dettato agli allievi. Successivamente, volendo realizzare unità di indirizzo nelle varie discipline, promosse la fusione della cattedra di materiali da costruzione con quella di meccanica applicata alle costruzioni, abbinandovi il corso di teoria dei ponti.
Dopo la morte di V. Cerruti, che era subentrato a L. Cremona nella direzione della scuola di ingegneria, il C. venne, nel 1909, eletto direttore e riconfermato, in tale carica sino al 15 ott. 1922, sebbene avesse già da tre anni, per limiti di età, abbandonato l'insegnamento. Il notevole aumento degli iscritti lo finpegnò in un'opera, di ristrutturazione edilizia della scuola, dopo aver ottenuto dal governo i fondi necessari per sviluppare in piazza S. Pietro in Vincoli il politecnico e per ampliare notevolmente i locali. La progettazione fu da lui affidata all'architetto G. B. Milano.
Le sue ricerche scientifiche furono dirette principalmente alla teoria della spinta delle terre ed allo studio delle travi continue, come si evince dalla sua opera Meccanica applicata alle costruzioni - Resistenza dei materiali - Spinta delle terre - Cemento armato, Milano 1899, non avendo egli lasciato scritti specifici e monografici al riguardo. Precursori del C. nello studio della spinta delle terre erano stati il Vauban, nella seconda metà del Settecento, e poi Ch. A. de Coulomb, J. V. Poncelet, W. J. Rankine e A. H. Résal. Le due teorie fondamentali, dovute al Coulomb e al Rankine, ipotizzavano, per la soluzione del problema, che la superficie superiore del terrapieno fosse orizzontale, piana la superficie di distacco del prisma di massima spinta e priva d'attrito la superficie di contatto terra-muro (Coulomb), e che la terra fosse perfettamente omogenea e totalmente esente da coesione, con superficie superiore del terrapieno inclinata di un angolo minore o, al massimo, uguale all'angolo di attrito della terra costituente il terrapieno stesso (Rankrine). Il C., pur considerando la terra come priva di coesione, perfezionò l'ipotesi con la considerazione, molto importante, che nelle terre permeate d'acqua diminuisce il coefficiente di attrito, rispetto a quello della terra secca perfettamente incoerente, e che, sempre per effetto della penetrazione dell'acqua, aumenta il peso specifico della terra.
Interessanti anche i metodi di studio applicati dal C. per il calcolo delle reazioni degli appoggi delle travi continue, aventi gli appoggi stessi a livello o meno. La teoria delle volte e delle capriate fu dal C. sviluppata con trattazione parallela: analitica e grafica (cfr. Nota sull'equilibrio delle volte, Palermo 1873).
Dal punto di vista applicativo, si devono infine al C. derivazioni grafiche del lavoro di deformazione, in applicazione dei teoremi di Castigliano.
Il C. fu chiamato a far parte di diverse accademie ed ebbe vari riconoscimenti ufficiali. L'Associazione nazionale degli ingegneri ed architetti italiani, alla presenza dei membri del governo e di autorità della scienza e della tecnica, gli conferì la medaglia d'oro e nella scuola di Roma venne innalzato un suo busto. Per festeggiare i suoi novanta anni venne fondata, il 29 maggio 1934, la Fondazione Cesare Ceradini, intesa ad onorare l'illustre maestro concedendo ogni anno ad un laureato una borsa di studio di perfezionamento (cfr. Il Messaggero, 13 dic. 1933, e Il Giornale d'Italia, 30 marzo 1934).
Il C. morì il 22 nov. 1935 a Roma.
Bibl.: A. Giannelli, in Annuario d. R. Università di Roma, Roma 1936-1937, pp. 572-75; G. Albenga, Scienza delle costruzioni, in Un secolo di progresso scient. ital., Roma 1939, p. 161.