CARAVAGLIOS, Cesare
Nacque ad Alcamo (Trapani) il 6 apr. 1893 da Raffaele e da Maria Cipolla.
Raffaele, nato a Castelvetrano (Trapani) il 28 dic. 1864, iniziò giovanissimo lo studio del violino e, avviato alla carriera musicale nel 1884, terminò gli studi di direttore di banda al conservatorio di Palermo. Assunse dapprima la direzione della banda di Alcamo e in seguito quella della banda municipale di Napoli; "napoletano di adozione per simpatia, per consuetudine di dimora", come fu definito ne Il Mattino di Napoli del 30 nov. 1941, trascorse tutta la sua esistenza nella città partenopea, ove ebbe più volte occasione di dirigere l'orchestra del teatro S. Carlo. Fu per molti anni a capo della scuola musicale del Reale albergo dei poveri e occupò inoltre una cattedra nel conservatorio di S. Pietro a Maiella. Autore di sinfonie, inni, musica sacra, operette, si dedicò soprattutto alla trascrizione di musiche per banda, tra cui si ricordano in particolare: Suite romantica di F. Alfano; Le Villi di G. Puccini; Carnasciali di G. Laccetti, interludio atto primo (Milano 1927); Suite op. 2 di V. De Sabata; La Perugina di E. Mascheroni; Notturno in sol bemolle di G. Martucci (Milano 1911), tutte pubblicate dall'editore Ricordi nella "Biblioteca dei corpi di musica". Inoltre tre marce militari per 34 parti (Molti nemici molto onore; Grido di Vittoria; Marcia imperiale italiana, dedicata a Benito Mussolini, Firenze 1936); Inno dei giornalisti (Napoli s.d.); Ave Maria per canto, violino e pianoforte (Cosenza 1940); Rapsodia partenopea, riduzione delle canzoni di E. A. Mario (Napoli s.d.); Paginetta d'album per pianoforte, presentata nella Piedigrotta 1900; Disillusione (Palermo s.d.). Pubblicò inoltre Lezioni di istrumentazione e orchestrazione per bande (Napoli 1922). Morì a Napoli il 29 nov. 1941.
Il C. si dedicò inizialmente alla direzione di banda, che ben presto trascurò per attendere allo studio del folclore musicale italiano, raccogliendo e trascrivendo numerose testimonianze dalla viva voce del popolo. Combatté come capitano nella prima guerra mondiale; ferito, fu decorato di medaglia d'argento. Iscritto al partito fascista fin "dalla prima ora", svolse la sua attività scientifica tra il 1921 e il 1936 divenendo un tipico rappresentante della cultura ufficiale del tempo. Il C., che si avvalse per la sua opera di una enorme quantità di materiale riunito con cura minuziosa, accolse la concezione scientifica di G. Pitré nello studio delle tradizioni popolari e si dedicò alla difesa e alla divulgazione di questa disciplina. La sua prima pubblicazione, dal titolo Le origini della canzone napoletana, apparve a Napoli nel 1921; ad essa fece seguito Gridi di venditori napoletani trascritti musicalmente, pubblicati in Folklore italiano (ibid. 1925). Nel 1930 pubblicò a Roma I canti delle trincee (contributo al falclore di guerra), "in cui riversava la sua diretta esperienza di combattente che aveva veduto con riverenza l'anima della folla anonima vibrare nel fango oscuro delle trincee" (Montesi Festa). Continuava intanto gli studi sul folclore napoletano e nel 1931 dava alle stampe una comunicazione da lui fatta l'anno precedente al Congresso internazionale delle arti popolari dal titolo Voci e gridi di venditori nelle feste popolari napoletane (Catania), seguito da Voci e gridi di venditori in Napoli (ibid. 1931). I problemi propriamente musicali del materiale etnologico raccolto venivano poi affrontati dal C. nel volumetto Debbono essere i canti popolari armonizzati? a proposito della raccolta di G. Nataletti e G. Petrassi (Canti popolari della campagna romana, Milano 1930), in Rassegna nazionale, XV (1931), pp. 137-43. Del 1932 sono altre due pubblicazioni: La ricerca folkloristica in Italia sulla raccolta e sulla trascrizione dei componimenti musicali popolari (Roma) e Il contenuto politico e il contenuto musicale nei gridi dei venditori ambulanti napoletani (in Atti dell'Accademia Pontaniana, LXII [1932], pp. 151-178). In questo lavoro il C. analizzava attraverso testimonianze latine e umanistiche la continuità storica nelle modulazioni caratteristiche delle grida dei venditori ambulanti. Nel 1934 il C. passò a interessarsi della efficacia dei mezzi audiovisivi nello studio delle tradizioni popolari e pubblicò Disco e fonofilm a servizio della ricerca folkloristica (in Atti del Reale Istituto lombardo di scienze e lettere, LXVII [1934], 11-12, pp. 599-609). Arricchiva poi la sua problematica metodologica con Nuovi criteri per la ricerca del folklore musicale (in Atti della R. Acc. d. scienze di Torino, LXX [1934-35], pp. 67-85, e pubblicava in seguito Per la fotocinetica di Stato (in Aspetti letterari, II [1934], pp. 1-18). Nel 1936 pubblicava a Napoli il suo ultimo libro intitolato Il folclore musicale in Italia, che rappresenta la summa delle sue esperienze scientifiche e il coronamento di quindici anni di ricerche e di studi.
Morì a Roma il 15 genn. 1937 dopo brevissima malattia complicata dalle ferite riportate in guerra. La raccolta postuma Saggi di folklore fu pubblicata a Roma nel 1938.
Bibl.: Necr., in Il Mattino, 30 nov. 1941 (per Raffaele); L. F. Lunghi, La raccolta dei cantipopolari..., in Il Giornale d'Italia, 15 ott. 1936; Vita universitaria, 20 genn. 1937; Il Messaggero, 16 genn. 1937; M. Montesi Festa, C.C., in Il Corriere di Napoli, 19 genn. 1938; C. Schmidl, Dizionario univer. dei musicisti, I, p. 159; Encicl. della Musica Ricordi, I, p. 441; La Musica,Diz., I, p. 347.